Mons – La beneficenza della Comunità Italiana per il Santo Natale

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(24-12-2020) Per poter descrivere i tratti distintivi e l’immagine della Comunità Italiana presente presso il Supreme Headquartes Allied Powers Europe di Mons non basterebbe lo spazio di un solo articolo. Essa si presenta come una collettività viva e profondamente radicata in una sorta di continuità storica tra il passato, il presente ed il futuro, composta e raccontata da tutti coloro che qui vivono prestando il loro servizio nel centro dell’Europa: militari italiani con le loro famiglie o ex militari giunti in missione, ma che poi hanno costruito la loro vita lontano dall’Italia.

Un episodio recente, però, può aiutarci a comprendere cosa significa il senso di appartenenza alla Comunità Italiana di SHAPE. Verso la fine della celebrazione Eucaristica dell’Ultima Domenica di Avvento, Don Salvatore Lazzara, Cappellano militare della Rappresentanza Militare, accogliendo le richieste della chiesa di Notre-Dame de Messines di Mons, ha lanciato un appello per la raccolta di generi alimentari da destinare ai più bisognosi. Un’esortazione che sembrava anche arrivare un po’ al limite del tempo disponibile, tra l’imminenza delle “partenze” del personale, le difficoltà del momento storico, il serpeggiare della pandemia del COVID-19 con i divieti normativi che limitato i nostri contatti sociali e le difficoltà di comunicazione diretta (le celebrazioni, ricordiamo, ridotte numericamente e fruibili tramite i canali social). Eppure la risposta della Comunità Italiana è stata più che sorprendente! Nell’arco di due giorni (lunedì e martedì) presso la Shape International Chapel si sono presentate numerose persone con scatole colme di ogni sorta genere alimentare, senza dimenticare i prodotti da destinare ai più piccoli. Ognuno di loro non portava solamente del cibo, ma qualcosa di straordinario che andava ben oltre il semplice dono: era un gesto di umanità nell’inverno della malattia, era la voglia e la volontà di essere accanto a chi è meno fortunato, la capacità di sperare e andare oltre le difficoltà ed il dolore. Ognuno di loro portava con sé un ricordo che si univa, man mano, alle tante esperienze comuni narrate, vissute e condivise. Ma cos’è che accomuna così tante persone? Certamente l’appartenenza alla propria Nazione di origine. Eppure, c’è qualcosa in più che ha creato e crea un legame così forte e che fonda le proprie radici in un’identità più profonda, che varca i confini nazionali; si tratta dell’essere cristiani, in un’identità comune che è identità storica e religiosa dell’Italia e degli italiani. Si comprende quindi come la raccolta per i più deboli, diversamente da quello che può essere un gesto di solidarietà o di beneficenza, è stato caratterizzato da un più profondo senso di carità, di carità cristiana. Poiché la carità cristiana è condivisione: condivisione da un lato delle difficoltà e delle tristezze altrui e dall’altro condivisione di una parte di se stessi con gli altri, con chi ne ha più bisogno; la carità è lo sguardo rivolto verso il prossimo, è un gesto che va oltre l’essere umano ma che contempla e vive l’insegnamento evangelico. Ecco quindi uno dei tratti distintivi della Comunità Italiana di SHAPE. E così l’indomani, nonostante l’imperversare di una pioggia scrosciante, il Cappellano militare, Don Salvatore Lazzara, “newcomer”, e Pino Rampini, “senior” della comunità, si sono recati da Padre Remo Pristin per consegnare il frutto della generosità di tanti, in aiuto di coloro che si recheranno a Notre-Dame de Messines per ricevere un conforto.

Forse questo Natale 2020 sarà ricordato per la lontananza fisica dai propri cari e per il colore delle zone di contagio, ma non sarà dimenticata la forza della spiritualità che riscalda la culla di Betlemme che vive nei cuori delle persone.

Adolfo Parente