Alla base aeronautica di Loreto la visita della “nostra vicina di casa”

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(04-09-2020) Penso spesso, molto spesso, a quanto mi sarebbe piaciuto essere contemporaneo e conterraneo di Gesù. Penso pure all’emozione grande da far scoppiare il cuore di avere Maria santissima come vicina di casa, essere invitati a pranzo da lei, poter condividere con lei un po’ delle mie emozioni, dei miei sogni…, per imparare a fare dei miei sogni, appunto, quello che ha saputo farne lei dei suoi. Piccola donna di Nazareth che, come tutte le ragazze della sua età che incontrava tutti i giorni al pozzo per attingere acqua, sognava di diventare moglie, di diventare mamma, di farsi una famiglia, di accudire alla sua piccola casa. Ma un bel giorno irrompe l’Onnipotente in quelle squallide mura domestiche, dove lei pensa, riflette, sogna, prega e custodisce tante cose nel suo cuore. Dio le propone qualcosa di “straordinario” (di ordinario più qualcos’altro), le fa una proposta di quelle da rimanerci secchi, tanto è grande e folle l’iniziativa di Dio. Ma Dio, per primo, ha già detto “sì” all’umanità, a Maria, e ora tocca a lei pronunciare il suo “sì”, il suo “Amen”. Okay, Signore, Dio fedele, ci sto, so che tu non mi stai usando come un utensile, ma mi stai chiamando a co-operare con te, il bene del mondo intero sta a cuore anche a me. “Amen”, Dio dei nostri Padri”. E cosa succede? Maria deve forse cancellare i suoi sogni per fare spazio a quelli di Dio? No! I suoi sogni rimarranno ancora vivi e si concretizzeranno tutti: avrà il suo bel matrimonio con l’amato del suo cuore, il fantastico Giuseppe, avrà un figlio… e che figlio!, avrà una casa… e che casa! I sogni di Maria di Nazareth diventano vita, prendono corpo, e messi nelle mani del buon Dio si sviluppano e si amplificano fino a profumare come un’eterna primavera tutto l’universo, ogni creatura, me, te, proprio tutti. Felice nuova stagione del mondo!

Stiamo vivendo l’Anno di Grazia nel Centenario della proclamazione della Madonna di Loreto a Patrona di tutti coloro che cavalcano le onde del cielo. L’Aeronautica Militare, che si pregia di essere la “Scorta d’onore alla Celeste Patrona”, la onora e la festeggia come merita. Ma Maria è più grande di noi, più grande di quanto possiamo riuscire ad immaginare, non se ne sta seduta sulla sua poltrona di Regina, ma si scomoda e va incontro ai suoi figli. Sì, questo è quello che abbiamo vissuto a Loreto al Centro di Formazione Aviation English dal 31 agosto al 3 settembre: Maria è venuta a trovarci, è venuta a stare con noi, ci ha portato il suo sorriso, la sua tenerezza e il suo abbraccio materno. Per noi della Base di Loreto Maria è a tutti gli effetti la nostra “vicina di casa”, possiamo andare a trovarla al suo indirizzo e perciò è bello constatare che si è “scomodata” per noi e per aiutarci a fare come lei.

Proprio Sua Eccellenza Mons. Fabio Dal Cin, Arcivescovo Prelato del Santuario della Santa Casa, nell’omelia della Messa che ha presieduto l’1 settembre, ci ha ricordato proprio questo fatto. Come Maria dobbiamo imparare ad avere grandi ideali, solo grandi ideali fanno grande la vita, ideali sempre più elevati, più eccelsi, che non guardano al nostro bene o interesse di parte, ma al bene di tutti, di tutta l’umanità, soprattutto tenendo cari nel cuore i più poveri, i più deboli e più abbandonati. Maria, fanciulla che ha imparato molto presto a “volare alto nella vita”, sempre più in alto fino a riuscire ad unire il cielo e la terra in un abbraccio senza fine. Solo così, facendo come Maria, la nostra vita sarà più bella, più degna di essere vissuta, più efficace, più realizzata se davvero, come lei, vogliamo essere nel mondo autentici costruttori di pace. Maria – ha ancora detto il Vescovo – ci è stata data come Madre proprio da Gesù, il suo Figlio adorato, il Creatore che in lei si è fatto creatura, lì, sul Gòlgota, nel momento supremo della manifestazione della misura dell’amore di Dio – che è un amore senza misura -, lì Gesù dona la sua mamma al discepolo Giovanni, e a noi, con le parole: “Ecco tua Madre” e rivolgendosi a lei dirà: “Ecco tuo figlio”. Come non accettare un dono così bello, così grande, così concreto. Abbiamo una mamma, abbiamo bisogno di una mamma, senza la mamma non c’è vita! Se abbiamo una Mamma, e ce l’abbiamo, noi siamo una famiglia e come tale ci uniamo per intrecciare i nostri sogni con i sogni di Dio. Davvero quando gli uomini compiono cose umane e belle si comportano da Dio, e davvero quando Dio fa cose da Dio si comporta da uomo. Dio nasce, impara a fare il bambino, abita una casa, ha una famiglia, si nutre di tenerezza… e il mondo non è più e non sarà mai più quello di prima.

