Ricordando Fratel Bordino, l’alpino, nel centenario della nascita

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(19-07-2022) Nella sua semplicità, passando in punta di piedi, sorridente e col cuore ardente di carità, fratel Luigi della Consolata, al secolo Andrea Bordino, ha lasciato un’impronta indelebile in quanti lo conobbero. È stato proclamato beato il 2 maggio 2015 a Torino. Nacque cent’anni fa, il 12 agosto 1922 a Castellinaldo, una piccola località nei pressi di Alba, in una famiglia contadina profondamente cristiana, dove tutte le sere si pregava il Rosario. Andrea era il terzo di otto figli, di cui quattro femmine. Frequentò le scuole elementari del paese. Fra le maestre c’era suor Ernestina Zoppoli, delle Suore del Cottolengo, che era anche un’ottima catechista. All’età di sedici anni, Andrea partecipò ad un corso di Esercizi spirituali con i giovani dell’Azione Cattolica diocesana: per lui fu un’esperienza molto importante. In parrocchia gli affidarono l’incarico di animare i preadolescenti; a diciotto anni fu nominato presidente della sezione locale dell’Azione Cattolica. Intanto dava un aiuto prezioso a suo padre, lavorando nei campi. Ma giunse la tempesta della II guerra mondiale. Andrea e suo fratello Risbaldo affrontarono insieme la terribile campagna di Russia, arruolati fra gli alpini. Non spararono mai un colpo, perché Risbaldo fu addetto alle vettovaglie e Andrea badava a sei muli. La prima destinazione fu Kiev, poi cercarono di avanzare. Il 26 gennaio 1943 i due fratelli furono catturati dai sovietici. La prigionia fu durissima, con marce forzate e viaggi impossibili sui carri bestiame, sempre oppressi dalla morsa del gelo e della fame. E poi la fatica del lavoro coatto nei lager, fino allo sfinimento. Andrea cercava di infondere speranza ai suoi compagni di sventura, aiutandoli generosamente come poteva. Insieme al fratello fece voto di erigere un pilone alla Consolata, come ringraziamento se avessero potuto rivedere il luogo natio. Un alpino sentì che nei momenti più duri Andrea ripeteva: «Se ritorno a casa, voglio dedicare la mia vita ai sofferenti». Sopravvissuto alla guerra insieme a Risbaldo, Andrea nel 1946 entrò fra i Fratelli della Piccola Casa della Divina Provvidenza, la dedizione ai malati, la profonda vita interiore, la bontà verso tutti, con una particolare predilezione per i poveri e i senza tetto. Colpito dalla leucemia fulminante, morì il 25 agosto 1977. In suo ricordo, la Piccola Casa della Divina Provvidenza, l’Ufficio di pastorale giovanile della arcidiocesi di Torino e l’Azione Cattolica di Torino organizzano il 24 luglio una giornata al Grand Puy, in Val Chisone, sul tema: «Oltre la roccia. Con lo sguardo di fratel Luigi». In programma: ritrovo alle 9 presso il parcheggio di Pragelato; camminata meditativa; alle 11,30 Messa presieduta dal vescovo di Pinerolo, Derio Olivero; pranzo al sacco; pomeriggio di animazione; preghiera conclusiva alla Madonna.