Pubblicata, dalla Libreria Editrice Vaticana, la Lettera dell’Arcivescovo in occasione del pellegrinaggio di Papa Francesco a Redipuglia.

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La lettera, dal titolo “Il Dio che stronca le guerre” (Gdt 16,2), è indirizzata ai cappellani, ai militari e a tutti i fedeli della Chiesa Ordinariato Militare, A 100 anni dall’inizio della prima Guerra Mondiale ed in occasione del Pellegrinaggio di Papa Francesco al Sacrario Militare di Redipuglia, in programma sabato prossimo 13 settembre.

Il testo si apre con alcune righe che l’Ordinario riprende da don Carlo Gnocchi e che di seguito riportiamo: «Ho qui sotto’occhio la fotografia di una Messa tra i cannoni, celebrata per gli artiglieri di un Gruppo Alpino. Mai la formidabile e cruda potenza del cannone ebbe fiore più naturale e, oserei dire, più logico di questa bianca figura di sacerdote dolcemente chinata nel gesto amoroso della Comunione e scorta più consentanea di questi quadrati artiglieri inginocchiati a mani giunte davanti all’altare. Eppure poche realtà possono sembrare a prima vista più lontane e, ad alcuni, perfino più opposte quanto quella delle armi e quella della preghiera, quanto la dottrina dell’amore e la professione della forza: due mondi estranei e incomunicabili. Esiste invece tra loro un’armonia profonda e originaria. La guerra nasce da un disordine morale, molto prima che da uno squilibrio economico, o da una perturbazione dell’ordine politico. La guerra nasce dalla colpa. […]. La guerra è un temporaneo distacco dell’uomo da Dio, come legge morale, e un temporaneo abbandono degli eventi storici alla logica inflessibile dell’errore».  “Carissimi fratelli e sorelle – sostiene mons. Marcianò – le righe scritte da don Carlo Gnocchi, cappellano militare presso gli alpini e, anche con loro, durante la campagna di Russia nella seconda Guerra Mondiale, introducono questa breve Lettera che ho voluto inviare a tutti voi in un momento particolarmente significativo, in cui la nostra Chiesa si inserisce: la riflessione e la preghiera che coinvolgono l’umanità nel ricordare il Centenario dall’inizio della prima Guerra Mondiale…”.  Questi i titoli dei paragrafi attraverso i quali si snoda la riflessione del presule:   –         La pace: il futuro della guerra   –         Appassionati di pace   –         Un’«inutile strage»   –         In ascolto di Pietro, nell’ “oggi” della nostra Chiesa   –         Una Patria senza confini. Dimensione politica della pace   –         Diventare un popolo. Dimensione sociale della pace   –         Passione e compassione. Dimensione antropologica della pace   –         Formazione e trasformazione. Dimensione pedagogica della pace   –         Il dono di sé. Dimensione evangelica della pace   –         Una comunità dedicata. Dimensione ecclesiale della pace    Conclusione Tu sei il Signore, che stronchi le guerre   Carissimi cappellani, carissimi militari, fratelli e sorelle, è dunque rivolgendoci al Signore che voglio concludere questa breve lettera. La memoria dell’inizio della prima Guerra Mondiale è, soprattutto, una preghiera. La stessa visita di Papa Francesco a Redipuglia ce lo conferma: «Intendo recarmi pellegrino», egli ha affermato, «per pregare». Con lui, anche noi ci facciamo pellegrini di preghiera, accompagnati dalla dolcissima protezione e dalla potente intercessione di Maria, Regina e Madre della Pace.   Signore, Tu che stronchi le guerre, accogli la nostra preghiera, povera e insistente, per la pace. Accogli il nostro pianto mai spento, per tutte le vittime che ogni guerra e violenza ancora miete, per tutte le famiglie che hanno visto partire e non tornare i loro cari. Accogli la nostra gratitudine distratta, per ogni superstite restituito alla vita, per ogni guerra che finisce e ogni persona che depone le armi. Accogli la nostra richiesta di perdono, per tutti gli orrori del fratello contro il fratello, di cui la guerra ci rende capaci. Accogli la nostra supplica incessante, perché cessino le guerre che ancora si consumano nel mondo, le guerre dimenticate e quelle combattute in nome di Dio. Accogli il nostro desiderio di conversione, perché possiamo vincere, nel cuore, la guerra più difficile contro l’odio, l’egoismo, la prevaricazione. Accogli il nostro affidamento fiducioso a Te: solo Tu disperdi, estirpi, stronchi il germe della guerra, dal cuore dell’uomo, dal futuro dell’umanità. E accogli la nostra certezza che il futuro della guerra è la pace, la Tua Pace, così come il futuro della morte è la Risurrezione e la Vita che sei Tu! E così sia!     Roma, 3 settembre 2014     X Santo MarcianòArcivescovo Ordinario Militare per l’Italia