La Santa Casa di Loreto-Nazaret, fonte della vera “bellezza”

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(15-11-2021) Proponiamo un bel contributo mariano, opera di don Giuseppe Faraci. Il testo è stato pubblicato dal periodico “Il Messaggio della Santa Casa di Loreto” nel numero ottobre/novembre (n.9) 2021.

 

Da tanti anni vivo a Loreto, nella “città di Maria”, come annuncia un grande cartello all’ingresso del paese per chi proviene dall’autostrada. Qui ho la fortuna di potere andare a trovare la Madonna nella sua Casa. Luogo straordinario per la preghiera, per meditare, luogo per sentirsi a casa propria. E penso spesso, molto spesso, a quanto mi sarebbe piaciuto essere contemporaneo e conterraneo di Gesù. Penso pure all’emozione grande da far scoppiare il cuore di avere Miryam di Nazaret come vicina di casa, essere invitato a pranzo da lei o anche per un semplice bicchiere di acqua fresca, poter condividere con lei un po’ delle mie emozioni, dei miei sogni…, per imparare a fare dei miei sogni, appunto, quello che ha saputo farne lei dei suoi. Piccola donna di Nazareth che, come tutte le ragazze della sua età che incontrava tutti i giorni al pozzo per attingere acqua, sognava di diventare moglie, di diventare mamma, di farsi una famiglia, di accudire alla sua piccola casa. Ma un bel giorno irrompe l’Onnipotente in quelle squallide mura domestiche, dove lei pensa, riflette, sogna, prega e custodisce tante cose nel suo cuore. Dio le propone qualcosa di “straordinario” (di ordinario più qualcos’altro), le fa una proposta di quelle da rimanerci secchi, tanto è grande e folle l’iniziativa di Dio. Ma Dio, per primo, ha già detto “sì” all’umanità, a Maria, e ora tocca a lei pronunciare il suo “sì”, il suo “Amen” a Dio. Okay, Signore, Dio fedele, ci sto, so che tu non mi stai usando come un utensile, ma mi stai chiamando a co-operare con te, il bene del mondo intero sta a cuore anche a me. Maria non è una madre surrogata, non offre un utero in affitto perché a Dio serve far nascere un figlio, ma offre tutta se stessa, con amore, per amore, perché ama l’Amore. “Amen, Dio dei nostri Padri”. E cosa succede? Maria deve forse cancellare i suoi sogni per fare spazio a quelli di Dio? No! I suoi sogni rimarranno ancora vivi e si concretizzeranno tutti: avrà il suo bel matrimonio con l’amato del suo cuore, il fantastico Giuseppe, avrà un figlio… e che figlio!, avrà una casa… e che casa! I sogni di Maria di Nazareth diventano vita, prendono corpo, e messi nelle mani del buon Dio si dilatano, si sviluppano e si amplificano fino a profumare come un’eterna primavera tutto l’universo, ogni creatura, me, te, proprio tutti. Felice nuova stagione del mondo! L’annunciazione è il punto di estasi della storia umana. La falla attraverso cui entra l’acqua di un’altra sorgente. Quell’annuncio è una fessura di luce attraverso la quale la nostra storia riprende respiro, allarga le ali, spicca il volo. Impariamo a guardare questa figlia di Israele parlare alla pari col principe degli angeli! Guardiamola mentre ascolta, si rassicura, chiede informazioni. Guardiamo questa ragazzina che attende con maturità, che riflette, che sa. Sa che la sua vita è ad un bivio. Sa che Dio le chiede di diventare la Porta del Cielo per permettere a Dio di entrare nel mondo. Guardiamo questa adolescente che riscatta alla grande l’opaca figura di Eva e la stupidità di Adamo. Guardiamola mentre capisce che Dio chiede collaborazione, che chiede un corpo e un’anima, che chiede una famiglia. Maria indugia, trema, ma accetta, lei capisce che tutta la Creazione attende col fiato sospeso il suo “Sì”. Ora la sua vita è di Dio, ora la sua vita è nostra, per sempre, come un forte abbraccio da quale non vorremmo mai staccarci.

Guardiamo un po’ da vicino il mistero che la Sacra Scrittura ci dice riguardo a Maria di Nazaret (Luca 1:26-38).

Nazaret era una cittadina sconosciuta della Galilea e malfamata per quei pochi che ne avevano sentito parlare. Quattro case scavate nel fianco della montagna con poche centinaia di abitanti. Nessun accenno nella geografia dei libri sacri. Era un villaggio di poveri, e la povera gente, come si sa, non fa mai notizia, né allora né oggi!

Erano gli ultimi giorni di marzo. La primavera cominciava a farsi sentire. Faceva ancora un po’ freschino, ma i fiori cominciavano a sbocciare restituendo colore ai rami spogliati dal rigido inverno. Maria aveva già messo le pentole sul fuoco per preparare il pranzo. Era appena tornata dal pozzo. Era stanca. Il sudore le colava lungo il viso. Voleva riposarsi, ma non riusciva a tenere ferma la testa. Le veniva in mente tutto ciò che aveva discusso con le sue vicine ai bordi del pozzo. Le cose non andavano bene: il loro paese era in mano agli stranieri che sfruttavano la gente. I ricchi, lecca piedi professionisti, si erano alleati con loro. Pur di conservare i propri privilegi, avevano venduto l’anima ai romani. La corruzione, il lusso e l’immoralità erano di casa nei loro palazzi. A farne le spese erano i poveri. La polizia non aveva nessun rispetto per la gente umile. Gli esattori delle tasse sembravano delle sanguisughe. Erano abili nello spillare quattrini. Il lavoro dei poveri non aveva alcun valore. Dappertutto erano evidenti i segni della fame, della miseria e della violenza. Persino nel tempio non c’era spazio per i poveri: i posti migliori erano assegnati ai pezzi grossi.

