Domenica si celebra la Giornata delle Comunicazioni Sociali. Proponiamo una presentazione del Messaggio del Papa

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È intitolato “Comunicazione e misericordia: un incontro fecondo” il Messaggio del Santo Padre per la 50ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali in programma l’8 maggio. Il testo si apre con l’invito di Francesco a far si che “ciò che diciamo e come lo diciamo, ogni parola e ogni gesto dovrebbe poter esprimere la compassione, la tenerezza e il perdono di Dio per tutti”. “L’amore – si legge –, per  sua natura, è comunicazione, conduce ad aprirsi e a non isolarsi. E se il nostro cuore e i nostri gesti sono animati dalla carità, dall’amore divino, la nostra comunicazione sarà portatrice della forza di Dio. Siamo chiamati a comunicare da figli di Dio con tutti, senza esclusione”. Per il Pontefice “è proprio del linguaggio e delle azioni della Chiesa trasmettere misericordia, così da toccare i cuori delle persone e sostenerle nel cammino verso la pienezza della vita, che Gesù Cristo, inviato dal Padre, è venuto a portare a tutti”. Il Messaggio spiega che “la comunicazione ha il potere di creare ponti, di favorire l’incontro e l’inclusione, arricchendo così la società”. Papa Bergoglio, riprendendo Il Mercante di Venezia di Shakespeare, scrive: “La misericordia non è un obbligo. Scende dal cielo come il refrigerio della pioggia sulla terra. È una doppia benedizione: benedice chi la dà e chi la riceve”. Inoltre viene ribadito come sia auspicabile che anche il linguaggio della politica e della diplomazia si lasci ispirare dalla misericordia, che nulla dà mai per perduto. Il Santo Padre ha rivolto un appello soprattutto a quanti hanno responsabilità istituzionali, politiche e nel formare l’opinione pubblica, affinché siano sempre vigilanti sul modo di esprimersi nei riguardi di chi pensa o agisce diversamente, e anche di chi può avere sbagliato. “Come vorrei – ammonisce Francesco – che il nostro modo di comunicare, e anche il nostro servizio di pastori nella Chiesa, non esprimessero mai l’orgoglio superbo del trionfo su un nemico, né umiliassero coloro che la mentalità del mondo considera perdenti e da scartare!”. Nel documento si dice che “la misericordia può aiutare a mitigare le avversità della vita e offrire calore a quanti hanno conosciuto solo la freddezza del giudizio”; e che “lo stile della nostra comunicazione sia tale da superare la logica che separa nettamente i peccatori dai giusti”. “Solo parole pronunciate con amore e accompagnate da mitezza e  misericordia – ci ricorda Bergoglio – toccano i cuori di noi peccatori” poiché “parole e gesti duri o moralistici corrono il rischio di alienare ulteriormente coloro che vorremmo condurre alla conversione e alla libertà, rafforzando il loro senso di diniego e di difesa”. Un’altra esortazione lanciata dal Papa è di “incoraggiare tutti a pensare alla società umana non come ad uno spazio in cui degli estranei competono e cercano di prevalere, ma piuttosto come una casa o una famiglia dove la porta è sempre aperta e si cerca di accogliersi a vicenda”.

Per Francesco “è fondamentale ascoltare; comunicare significa condividere, e la condivisione richiede l’ascolto, l’accoglienza”. “Ascoltare – prosegue – è molto più che udire. L’udire riguarda l’ambito dell’informazione; ascoltare, invece, rimanda a quello della comunicazione, e richiede la vicinanza. L’ascolto ci consente di assumere l’atteggiamento giusto, uscendo dalla tranquilla condizione di spettatori, di utenti, di consumatori”. Ascoltare significa anche “essere capaci di condividere domande e dubbi, di percorrere un cammino fianco a fianco, di affrancarsi da qualsiasi presunzione di onnipotenza e mettere umilmente le proprie capacità e i propri doni al servizio del bene comune”.  Ascoltare “non è mai facile”; a volte “è più comodo fingersi sordi”. Ascoltare significa “prestare attenzione, avere desiderio di comprendere, di dare valore, rispettare, custodire la parola altrui”. Il Pontefice non è contro la tecnologia, anzi: “Anche e-mail, sms, reti sociali, chat possono essere forme di comunicazione pienamente umane. Non è la tecnologia che determina se la comunicazione è autentica o meno, ma il cuore dell’uomo e la sua capacità di usare bene i mezzi a sua disposizione”. “L’ambiente digitale – per Francesco – è una piazza, un luogo di incontro, dove si può accarezzare o ferire, avere una discussione proficua o un linciaggio morale; la rete può essere ben utilizzata per far crescere una società sana e aperta alla condivisione e costruisce una vera cittadinanza”. “La comunicazione, i suoi luoghi e i suoi strumenti – conclude il Messaggio del Santo Padre – hanno comportato un ampliamento di orizzonti per tante persone. Questo è un dono di Dio, ed è anche una grande responsabilità. Mi piace definire questo potere della comunicazione come ‘prossimità’. L’incontro tra la comunicazione e la misericordia è fecondo nella misura in cui genera una prossimità che si prende cura, conforta, guarisce, accompagna e fa festa. In un mondo diviso, frammentato, polarizzato, comunicare con misericordia significa contribuire alla buona, libera e solidale prossimità tra i figli di Dio e fratelli in umanità”. (Cad)