Funerale del maresciallo Mirarchi – Mons. Marcianò: “Silvio è stato disposto a morire per i giusti e per gli empi”

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(04-06-2016) “Se non è facile accettare la morte dei nostri cari, meno ancora lo è per un omicidio, per un delitto vile ed efferato”: con queste parole l’Ordinario Militare ha iniziato la sua omelia per le esequie, a Marsala, del maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi, ucciso nei giorni scorsi nell’adempimento del suo dovere. L’Ordinario ha definito il maresciallo Mirarchi “una purezza di cuore tradotta in integrità e fedeltà” sottolineando l’impegno del militare “nei delicati compiti portati avanti con eccellenti risultati, che lo facevano appieno carabiniere; negli affetti familiari, solidi e fondamentali, che lo hanno fatto uomo fino in fondo” e “nel suo cammino di fede, sorgente di quella prontezza nel dare la vita che, per tanti carabinieri e tanti militari, riconosce non solo l’eroismo ma l’oblatività di una spinta trascendente”. Monsignor Marcianò ha quindi spiegato che “Silvio è stato disposto a morire. Da una parte, a «morire per i giusti»; perché tanti giusti, tanti innocenti, soprattutto tanti giovani e ragazzi, fossero protetti dai lacci di quei mercanti di morte che si assicurano il guadagno seminando devastazione nei cervelli e nelle vite di tanti con il commercio delle droghe. È il dramma della criminalità organizzata che affligge ancora il nostro sud. Davanti al sacrificio del maresciallo Silvio tutti abbiamo il dovere di riaffermare il nostro impegno perché tutte le mafie siano sconfitte. Era, quest’ultima missione, parte della sua identità profonda di carabiniere, ma anche del suo essere uomo giusto e padre. Ed è per questo che, dall’altra parte, Silvio è stato pronto a «morire per gli empi».