L’Evangelizzazione

La Chiesa Ordinariato Militare, consapevole che il Regno di Dio le si è fatto più vicino attraverso la grazia dell’esperienza sinodale1, sente di essere chiamata a perfetta conversione accogliendo con fede e con totale disponibilità il Vangelo efficace e potente2, “potenza di Dio per la salvezza”3, “capace di condurre alla fede”4, di operare liberazione e salvezza, di creare comunità.Essa ha coscienza che per iniziativa divina è consacrata al servizio del Vangelo5 a lei affidato6 per portarlo, quale parola vivente, ai militari, ai loro familiari e in tutte le caserme: adempiendo questa missione rende culto gradito a Dio7.Comprende, inoltre, che Vangelo e apostolato sono legati da intima relazione8: si impegna perciò, a fare tutto per il Vangelo9 considerando l’apostolato non solo come concetto portante della propria dottrina ed ecclesiologia, ma come essenziale alla sua missione evangelizzatrice.La nostra Chiesa, fedele alla missione, sente il dovere di evangelizzare, e “guai se non lo facesse”10. Affinché possa compiere questo servizio, chiama tutti ad essere comunità evangelizzatrice e con discernimento considera le componenti essenziali dell’evangelizzazione:

              – la pre-evangelizzazione
              – il messaggio e la sua efficacia
              – il soggetto evangelizzante
              – l’evangelizzazione
              – nuova evangelizzazione e catechesi
              – chiesa ordinariato militare profetica

La Pre-Evangelizzazione

La Chiesa Ordinariato Militare, consapevole che la Parola di Dio è definitivamente vittoriosa, prende atto con serenità ed impegno della condizione di scristianizzazione del nostro popolo, verificabile in special modo attraverso i numerosi giovani militari che da ogni parte d’Italia giungono nelle caserme.Si riconosce perciò “in stato di missione” e, affinché la sua opera evangelizzatrice sia efficace, compie la scelta necessaria e prioritaria di una pre-evangelizzazione per suscitare, nella potenza di Dio, la fede che verrà alimentata con l’evangelizzazione.D’altra parte, se consideriamo come paradigma di ogni evangelizzazione la parabola del seminatore evangelico11, risulta evidente come la maggior fatica del seminatore non sia quella di spargere il seme della Parola, ma quella di preparare il terreno dei cuori.La pre-evangelizzazione non è dunque, dimensione accessoria dell’evangelizzazione, legata a contingenze storiche: è dimensione essenziale. Non è mai esistita né mai esisterà nella Chiesa un’evangelizzazione efficace che non sia preceduta ed accompagnata da un inserimento, graduale e rispettoso, negli usi e costumi dei destinatari dell’annuncio che il Regno di Dio si è fatto vicino all’uomo e, soprattutto, non sia accompagnata da opere di carità che lo rendano credibile: “Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il Regno di Dio”12.La Chiesa Ordinariato Militare propone come elementi essenziali di pre-evangelizzazione la sua presenza e testimonianza evangelica di Chiesa che prepara e opera per l’evangelizzazione. Infatti, “il messaggio della salvezza, per manifestare dinanzi agli uomini la sua forza di verità e di irradiamento, deve essere autenticato dalla testimonianza di vita dei cristiani”13. E ancora: “La testimonianza della vita cristiana e le opere buone compiute con spirito soprannaturale hanno la forza di attirare gli uomini alla fede e a Dio”14. La nostra Chiesa si impegna perciò ad offrire l’esempio, la trasparenza e la credibilità di vita cristiana specialmente nella carità e nella povertà, nel rispetto della vita e della dignità umana, nell’affermazione della giustizia, nell’amore ai poveri, nell’impegno per la pace. Sente anche necessari l’attenzione, l’ascolto, il dialogo e quindi, la conoscenza delle persone, degli ambienti e della loro cultura, la condivisione e le opere di misericordia.Per quanto possibile, la Chiesa Ordinariato Militare si propone di dedicare intelligente, prudente e rispettosa attenzione alla cultura militare, ai metodi e sistemi didattici, ai principi e contenuti ispiratori – filosofici e ideologici, teorici e pratici – della dottrina e della prassi militare, nei molteplici livelli: addestrativi, operativi, di Scuole specialistiche, di Accademie, di Scuole di Applicazione, di Scuole di Guerra, di Centri Alti Studi per la Difesa.La Chiesa Ordinariato Militare, attraverso una più profonda conoscenza della realtà in cui opera e sempre rispettosa per le scelte sul piano personale, vuole adempiere fedelmente il compito istituzionale del suo servizio alle Forze Armate, “istituito per integrare, secondo i principi della religione cattolica, la formazione spirituale delle Forze Armate stesse”15: sono principi di dignità e promozione umana, di verità e di libertà, di giustizia e di solidarietà, di carità e di pace. Sono invocati dalla coscienza umana a livello universale, trovano risposta nella dottrina cattolica e nella sua attenzione all’uomo.Pur conoscendo difficoltà e tenendo presente esperienze passate, questo Sinodo, con una precisa lettura delle Norme di principio16 e del Regolamento di disciplina militare17, vede possibile ed auspica da parte delle competenti autorità l’inserimento durante l’orario di servizio, di corsi promozionali umani ed etico formativi, unitamente ad altre possibili e nuove iniziative.


