Cecchignola – Via Crucis stasera nella Chiesa del Comprensorio

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(26-03-2021) Questa sera alle ore 18:30, presso la Chiesa del Comprensorio Citta militare della Cecchignola, avrà luogo la Via Crucis contemplando le stazioni del pittore Enrico Roberti. Di seguito uno scritto del figlio del pittore, Carlo Roberti, fattoci pervenire dal cappellano don Salvatore Nicotra.

 

Enzo Roberti è stato da sempre affascinato dalla Via Crucis; ne ha dipinte tante nella propria vita artistica subendo il fascino della vicenda di Cristo vista sempre da uno sguardo ‘laico’ tipico di un artista ma intriso di spiritualità.

Questa Via Crucis è stata dipinta nel 1975 ed è un risultato di due anni di lavoro durante i quali si sono succeduti confronti con i massimi esponenti della Commissione Pontifica di Arte Sacra (in particolare con Monsignor Fallani). In una prima versione Gesù era stato ritratto in abiti moderni (camicia, il simbolo della pittura di Roberti, e pantaloni). Dopo ampio confronto/scontro con Monsignor Fallani il pittore accettò il consiglio di raffigurare Cristo con la tunica e dipinse nuove versioni di 7 delle 14 stazioni. Nella stazione dell’incontro con la Madre (rimasto nella versione originale) la camicia è ancora presente.

Nel 1976 la Via Crucis fu esposta al Colosseo durante la cerimonia del Venerdì Santo con Papa Paolo VI. Dietro ogni quadro c’era un ragazzo a cui era stata affidata l’opera; io avevo in gestione la sesta stazione, quella in cui Gesù incontra la Veronica.

Tutti i bozzetti preparatori per le stazioni sono stati disegnati con modelli umani (fondamentalmente io e mio fratello Bruno). La Via Crucis è stata esposta in molte città italiane oltre a Roma e Subiaco (paese natale del pittore) (Verona, Fabriano, Sassari, Cagliari). Nel 1989, esattamente un anno prima della prematura scomparsa del pittore, la Via Crucis è stata donata alla chiesa del Presidio.

Nel Catalogo di presentazione della Via Crucis a firma Monsignor Fallani a proposito della dodicesima stazione (la morte) scrisse a mio avviso le più belle parole su un’opera di mio padre che vorrei condividere con voi ringraziandovi di nuovo per l’occasione che mi avete dato:

 

“Questa volta, nella dodicesima Stazione, Enzo Roberti ha raggiunto quello che in arte, una volta, si chiamava il sublime. Tutto quello che si può dire sarebbe divenuto scenografico, d’un tratto, se l’artista non avesse trovato una sua via per riportare l’immagine sacra nel misticismo della preghiera e nell’incantesimo della realizzazione, che viene raggiunta attraverso un cielo e una nube che ricoprono il Cristo, avvolgendolo di mistero. Si avverte subito che questa morte non potrà paragonarsi alle altre; questa sbocca nella vita e nella consumazione di quanto l’Amore misericordioso aveva riservato per l’uomo. Svincolandosi dal rigore degli schemi teorici l’artista, con questa nuova interpretazione del mondo delle forme, ha raggiunto il canone di verità e di bellezza”.