Basilica di S. Maria ad Martyres – PANTHEON
Piazza della Rotonda – 00186 – ROMA
Considerato un capolavoro dell’architettura romana, il celebre e grandioso monumento venne eretto da Marco Vipsanio Agrippa nel 27 a.C. in onore di tutti gli dei. Fu restaurato da Domiziano ed è giunto a noi quasi integro nella ricostruzione eseguita da Adriano nel 130 d.C.
Il tempio, grandemente ammirato in ogni epoca per l’arditezza della sua cupola alta m. 43,40, pari al diametro di base (quella di S. Pietro misura all’interno m. 42,56), per la severa eleganza del pronao, per i pregiati marmi policromi che ne decorano l’interno, presenta nella facciata 16 colonne monolitiche di granito bigio e rosa che sono le maggiori di Roma (altezza complessiva tra base e capitello m. 14,08).
L’interno, a pianta circolare, è caratterizzato dalla maestosità della cupola a cassettoni che aveva all’esterno un rivestimento di tegole di bronzo dorato, asportate dall’imperatore bizantino Costante II; in seguito papa Urbano VIII (1623-1644) fece togliere dal pronao le residue sovrastrutture di bronzo per la realizzazione del baldacchino di S. Pietro. L’occhio della cupola ha un diametro di m. 9; lo spessore delle mura è di m. 6,70.
Notevoli le tombe dei reali d’Italia, di Baldassare Peruzzi e di Taddeo Zuccari e, in special modo, il sepolcro di Raffaello con altare sormontato da una Madonna del Lorenzetto; l’affresco dell’Annunciazione, attribuito a Melozzo da Forlì e le rare colonne di giallo antico e di pavonazzetto delle sette cappelle.
Nel 609 il tempio, donato dall’imperatore Foca a papa Bonifacio IV (608-615), fu trasformato in chiesa cristiana dedicata a “S. Maria ad Martyres” (così detta per esservi state seppellite, sotto la Confessione, ben 28 carri di ossa di martiri).
Il Pantheon dall’Unità d’Italia al 1984 ha avuto le funzioni di Cappella Palatina. La cura è affidata al Capitolo Collegiato di 12 Canonici, presieduto da un Arciprete. Gerarchicamente dipende dal Vicario del Papa per Roma (art. 2 delle Costituzioni del Capitolo della Basilica di S. Maria ad Martyres approvate il 2 maggio 1991) che ha delegato, con il titolo di Preposto, l’Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia (art. 5).