San Giovanni Rotondo – La luce dell’amore condiviso con i piccoli

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(22-12-2021) “Non esiste povertà peggiore che non avere amore da dare”. Basterebbe questa breve, ma incisiva espressione di Madre Teresa di Calcutta, per farci comprendere l’essenza della vocazione di ogni umana persona. Tuttavia, bisogna sempre riportarla alla memoria, specialmente alla memoria del cuore, per ricordarci quanto bene ci fa il bene fatto. In un mondo in cui spesso e volentieri l’egoismo, l’indifferenza, la mancanza di valori autentici e profondi, il giudizio impietoso che si nasconde dietro compiacimenti e sorrisi solo in apparenza sinceri, di farisaica memoria, di chi non osa mai sporcarsi le mani in prima persona, sembrano farla da padrona, dare testimonianza del bene vissuto e condiviso, diventa ancor più producente per diffondere la logica evangelica dell’amore. Il male, ci insegna la Parola di Dio, va combattuto con il bene e non c’è bene più grande e più forte dell’Amore. Dio è amore ci ricorda Giovanni (1Gv 4,16).

Il Natale ci racconta di questa storia di amore di Dio per e con l’umanità. Un amore che supera ogni umano ragionamento e che si può cogliere e accogliere iniziando a percorrere il cammino della fede che richiede necessariamente il sapersi arrendere ed abbandonare senza timori a questa follia di amore da parte di Dio. Dio ha dato tutto di sé, ci ha donato il Figlio. In Lui, in Cristo, abbiamo conosciuto il volto del Padre, abbiamo capito che nell’amore non c’è spazio per l’io, per il tornaconto personale, per gli interessi spiccioli di chissà quali mire o ambizioni… nell’amore c’è solamente il tu. C’è l’altro, da incontrare, accogliere, ascoltare e amare, magari anche da perdonare, ma c’è sempre un altro da noi, con il proprio mondo, la propria storia, il proprio cammino, le proprie gioie e le proprie croci e prove da sopportare, affrontare e con le quali deve necessariamente convivere.

Ed è a partire da queste ultime situazioni che la frase presa in prestito a Madre Teresa di Calcutta “Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso”, ha voluto dare la giusta collocazione e il giusto significato al gesto di condivisione voluto, organizzato e vissuto dallo Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Puglia”, dal V DAI reparto di Stato Maggiore Difesa e dal 32° Stormo di Amendola. Un sorriso che nasce dall’amore messo in circolo e condiviso con i bambini del Reparto Oncologico del poliambulatorio di San Giovanni Rotondo. Un gesto in apparenza semplice, ma che è andato oltre il dovuto o il dato a livello materiale. Un gesto che ha voluto toccare e far vibrare le corde del cuore, di ciascun cuore, di coloro che erano presenti, ma che ha voluto raggiungere, come buona testimonianza di vita profumata di Vangelo, anche i lontani, per dire, senza alcune pretesa di sentirsi né superiori, né migliori poiché tutti noi siamo sulla strada della conversione, che vale la pena spendersi per amore dando così un senso pieno alla propria vita. Vanno recuperati la fraterna e sincera vicinanza, l’umana prossimità, la semplicità di una parola, la capacità di dedicare un po’ del proprio tempo, la volontà di condividere qualcosa sentiamo come nostro, il coraggio di partire dalle cose semplici ed umili, così come si presenta un gesto di amorevole gentilezza di cui il mondo ha sempre bisogno.

Questa vera ricchezza, che dovrebbe riempire le nostre aspirazioni, i nostri pensieri e le nostre giornate, la possiamo ritrovare partendo dall’incontro con i piccoli e specialmente con i piccoli la cui vita è stata segnata dalla sofferenza. La loro storia, i loro volti, i loro occhi al cui interno troviamo un oceano di sconfinato desiderio di essere amati e riamare, ci insegnano a recuperare i valori autentici della vita, quei valori, che ahimè, non ritrovano più accoglienza una volta diventati adulti.

Mettendo da parte quel logorante pessimismo, lo sterile chiacchiericcio, che papa Francesco definirebbe “litania delle lamentele”, sterili ed inutili, poiché non costruiscono il vero bene, lasciamoci invece raggiungere, una volta purificato il cuore, dall’incontro autentico con il Signore che viene per dimorare in noi, per camminare con noi, per far nuove tutte le cose, compresa la nostra esistenza, e diamo forma e vita a parole che generano speranza, ad azioni che infondono fiducia, ad uno sguardo pulito e attento che si concentra sull’essenziale come essenziale per un cristiano è fare esperienza di Dio-Amore, poiché cioè che davvero conta, e concludo ancora una volta facendomi aiutare da Madre Teresa, donna dalla carità incarnata,  non è fare molto, ma mettere molto amore in ciò che si fa.

Grazie a tutti coloro che riescono a trasmetterci questa preziosa, unica ed insostituibile, testimonianza di amore donato. Un grazie del tutto speciale a te… che mentre eri vicino a noi per condividere nella tua sofferenza il tuo piccolo sorriso ci hai dato una lezione di vita dicendoci: “Ogni volta che qualcuno viene a trovarci regalandoci un sorriso ci aiuta a vivere con maggiore felicità…”.

Buon Natale del Signore a tutti voi.