Visita del card. Giuseppe Petrocchi al 9° Reggimento Alpini L’Aquila

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(21-04-2021) Il 19 aprile u.s. il 9° Reggimento Alpini L’Aquila ha vissuto una mattinata significativa e toccante con la visita del card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita della città dell’Aquila, accolto con sentimenti di gioia e gratitudine dal Comandante col. Gianmarco Laurencig che ha visto realizzarsi il desiderio espresso nell’incontro avvenuto presso l’Arcivescovado lo scorso mese di gennaio. In quell’occasione il col. Laurencig aveva salutato il card. Petrocchi auspicando di poterlo presto “ospitare presso la Caserma Pasquali insieme agli uomini e alle donne che con onore prestano servizio nei ranghi di questa gloriosa unità”.

La cerimonia di accoglienza è iniziata alle 10:30 con il picchetto d’onore che ha salutato l’arrivo del card. Petrocchi accolto dal Comandante e dal Cappellano del 9° Reggimento Alpini, padre Daniele Di Sipio. Presenti per rendere omaggio al Cardinale il decano dei Cappellani Militari, don Claudio Recchiuti, il Cappellano della Guardia di Finanza, don Luca Giuliani e il Presidente ANA della Regione Abruzzo, Pietro D’Alfonso.

Dopo un breve colloquio privato tra il Cardinale e il Comandante, il presule è stato accompagnato a visitare le sale del museo storico e successivamente ha assistito ad una simulazione di intervento di primo soccorso da parte degli alpini dell’unità rocciatori. Al termine dell’esercitazione il Cardinale è stato accompagnato nella Cappella della caserma per un breve momento di preghiera e di raccoglimento che si è concluso davanti al Ceppo commemorativo che si trova all’interno della caserma dove il card. Petrocchi ha reso omaggio ai nove martiri aquilani, uccisi dai nazifascisti il 23 sett. 1943, con l’accensione di una lampada commemorativa.

La cerimonia è continuata con un altro momento intenso ed espressivo dei reciproci sentimenti di fraterna gratitudine che lega la Chiesa dell’Aquila al corpo degli Alpini. L’Arcivescovo in piazza d’Armi ha incontrato i due battaglioni: “L’Aquila” e “Vicenza”; il Comandante ha illustrato le capacità e lo spirito di servizio nei confronti del nostro Paese racchiuso nel motto “Ad aspra super Alpes Patria vocat!”. Rivolgendo il suo discorso al Cardinale, il col. Laurencig, ha anche sottolineato il forte legame che unisce gli Alpini al territorio aquilano, alla sua gente e all’intero Abruzzo; “il corpo degli Alpini” ha affermato il Comandante “è forte, determinato e coeso, come lo è stato, lo è e lo sarà la gente, il popolo aquilano, duramente colpito a più riprese da numerose tragedie e traumi collettivi”. Il Comandante ha messo in evidenza altri comuni elementi identitari tra il 9° Reggimento Alpini e il popolo aquilano, soprattutto “la solida matrice cristiana, tipica degli alpini ma anche del popolo aquilano, che ha da sempre spinto a mobilitarsi a favore del supporto alla collettività e di chi si trova in difficoltà”. Aspetti che sono stati ripresi e condivisi nel discorso di ringraziamento del card. Petrocchi, il quale si è rivolto al Comandante e al Reggimento con parole di apprezzamento e riconoscenza: “la città vi stima e vi vuole bene” ha detto il Cardinale e ha aggiunto “la nostra gente non deve fare fatica per capirvi e per farsi capire. Vi è vicina, anche caratterialmente”. Il presule ha poi parlato del legame di amicizia vera che si percepisce tra il 9° Reggimento Alpini e gli aquilani che con gli eventi sismici del 2009 e poi del 2016 e 2017 si è ancor più consolidato attraverso concreti gesti di solidarietà, al punto che citando San Tommaso d’Aquino, ha aggiunto “l’amico è sempre amico per l’amico, infatti l’amico sa rimanere a fianco e non retrocede, qualunque cosa accada!

La visita si è conclusa dinanzi la Bandiera di Guerra, dove il Cardinale ha ricevuto in omaggio la penna alpina in ferro battuto e ha lasciato un Suo pensiero sull’Albo d’onore, come segno di questo forte legame che continuerà a sussistere tra la Chiesa aquilana e gli Alpini.

Le mascherine non hanno impedito di far trasparire dagli sguardi del Comandante e del Cardinale una grande commozione e una profonda reciproca gratitudine.

Padre Daniele Di Sipio ofm