Erano queste le cose che la gente commentava a mezza voce, quando andava a prendere acqua alla fonte. Era l’argomento del giorno, soprattutto nella Galilea. Maria meditava tutte queste cose nel suo cuore. Sarà che Dio si era dimenticato del suo popolo? Sarà che era diventato sordo al grido degli oppressi? Le sembrava di diventare pazza, quando all’improvviso la sua casa fu invasa da una luce e si udì una voce: Gioisci Maria, il Signore è con te! Non avere paura. Nessuno vuole farti del male. Anzi, puoi ritenerti fortunata. Dio ti ha scelta per essere la Madre del Salvatore.

Sorpresa totale! Proprio lei, così piccola e insignificante, viene invitata ad essere la madre del liberatore dell’umanità. Non le sembrava possibile. Doveva esserci un errore. Forse l’angelo aveva sbagliato indirizzo. Capitava spesso. A Nazaret le case erano tutte uguali. Doveva trattarsi sicuramente della vicina che non desiderava altro che abbandonare quel posto malfamato.

– Come è possibile se non sono ancora sposata?

– Non avere paura, Maria! A Dio nulla è impossibile. Anche tua cugina Elisabetta, così anziana, è già al sesto mese di gravidanza, mentre tutti sapevano che non poteva aver figli.

Maria non aveva più scuse da trovare. Le tremavano le gambe, ma non ci pensò due volte. Si consegnò nelle mani di Dio.

– Ecco l’ancella del Signore. Si faccia di me secondo la tua parola.

 

E tutto questo, forse, può sembrare ovvio, o forse poco, ma le cose non stanno affatto così! Nulla è ovvio e neppure banale quando Dio e l’uomo si alleano!

Maria conosce bene, anzi benissimo, la cultura, le leggi e le tradizioni del suo popolo. Maria sa, perché lo avrà visto tante volte, la fine che fanno, tra la sua gente, le donne adultere, donne in attesa di figli fuori dal matrimonio: vengono uccise con la lapidazione in una pubblica piazza. Maria lo sa. E allora che fa? Si nasconde? Si trucca per non mostrare la verità che c’è nel suo grembo o del suo viso che diventa sempre più bello? Scappa? Chiede a Dio di cambiarle nazionalità? Chiede a qualcuno un modulo di protezione particolare? No, Maria continua la sua vita di povera ragazza di Nazaret. Continuerà a fare le pulizie di casa, andrà ancora a fare la spesa, andrà al pozzo a prendere l’acqua e dovunque andrà sentirà come un insopportabile alito pesante il chiacchiericcio delle sue amiche, delle comari sempre presenti e con la parola pronta a ferire: ma guarda quella lì, sembrava una santarellina e invece …!!! Maria sa che ad ogni istante potrà essere acchiappata per i capelli, venire trascinata in una piazza e lì venire lapidata. Maria sa che il suo “Sì” al Signore le può arrecare la morte, una morte vera e non presunta. Eppure va avanti con coraggio, a testa alta, non arretra di un millimetro, non cambia nulla delle sue abitudini, se ne infischia di quello che potranno pensare gli altri, lei sa di non avere fatto nulla di male, assolutamente nulla. Lei sa che con la sua povertà arricchirà la terra e la inonderà di pace e salvezza: il suo grembo contiene tutto questo. Lei sa pure che il Dio dei suoi padri non la abbandonerà perché è il Fedele.

Lei è pura, lei è generosa, lei ha imparato a guardare la vita da lassù, lei, ancora piccola, ha già imparato a volare alto, molto alto nella vita, guarda già la vita dalla stessa prospettiva di Dio. Maria donna di grande coraggio, di un coraggio sovrumano, capace di sfidare tutto e tutti. Lei non si ferma, non ha paura.

Quante cose ci insegna questa piccola donna, di un piccolo paesino, abitante una piccola casetta, che con una piccola parolina (“Sì”) … ha saputo cambiare alla grande il mondo intero, e per sempre.

Guardiamo, perciò a Maria per imparare cosa vuol dire avere coraggio di testimoniare l’amore di Dio, osare nella vita, avere ideali e valori nei quali credere, per i quali lottare e persino morire, se necessario.

Maria, non una piccola donnina dal collo storto, non una persona imbottita come un salame immangiabile con una fede bigotta, non una creaturina spaventata, non una chiacchierona di cose sacre …, ma grande donna di grande coraggio. Vera figlia dell’umanità, vera sposa di Dio. Vera creatura e vera Madre del suo Creatore. Che modello per ognuno di noi!

Maria persona straordinaria, diremmo “una bella persona” – un giorno suo Figlio, anche lui sarà “il pastore bello” -, persona che da duemila anni fa sognare e scuotere le nostre coscienze e ci spinge e stimola a sognare con i sogni di Dio.

A Nazaret, c’è un detto che tutti, ebrei, cristiani e musulmani, amano dire: “Le ragazze di Nazaret sono le più belle del mondo perché tutte un po’ somigliano a Maria”. Anche la Santa Casa di Loreto, come quella di Nazaret, deve diventare per tutti noi la sorgente di tanta bellezza e non solo per le ragazze! Che tutti, loretani e pellegrini, possiamo, dalle sante pietre e da Colei che la abita, attingere le ragioni per una vita che sia un volare alto, una vita che ci renda, anche ciascuno di noi, “belle persone”, anche noi somiglianti a Miryam di Nazaret!

P. Giuseppe Faraci
Loreto