Pregare con don Carlo Gnocchi a 120 anni dalla nascita

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(25-02-2022) Lungo il tratturo Castel di Sangro-Lucera, tra il fiume Trigno e il torrente Savone, sorge l’antico centro abitato di Pescolanciano. Il Paese dominato dall’antico castello D’Alessandro è considerato “la porta dell’alto Molise”, ospita tra l’altro la stupenda Riserva Naturale di Collemeluccio, custodita dai nostri Carabinieri Forestali, riconosciuta dall’UNESCO bene tutelato perché “riserva della biosfera”.

Questo antico borgo è in festa in questa settimana (22-27 febbraio) perché ospiterà le Reliquie del beato Carlo Gnocchi: Sacerdote, Educatore, Cappellano Militare degli Alpini durante la Seconda Guerra Mondiale (decorato di Medaglia d’Argento), promotore di significative iniziative per sanare le piaghe e alleviare sofferenze e miserie.

La settimana di preghiera è stata aperta dall’Ordinario Militare per l’Italia, Mons. Santo Marcianò, che ha intronizzato solennemente la reliquia di don Carlo Gnocchi nella chiesa parrocchiale del SS. Salvatore, accolto tra due file di gagliardetti delle sezioni dell’Associazione Nazionale Alpini e salutato militarmente dai militari in servizio e in congedo, alla presenza dei Cappellani Militari dell’XI Zona Pastorale Interforze Abruzzo e Molise, delle autorità civili e militari dell’Abruzzo e del Molise ed in particolare di “nonno Enea”, ultimo reduce della Seconda Guerra Mondiale, che quest’anno compie 102 anni.

L’Ordinario Militare, apprezzatissimo nella sua omelia, ha presentato don Carlo quale “Sacerdote appassionato che ci parla della Patria e della Pace”, categorie che si stanno offuscando a causa di questa “guerra mondiale combattuta a pezzetti” (cfr. Papa Francesco). Ci ha ricordato che occorre “pregare tanto per la Patria e per la Pace nel mondo, soprattutto in questi giorni di crisi internazionale” con uno stile concreto, espresso nel “donarsi”. Riprendendo la vita di don Carlo Gnocchi ha ribadito che “la carità non ha mai un perché, ma un per ‘Chi’; non perché lo faccio, ma per ‘Chi’, a vantaggio di ‘Chi’, di quale povero: quel povero è Cristo stesso. Non si fa la carità ma si vive la carità”.

Al termine della santa Messa, dopo la solenne commemorazione del Cappellano Militare don Carlo Gnocchi e la lettura della motivazione per il conferimento della Medaglia d’Argento, con voce ferma e decisa l’ultracentenario reduce “nonno Enea”, ha dato lettura della Preghiera per la Patria. Emozionante l’uscita dalla chiesa di “nonno Enea” tra due ali di gagliardetti posti sugli attenti e salutato militarmente da tutti i militari in servizio e in congedo.

(Don Giuseppe Graziano)