Il presepe nella missione in Niger

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(13-12-2021) È con profonda commozione che Don Nicolas Hedreul, il primo cappellano della missione MISIN mandato in Niger, ha ammirato e benedetto il presepe interamente fabbricato con le risorse ed i mezzi del posto dai più talentuosi militari del 6° reggimento Genio Pionieri, attualmente impegnato in questo Teatro Operativo per edificare la base italiana di Niamey. Emozione, perché se il progetto della cappella è ancora un lontano miraggio, già con questo presepe insieme ad un bellissimo crocifisso con il suo capitello collocati presso il cantiere della base, la nostra Chiesa Militare si è resa visibile e offre un richiamo spirituale in questo angolo di deserto rosso nigerino, un segno di speranza e di conforto nell’operato quotidiano. Il presepe non manca mai in nessuno dei nostri Teatri Operativi e non può mancare, come era presente pure nei posti di combattimento più avanzati e più duri durante la prima guerra mondiale. Non può mancare perché è il segno della nostra professione di Fede nell’Incarnazione della Parola di Dio venuto a salvare questo mondo facendosi bambino. Non può mancare perché unisce credenti e non credenti nella raffigurazione e nella celebrazione della propria famiglia. A differenza dell’albero natalizio che appartiene alla cultura tedesca, il presepe è il segno italiano dell’amore per la Pace per eccellenza. Declinato in mille scenografie diverse, questa raffigurazione è il simbolo più caro per ogni militare nei giorni più pesanti della sua missione e il più rincuorante: ricorda la nostra infanzia e l’amore dei nostri genitori e soprattutto rende in certo modo presente i nostri figli rimasti in Italia. Anche nella sua forma la più semplice, riassume l’oggetto della vita militare e della nostra missione: il dono di noi stessi per contribuire alla fraternità dei popoli, al benessere dell’Italia ossia alla salvaguardia delle nostre famiglie e dei nostri figli, anche a costo della vita stessa.