Il Messaggio e la sua Efficacia

Dio non ha mai cessato di parlare all’uomo e di far giungere a lui il suo messaggio: anche nella tragedia del peccato originale, il primo lieto annunzio di salvezza, il “protovangelo”, assicurò la vittoria definitiva sul demonio e sul peccato18.”Dio, che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio”19, che ha inviato per noi “Salvatore e Redentore, fatto uomo per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria”20. Egli è il Verbo eterno del Padre21 e sua Parola vivente; Egli stesso, Figlio di Dio, è Vangelo22. La sua nascita è annunziata come Vangelo23.I contenuti dell’annunzio del Vangelo sono da Gesù stesso enunciati nella sinagoga di Nazareth quando rivela, per la prima volta, la sua missione: gioia per i poveri, liberazione per i prigionieri, luce per i ciechi, libertà per gli oppressi, tempi nuovi di misericordia e di grazia24.All’inizio del suo ministero in Galilea, Gesù predica il Vangelo di Dio: “Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”25. Gesù, con i suoi prodigi, manifesta presente il Regno di Dio26.L’evangelizzazione apostolica ripropone gli stessi contenuti della predicazione compiuta da Gesù facendo della sua morte e risurrezione e dell’esperienza che la Chiesa ha di questo evento, il cuore di tutto l’annunzio. Gli Apostoli lo vedono risorto, lo toccano, dialogano e mangiano con lui27.Con la potenza dello Spirito Santo, il giorno stesso di Pentecoste, la risurrezione di Cristo diviene l’argomento principale della predicazione di Pietro28; la gioia di questo evento viene ugualmente predicata e testimoniata dagli altri Apostoli.Alla luce della risurrezione gli Apostoli e le comunità ecclesiali riconsiderano tutta la rivelazione e sperimentano l’efficacia di quanto vedono e annunziano: l’adempimento in Cristo di tutte le promesse divine29; la forza di Dio per la salvezza30; la grazia del perdono e il dono dello Spirito Santo31; la pace per mezzo di Cristo32; la sua insondabile ricchezza33; il Vangelo che giunge ovunque, porta frutto e si sviluppa34; la forza di salvezza nella morte e risurrezione di Cristo35. Il Vangelo diviene così rivelazione di un grande mistero: l’amore di Dio ci rende figli adottivi e redenti36, con grazia sovrabbondante, nella signoria e sovranità di Cristo, capo di tutta la creazione37.La nostra Chiesa si pone nella vitale e mai interrotta Tradizione cristiana: per evangelizzare i suoi fedeli trae da questa fonte e fa proprie la sua spiritualità e dottrina.


