I Granatieri onorano il Duca di San Pietro

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(02-03-2022) Nei giorni scorsi, a Roma, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, i militari della “Granatieri”, la più antica unità militare dell’Esercito Italiano, schierati in armi, hanno presenziato alla celebrazione della Santa Messa in suffragio di Don Alberto Genovese, Duca di San Pietro, officiata da Monsignor Sergio Siddi, Vicario Generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia.

La cerimonia è stata preceduta dallo sfilamento dei reparti della Brigata “Granatieri” in uniforme storica del 1848 che, marciando dalla Caserma “Macao” di Castro Pretorio lungo le strade della Capitale, hanno raggiunto la Chiesa situata in Piazza della Repubblica.

La cerimonia si è svolta alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Generale di Corpo d’Armata Pietro Serino, e di diverse autorità, tra le quali il Consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa e Segretario del Consiglio Supremo di Difesa, Generale Rolando Mosca Moschini, il Comandante delle Forze Operative Sud, Generale di Corpo d’Armata Giuseppenicola Tota, e diversi ex Capi di Stato Maggiore dell’Esercito. Presenti all’ultracentenaria tradizione anche i discendenti diretti della dinastia Genovese sempre partecipi e vicini ai “Bianchi Alamari”.

Nell’omelia il Vicario Generale dell’Ordinariato si è intrattenuto sul concetto di fede declinandola come “fiducia, affidamento, abbandono”. Ha poi aggiunto: “La nostra vita cristiana deve essere operosa, ma come conseguenza di un amore […] Il mondo rifiuta la croce, ma così facendo inganna l’uomo”. Ed ha continuato: “Prendere la propria croce e assumere la responsabilità della vita; è perdere la vita per ritrovarla. Nessuno è esente dalla croce […] Dobbiamo attraversare il mistero pasquale per sperimentare che Cristo è risorto e che la tomba è vuota. Di fronte all’incapacità degli uomini, Gesù per primo ci ha mostrato la strada. La morte non è l’ultima parola. Egli, il Cristo, fa scaturire la vita proprio da lì. Questo è il messaggio di speranza che oggi da questa solenne celebrazione diamo. Dio soffre con noi, non provoca il male né lo permette, ma lo combatte, donandoci la forza per poterlo affrontare”. Il Vicario ha poi chiosato brevemente sulla storia dei Granatieri di Sardegna che “attraversa la storia dell’Italia e degli italiani”.

Al termine della funzione religiosa, il Comandante della Brigata “Granatieri di Sardegna”, Generale di Brigata Liberato Amadio, ha voluto soffermarsi sul significato della celebrazione: “La simbolica cerimonia ha superato il suo carattere originario ergendosi a simbolo delle tradizioni dei “Granatieri di Sardegna”. Le tradizioni militari costituiscono un patrimonio morale ed educativo per chiunque abbia servito nelle Forze Armate e soprattutto nell’Esercito. Il sentimento che ne scaturisce si sintetizza con il semplice ma significativo concetto di “spirito di corpo”.

I “Granatieri”, specialità dell’Arma di Fanteria, partecipano e concorrono alle principali missioni nazionali ed internazionali in cui la Forza Armata è chiamata ad intervenire; attualmente sono impegnati con il comando del Raggruppamento “Lazio e Abruzzo” nell’ambito dell’Operazione “Strade Sicure” e forniscono, con il concorso di altri reparti dell’Esercito, circa 1.500 militari in supporto alle Forze dell’Ordine, assicurando una quotidiana presenza sul territorio della Capitale.

Alle molteplici attività operative/addestrative, anche nel contrasto al Covid-19, si aggiungono i più importanti servizi presidiari della Capitale e di Alta Rappresentanza presso le principali sedi istituzionali della Repubblica.