Scuola di preghiera… scuola di santità

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(09-04-2019) Termina con oggi (ndr 4 aprile) un percorso qui, presso l’Aula Magna del Comando Genio, fatto di parole, di gesti, di sguardi e di sorrisi, ma soprattutto di volti, quelli dei nostri militari, che si sono illuminati di una luce nuova nel corso di queste scuole di preghiera, la luce della santità del quotidiano.
Si, santità, come il tema che il nostro vescovo, mons. Santo Marcianò, ha scelto per quest’ultima scuola di preghiera; una scelta assolutamente non casuale che pone tra il percorso di vita cristiano e le sfide quotidiane della militarità una relazione ancor più intima, che ha il suo fondamento proprio nella ricerca aperta di questa santità, che è felicità.
Forte è risuonato il messaggio, ancor di più attraverso uno dei passi più noti del Vangelo di Matteo: le Beatitudini (Mt 5,1-12). Un passo questo che descrive pienamente cosa significhi l’esser “beato”, ma soprattutto come si possa diventarlo. Un percorso lungo, travagliato che coinvolge totalmente il cristiano, ma in modo particolare il militare in quanto “operatore di pace” (come ricorda il Vangelo di Matteo: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio), la cui fine è posta nella felicità eterna: questa infatti è santità, ovvero beatitudine, come ricorda il pontefice nel documento Gaudete et exsultate: “La parola “felice” o “beato” diventa sinonimo di “santo”, perché esprime che la persona fedele a Dio e che vive la Sua Parola raggiunge, nel dono di sé, la vera beatitudine”.
Una felicità, dunque, a cui ciascuno è chiamato nella propria quotidianità in modi differenti, come i cinque ragazzi che quest’anno hanno intrapreso un percorso di discernimento ancor più approfondito presso il Seminario Maggiore dell’Ordinariato Militare “S. Giovanni XXIII”, per comprendere a pieno la strada che il Signore ha spianato per ciascuno, per giungere alla santità, dandone testimonianza, su invito del vescovo, dinanzi all’assemblea silenziosamente in ascolto dei militari.
Un silenzio dell’ascolto, questo, che ha caratterizzato ancor di più il momento conclusivo della scuola di preghiera: l’adorazione eucaristica, momento centrale, fondamentale, in cui fermandoci dinanzi a Lui ascoltiamo ciò che il Signore dice intimamente e personalmente a ciascuno di noi.
Si conclude con un’immagine questo percorso, un gesto reiterato, forse, ma così intenso da riassumere il frutto dello stare con Lui: il bacio silente del vescovo a quel Corpo di Cristo, il bacio del nostro affetto filiale, il bacio simbolo dell’affidamento che i militari e noi tutti facciamo a Lui, fonte e fine della nostra felicità, il bacio che ancora una volta ci dice “Siate Santi!”.
Giuliano Paffetti