Il Soggetto Evangelizzante

La Chiesa Ordinariato Militare è soggetto evangelizzante. L’evangelizzazione costituisce la sua identità più profonda, la sua vocazione e missione essenziale. Essa esiste per evangelizzare, vale a dire per predicare e insegnare, essere il canale del dono della grazia, riconciliare i peccatori con Dio, perpetuare il Sacrificio del Cristo.38La Chiesa Ordinariato Militare compie questo mandato nella consapevolezza che lo Spirito Santo è il principio ispiratore sia dell’azione evangelizzatrice che di quanti sono chiamati a compierla39.La nostra Chiesa ha coscienza di adempiere a questo dovere in ogni sua azione: per questo sente di essere chiamata ad attivare tutti i carismi e i ministeri di cui è dotata dallo Spirito secondo la loro specificità ed organicità40. Essa è impegnata affinché in special modo i militari e le persone che vivono nella loro casa ricevano l’annuncio evangelico e diventino comunità di salvezza, resa a sua volta evangelizzatrice con l’abbondanza dei carismi, dei doni e dei ministeri di cui è dotata dallo Spirito Santo. Questo Sinodo auspica un crescente numero di famiglie disposte a realizzare un simile ideale.Primo responsabile dell’evangelizzazione nella nostra Chiesa è l’Arcivescovo Ordinario Militare, in quanto primo testimone della risurrezione di Cristo e del suo Vangelo.Per suo mandato i cappellani militari evangelizzano con spirito di servizio e con autorità, non a titolo personale, ma come ministri di Cristo e in nome della Chiesa. Arcivescovo e cappellani sanno che “prima loro missione è annunziare la parola di salvezza seguendo il mandato del Signore: ‘Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura’41, e in tal modo costituire e incrementare il Popolo di Dio”42.I cappellani militari, anche a costo di sacrifici, siano predicatori fedeli e generosi della Parola di Dio, con intelligenza ai segni dei tempi, con amore soprannaturale verso tutti, specialmente verso i giovani militari. “Diano il primato alla testimonianza della vita che fa scoprire la potenza dell’amore di Dio e rende persuasiva la sua Parola”43.Questa vocazione e missione costituiscono “un tratto della nostra identità che nessun dubbio dovrebbe mai incrinare, nessuna obiezione mai eclissare: come pastori siamo stati scelti dalla misericordia del Sovrano Pastore44, nonostante la nostra insufficienza, per proclamare con autorità la Parola di Dio, per radunare il Popolo di Dio, per animare incessantemente questa comunità raccolta attorno al Cristo secondo la sua più intima vocazione”45.Strettamente collegata all’azione evangelizzatrice dell’Arcivescovo Ordinario Militare, dei cappellani, dei sacerdoti collaboratori e dei diaconi è la presenza testimoniante ed efficace dei religiosi e delle religiose, parte eletta della nostra Chiesa46: con i carismi propri della loro vita religiosa siano tra noi esempio e fermento di fede.Degna di gratitudine e di lode è la particolare missione evangelizzatrice ed umanitaria delle suore, dei medici, delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana negli ospedali militari, e dell’Associazione PASFA.Nella Chiesa, ogni cristiano – non solo sacerdote, diacono o religioso – ma anche cristiano laico militare, è soggetto attivo della missione evangelizzatrice47: evangelizzato e reso idoneo a questa missione, a sua volta evangelizza. “Qui è la prova della verità, la pietra di paragone dell’evangelizzazione: è impensabile che un uomo abbia accolto la Parola e si sia dato al Regno, senza diventare uno che a sua volta testimonia e annunzia”48.L’esperienza di vita militare che implica, per quasi tutte le ore del giorno, condivisione – specialmente da parte dei giovani, degli effettivi e del quadro permanente – presenta per ogni militare cristiano una preziosa occasione per trasmettere il Vangelo di Cristo anche ai fratelli più lontani. In tal modo, i militari diventano apostoli di altri militari, secondo l’insegnamento della Chiesa49. Particolarmente in occasione del suo primo Sinodo, la nostra Chiesa li sostiene nella loro opera, li loda e benedice, fa affidamento sulla loro sempre crescente collaborazione.Tali evangelizzatori, con l’amicizia – e più ancora con la forza della loro fede – spesso avvicinano alla Chiesa e al cappellano i propri compagni, a volte non ancora battezzati o, addirittura, non credenti.Direttamente o su segnalazione dei cappellani militari, l’Arcivescovo Ordinario Militare può conferire il ministero del lettorato e affida l’incarico di catechista sia a militari che a civili idonei.Tutti gli evangelizzatori ordinati, istituiti o di fatto, ricerchino la verità e, posseduti dalla Parola di Dio, adempiano a questo difficile ministero confidando nella grazia del Signore e preparandosi con la preghiera, con lo studio e con le buone opere.La santità personale resti la meta obbligatoria di ogni evangelizzatore. Ciò nonostante, Dio può agire anche per opera di uno strumento indegno, in quanto è sempre Dio che opera e non la santità soggettiva di chi annuncia, per quanto grande essa sia50.Con fedeltà, sempre e dovunque si predichi la totalità dell’annuncio cristiano, anche se non ancora realizzato nella propria vita: la santità soggettiva del predicatore rimane sempre subordinata alla santità oggettiva del messaggio51.Non manchi mai il conforto di sentire Cristo presente nella missione evangelizzatrice; infatti, quando i suoi inviati annunziano il Vangelo52 e fanno tutto per il Vangelo,53 sentono di essere sostenuti “con potenza e con Spirito Santo”54.


1 Cfr. Mc. 1,14.
2 Cfr. Eb. 4,12.
3 Rm. 1,16.
4 At. 15,7.
5 Cfr. Rm. 1,1.
6 Cfr. 1 Ts. 2,4.
7 Cfr. Rm.1,9.
8 Cfr. 2 Cor. 10-13; Gal. 2,7.
9 Cfr. 1 Cor. 9,22.
10 Cfr. 1 Cor. 9,16.
11 Mt. 13, 1-23.
12 Lc. 10, 8-9.
13 Catechismo della Chiesa Cattolica, 2044.
14 Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 6.
15 Legge 01/06/1961, n. 512, art. 1.
16 Cfr. Legge 11/07/1978, n. 382; Norme di principio sulla disciplina militare, art. 10.
17 Cfr. Regolamento di disciplina militare, art. 35.
18 Cfr. Gen. 3,15.
19 Eb. 1,1.
20 Cfr. Liturgia Romana, Preghiera Eucaristica II; Credo Niceno-Costantinopolitano.
21 Cfr. Gv. 1,1.
22 Cfr. Mc. 1,1; Cfr. G. Friedrich, Evangelo nel Nuovo Testamento, Brescia 1993.
23 Cfr. Lc. 2,10.
24 Cfr. Lc. 4,18-19.
25 Mc. 1,15.
26 Cfr. Mt. 12,28.
27 Cfr. Lc. 24,29; 36-40; Gv. 20, 19-29; 21,9-13.
28 Cfr. At. 3,14-ss.
29 Cfr. At. 13,32.
30 Cfr. Rm. 1,16.
31 Cfr. At. 2,38; 3,36; 10,43; 13,38; 17,30.
32 Cfr. At. 10,36.
33 Cfr. Ef. 3,8.
34 Cfr. Col. 1,6.
35 Cfr. 1 Cor. 15, 1-5.
36 Cfr. Ef. 1, 5-8.
37 Cfr. Ef. 1,10.
38 Cfr. Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 14.
39 Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Redemptoris missio, 21; Catechismo della Chiesa Cattolica, 852.
40 C.E.I., Orientamenti e itinerari di formazione dei catechisti, Roma 1991, 1.
41 Mc.16,15.
42 Vaticano II, Prebiterorum ordinis, 4.
43 Congregazione per il Clero, Direttorio per il ministero e la vita dei presbiteri, Roma 1994, 45.
44 Cfr. 1 Pt. 5, 4.
45 Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 68.
46 Cfr. Vaticano II, Christus Dominus, 33-35; Ad gentes, 18, 40; Codex Iuris Canonici, 607; Catechismo della Chiesa Cattolica, 927.
47 C.E.I., Direttorio Catechistico Generale, Roma 1971, 475
48 Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 24.
49 Cfr. Vaticano II, Lumen gentium, 35; Catechismo della Chiesa Cattolica, 905.
50 Cfr. J. Ratzinger, Dogma e predicazione, Brescia 1974, p. 53.
51 Cfr. Idem.
52 Cfr. Mc. 8, 35.
53 Cfr. 1 Cor. 8,23.
54 1 Tess. 1, 5.

 

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