L’Aquila – Presentazione Lettera pastorale/3

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Sogno, vita, speranza, amore, felicità e la riscoperta del loro vero significato al centro della conferenza tenutasi presso la Scuola Ispettori e Sovrintendenti de L’Aquila lo scorso 15 gennaio. L’incontro con l’ufficio pastorale della diocesi a cura di Don Mauro Medaglini ha dato l’opportunità alla giovane e attenta cornice di pubblico rappresentata dai militari del corso “Monte Cimone II” di conoscere il messaggio dell’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, S.E. Reverendissima Monsignor Santo Marcianò.

Sul palco dell’Auditorium della scuola Don Mauro e Don Pierluigi, coadiuvati dal cappellano militare dell’istituto, don Antonino Pozzo, hanno illustrato agli allievi il contenuto del volume intitolato “Parole sempre giovani”, redatto dal vescovo e ispirato alla Lettera “Christus vivit” di Papa Francesco.

Dal testo, arricchito dalle illustrazioni della monaca agostiniana Mariarosa Guerrini, traspare chiara la vicinanza manifestata dal mondo parrocchiale ai giovani militari, testimoniata dall’utilizzo di un linguaggio innovativo, tecnologico e concreto che ha generato nella platea grande partecipazione. Proprio la dialettica moderna appare celare alcune insidie come evidenziato da Don Mauro, il quale ha accesso i riflettori sulla diffusa difficoltà nel riempire di significato alcuni concetti, temi fondamentali che da un lato costituiscono le fondamenta su cui costruire l’esistenza ma dall’altro paradossalmente possono apparire privi di sostanza. Sono così state analizzate cinque parole rappresentanti il fulcro della vita di ogni uomo, specie in realtà, quali quelle degli istituti militari, in cui la sfera personale viene spesso ottenebrata: sogno, vita, speranza, amore e felicità.

A prima vista tutti ne conoscono il significato ma ben diverso è il senso che ciascuno può dar loro. D’accordo con questa prospettiva relativistica il sacerdote ha creato un ambiente di confronto dove liberamente ognuno ha fornito la sua personale esperienza, arricchendo di significato le suddette parole. Proprio tramite un focus su queste si articola l’opera dell’Arcivescovo, che già nella parte iniziale “In principio fu il sogno” richiama i giovani a non considerare questi come mere fantasie irrealizzabili, incoraggiandoli affinché osino, prendano delle scelte per migliorare sé stessi e per proiettare questo progetto al mondo, senza accontentarsi della dimensione illusoria del web. Ne Il risveglio fu la vita, secondo capitolo del volume, l’esistenza viene descritta come unica ed irripetibile, da qui ne deriva l’esortazione ad alzarsi, ad essere tenaci e compiere delle scelte: “È giusto prendere delle decisioni e delle volte sbagliare piuttosto che rimanere fermi nella comodità e nelle illusioni, facendo trascorrere la vita in maniera anonima e passiva” ha spiegato Don Mauro che nel parlare di tenacia rimarcava la missione essenziale dei giovani turbati dalle difficoltà incrociate lungo il loro cammino, coltivare la speranza; questa corre su un binario parallelo alla giovinezza, non bisogna spegnerne la luce anzi i ragazzi devono aprirsi al futuro e trarre insegnamento dalle esperienze degli altri. Gli ultimi moniti si riferiscono al fine intrinseco dell’esistenza, una felicità realmente tale solo se santa e dotata di senso dalla forza dell’amore. Parole sempre giovani, perché ai giovani la Chiesa vuol quindi parlare invitandoli a riscoprire il valore assoluto della realtà che li circonda: Ascoltare, contemplare e pensare per ricongiungersi con la propria interiorità, meditando su sé stessi e fugando le distrazioni di una società moderna sempre più frenetica e povera di significato.

(A.M. Romanelli Rosa – A.M. Ruoti Viviana – A.M. Vicini Paologiorgio)