Dopo aver accolto il “dono” di Gesù (Gv 19:26-27), una Mamma, siamo passati a considerare alcuni aspetti di questo dono: Gesù ci ha affidati ad una “Mamma premurosa” (Gv 2:1-11). Il secondo giorno ha presieduto l’Eucarestia Padre Franco Carollo, Rettore della Basilica della Santa Casa, e proprio lui, nella sua omelia, si è soffermato sul fatto che Maria è donna di casa: vive nella sua casa di Nazareth (casa dei genitori, culla della vita, luogo di crescita e di educazione); Maria si reca nella casa di Aein Karīm dalla cugina Elisabetta (casa dei parenti, luogo del servizio e della disponibilità); poi a Cana di Galilea in casa di amici (spazio di attenzione alla gioia e alla condivisione). Tre case nelle quali Maria parla: “Si compia in me secondo la tua Parola”, “L’anima mia magnifica il Signore”, “Fate quello che lui vi dirà”. Maria, oltre ad invitarci all’obbedienza a Cristo e al Vangelo, è maestra di relazioni, ogni casa ci parla di relazioni: familiari, parentali e amicali. Lei ci guida per la strada giusta per curare la qualità delle nostre relazioni, che non vanno né consumate né usate, ma costruite sull’accoglienza dell’Altro/altro.

Il 3 settembre, la nostra ultima giornata con Maria ospite stupenda a casa nostra, è stata una giornata davvero intensa. La santa Messa, presieduta dal sottoscritto, ci ha dato modo di riflettere sul Vangelo dell’annunciazione (Luca 1:26-38), quello stupendo brano in cui risuona il “do-di-petto” di Maria, il suo “sì”, un ”Amen” alla volontà di Dio. Un sì coraggioso, un sì totale, un sì che porta in sé la forza di sfidare tutte le leggi del suo paese e del suo popolo. Donna coraggiosa che, semplicemente perché ha imparato a contare unicamente su Dio, sa che Colui che è Fedele non la potrà mai abbandonare e che la sosterrà affinché possa portare a buon fine la sua missione, quella di generare la Vita, una Vita per tutti, una salvezza per tutti, una autentica liberazione e redenzione di tutta l’umanità di ogni tempo e di ogni latitudine. Maria ci insegna che solo contando su Dio, sul Dio fedele, possiamo avere la certezza di raggiungere “livelli di volo” inimmaginabili, e ci insegna anche ad essere umili, perché chi conta troppo su se stesso spesso si dimentica che sta contando sul più grande asino di questo mondo.

Si è vissuto anche un bellissimo incontro tenuto dal sottoscritto e alla presenza, oltre che dei membri del quadro permanente della Base, anche il Corso “Urano V” dell’Accademia Aeronautica, che in questo periodo si trova qui per lo studio della lingua inglese.  A loro è stato indicato il vero motivo che lega l’Aeronautica al Santuario della Santa Casa e alla Madonna che la abita. Il volo dell’Arcangelo Gabriele che dal cuore di Dio – un Dio sempre preoccupato delle sorti dell’umanità – vola dal cielo sulla terra, atterra nella piccola e squallida della casa di Nazareth, piccola abitazione che ben rappresenta tutte le forme di povertà, le lacerazioni e le situazioni di morte di questo nostro mondo. Dio “organizza” un volo, con una missione da portare a termine e l’Arcangelo si precipita per portare un annuncio di liberazione, di pace, di redenzione e per questo Dio cerca la collaborazione di una creatura. Quale bellezza è potere, ogni giorno, entrando in una Base qualunque dell’Aeronautica Militare, guardare a questo volo e prendere ispirazione per imparare “come” volare, “perché” volare, “quando” volare. E Maria in tutto questo rimane sempre al nostro fianco, anche sulle nostre macchine volanti, ci aiuta, ci sostiene, ci dice che possiamo sempre andare più in alto, perché più in alto si va più ci si avvicina a Dio e si impara ad amare come Lui, come Lei, tutto, tutti. La Preghiera dell’Aviatore recita, tra l’altro: “Noi siamo uomini – come Maria semplice donna -, ma saliamo verso di Te … per cantare col rombo dei nostri motori la Tua gloria e la nostra passione”. Se non si passa da Loreto tutto questo non è possibile, bisogna partire dal contemplare dal mistero che la Santa Casa racchiude se si vuole avere la pretesa di volare nel modo giusto e, soprattutto, se si vuole che la vita di un  aviatore sia una missione, un servizio e non un mestiere o una semplice occupazione. Un meraviglioso sogno, un ideale davvero elevato, tutto possibile se ci lasciamo ispirare dal piano di volo del Buon Dio e accogliamo il conforto e la protezione di Maria che lungo le nostre rotte, le rotte della vita, sia per le vie del cielo che a terra, è sempre lì, pronta, a regalarci un abbondante “rifornimento in volo” affinché le nostre destinazioni siano sempre raggiunte, i nostri voli, per quanto arditi, possano sempre giungere a buon fine e, dopo avere toccato terra, vivere con gli altri e coi propri cari col cuore rinnovato, un cuore che in volo si è allargato, perché i polmoni e il cuore stesso si sono riempiti di Cielo, e tu, noi, io, tutti diventiamo credibili costruttori di pace. Il mondo ha davvero bisogno di persone così. Che l’Anno Giubilare, in questo Centenario, ci dia la spregiudicatezza di osare di imitare Maria!

P. Giuseppe Faraci