“Nasce Dio, Bambino in ogni bambino” – Messaggio dell’Arcivescovo Ordinario Militare per il Natale 2015

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Nasce Bambino, Gesù, a Betlemme. E ogni bambino, ha detto a Betlemme Papa Francesco (25 maggio 2014), è «segno diagnostico» di come funziona la famiglia, la comunità, la Nazione. Ci chiediamo, dunque: che «segno» sono i nostri bambini? Bambini che continuano a venire inghiottiti dalle onde del Mediterraneo: una vera e propria strage in questo 2015 che si sta concludendo, dove il mare e i confini sbarrati dal filo spinato diventano i nuovi campi di sterminio. Segno di una colpevole discriminazione razziale e di un’ancora più colpevole indifferenza e deresponsabilizzazione. Bambini vittime della violenza: resi orfani dalle guerre o addestrati alla guerra, al terrorismo, alla criminalità organizzata, talora proprio da coloro che dovrebbero insegnar loro l’amore. Segno di un mondo che, scegliendo l’odio e la vendetta nel presente, rinuncia anche al proprio futuro. Bambini violati nell’innocenza, mercificati nel corpo, plagiati nell’animo. Segno di una logica del piacere o del denaro che avvelena il cuore e guida le scelte, sovvertendo i normali criteri di umanità. Bambini sofferenti per la trascuratezza, l’abbandono, le separazioni familiari, forse riempiti di cose ma svuotati d’amore; bambini ammalati, anche a causa della nostra irresponsabilità verso l’ambiente. Segno di adulti prigionieri dell’egoismo e dell’individualismo. Bambini vittime di fame, sete, analfabetismo: figli di Paesi poveri o di famiglie rese povere da crisi economiche, ingiusitizie fiscali, crimini finanziari. Segno di una comunità nazionale e internazionale che persevera nell’ingiusta distribuzione delle risorse e non serve il bene comune. Bambini eliminati dal grembo materno, perché indesiderati, malformati, non programmati; bambini talora pretesi e prodotti con la tecnologia, sottratti al percoso naturale dell’amore umano. Segno di una cultura eugenetica e tecnocratica, che spesso fa del desiderio l’unico criterio del progresso. Questi, anche questi sono nostri bambini! Voi lo sapete, cari militari, ed è pure per loro che ci siete. Siete lì, a tuffarvi in quelle onde con prontezza, esultando se uno solo di quei piccoli sarà preso in braccio da voi e piangendo le lacrime che altri non piangono se uno solo rimane in mare. Siete lì, a difendere i bambini in tanti Paesi di guerra e terrorismo, in tante zone della nostra Italia ancora afflitte dalla cultura dell’odio, della vendetta, della mafia. Siete lì, a portare cibo, istruzione, promozione umana; a farli sentire figli amati, forse – in questi giorni di festa – trascurando anche i vostri figli, i quali, però, impareranno un amore più grande. Siete lì, a portare avanti un serio lavoro di ricerca e investigazione, per individuare chi adeschi i minori, talora smantellando vere e proprie organizzazioni criminali. Siete lì, a proteggere l’ambiente, insegnando a tutti quanto importante sia custodire la nostra «casa comune», per il presente e il futuro dei nostri figli. Siete lì, nelle vostre Caserme, Scuole, Accademie, cercando, anche con l’aiuto dei carissimi cappellani militari, di educare i giovani al rispetto incondizionato della vita umana in tutte le sue fasi e dimensioni. Non lo dimenticate: è al servizio della vita che la vostra missione si svolge, al servizio di ogni vita e di tutta la vita, a cominciare dai bambini del nostro tempo. Sì, perché questi sono i nostri bambini: «segno diagnostico» di un tempo che ancora ha bisogno del Natale del Signore, ha bisogno della Misericordia di un Dio che si fa Uomo e si fa Bambino. Il Signore vi benedica e vi ricompensi per quello che fate a Lui, Bambino in ogni bambino: il Giubileo, il vero Giubileo della Misericordia, inizia da qui! Con tutto il cuore, Buon Natale e Buon Anno Santo della Misericordia.   Roma, 21 dicembre 2015 X Santo Marcianò Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia