A margine della visita ad Herat e Kabul…

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Sì è conclusa ieri (21-04-14) a Kabul la visita, in occasione della Pasqua, al contingente italiano in Afghanistan dell’Ordinario Militare. L’arcivescovo è stato accolto nella capitale dal generale di Divisione Antonio Satta, Deputy Commander dell’Isaf Joint Command della Missione Nato in Afghanistan. Mons. Marcianò ha celebrato presso la base militare internazionale. Ecco quanto ha dichiarato a consuntivo dei giorni trascorsi tra Herat e Kabul: “Il senso di questa visita pastorale sta semplicemente nel fatto che il vescovo ha voluto incontrare i suoi fedeli, i nostri militari. Loro sono cristiani e sentono il bisogno di vivere la fede, specie nei momenti forti, in maniera più motivata perché contemplano il dono della loro vita al servizio degli altri. La nostra opera in Afghanistan – ha aggiunto – è molto incisiva ed efficace e sono sicuro che i frutti si vedranno nel tempo. I militari italiani portano dentro il senso del servizio dando un contributo concreto alla riorganizzazione della democrazia. Ho visto – ha concluso Marcianò – un Afghanistan più pronto ad affrontare il futuro, grazie anche all’opera dei nostri soldati. Tornando in Italia – ha concluso – porto ai familiari il loro abbraccio. “Sulla stessa scia la dichiarazione dell’ambasciatore in Afghanistan, Luciano Pezzotti il quale ha ribadito: “I nostri soldati sono stati i migliori ambasciatori dell’Italia in questo paese, molto ammirati dalla popolazione locale”. Dopo le celebrazioni del triduo pasquale (da segnalare la via Crucis, allestita lungo il perimetro di Camp Arena, nel corso della quale si è pregato anche per i marò), sia nell’omelia della notte di Pasqua che durante la celebrazione di domenica ad Herat, cui ha preso parte il Generale Scopigno, comandante della Missione RC West e il Generale Faraglia, addetto militare della nostra Ambasciata a Kabul, mons. Marcianò ha sostenuto: “Sono qui tra voi come amico, come fratello e come padre. Amico che condivide la vostra storia, il vostro cammino e che vuole prendervi per mano. Voglio condividere l’esperienza di stare nella precarietà della missione e vivere la logica della solidarietà che è capacità di portare con sé i dolori e le sofferenze di coloro che ci stanno accanto, le difficoltà, le paure, le ansie e i desideri.” Il rientro del presule è previsto nella serata di oggi.