“Un incontro che ci tocca il cuore!”

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(05-04-2017) Alcuni passaggi dell’omelia dell’Ordinario durante la celebrazione eucaristica di ieri sera con i familiari dei caduti nelle missioni di pace.
 
…sentiamo ormai il “bisogno” di questo nostro incontro, che si aggiunge alle doverose commemorazioni ufficiali ma porta con sé un calore, un profumo tutto particolare.
Un incontro che ci tocca il cuore!
Tocca il vostro cuore di madri e padri, mogli e mariti, figlie e figli, sorelle e fratelli, parenti e amici intimi… toccati nel vivo di affetti che vi sono stati tolti all’improvviso, spesso con violenza e crudeltà.
 
L’incontro con voi è stato ed è per me esperienza di vita, insegnamento, occasione di profonda crescita nell’umanità e nella fede; è stato ed è un modo di percepire anch’io il profumo delle vite dei nostri caduti: vite che non ho conosciuto ma che sento palpitare in me, quasi fossero volti e storie familiari, perché vivono in voi e attraverso di voi.
 
…la Chiesa dell’Ordinariato Militare vive, attraverso di voi e i vostri cari che sembrano non esserci più, un punto alto, dolce e forte della sua maternità; vive contemplando questi Suoi figli caduti che ha portato e che continua a portare in grembo.
 
È bello pensare che voi stessi, con il ricordo e la fede, potete ancora, misteriosamente, generare questi figli alla vita. Potete ancora dare loro la vita con l’amore.
E, tante volte, questo vostro amore continua ancora a generarli, a farli rivivere non solo nel ricordo, nel sogno, nella narrazione, ma anche, in opere concrete, in iniziative intitolate alla loro memoria, ispirate alla loro testimonianza, nate sul loro sacrificio…
 
Quante vite, da queste morti! Quante persone salvate, riscattate, rinate. Non tutte le conoscete, non tutte le conosciamo; forse neppure loro, i nostri caduti, le conoscevano… eppure sono vite – fosse pure una vita sola – che non ci sarebbero senza la loro morte.
Anche se è doloroso ammetterlo, morte e vita sono legate, intrecciate.
 
Sì, in quell’intreccio di cui parlavamo, sperimentiamo la verità più delicata e drammatica della fede: non c’è da una parte la morte e dall’altra la vita; c’è la morte, quella morte concreta, trasformata in vita.
 
Sì, cari amici, la Chiesa vuole abbracciare la vostra Croce, stringendovi nell’abbraccio che sperimentiamo insieme questa sera e che ancor più sperimenteremo domani, incontrando il nostro amato Papa Francesco.
Gli porteremo le nostre vite e le nostre croci, le croci incise nel nostro cuore, perché egli le possa toccare con la sua benedizione e il suo abbraccio di padre.