(22-04-2025) La Settimana Santa vissuta a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci ha assunto, quest’anno, un significato speciale, intrecciando la bellezza del mare con la profondità del mistero pasquale. Un ritiro spirituale unico, segnato da celebrazioni intense, momenti di preghiera e simboli fortemente evocativi, in una cornice suggestiva che ha coinvolto allievi, equipaggio e autorità.
Domenica delle Palme a Brindisi: l’ingresso del Signore a Gerusalemme
Ormeggiata nel porto di Brindisi, la nave ha accolto la celebrazione della Domenica delle Palme dai Centri fino al Cassero, presieduta dal cappellano di bordo don Marco Falcone. In un clima di raccoglimento e partecipazione, si è svolta la benedizione dei ramoscelli d’ulivo, segno di pace e preludio alla Settimana Santa. La liturgia ha dato inizio al cammino verso la Pasqua, facendo risuonare tra gli alberi maestosi del veliero le parole del Vangelo dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme.
L’imbroncamento: segno esteriore di lutto e attesa
A partire dal mezzogiorno del Giovedì Santo fino alla mattina di Pasqua, poco prima della Messa, l’equipaggio ha eseguito l’imbroncamento dei pennoni dei tre alberi principali del Vespucci. Questa manovra tradizionale della Marina Militare consiste nell’issare i pennoni — le traverse orizzontali degli alberi — in posizione verticale lungo l’asse dell’albero stesso. Questo gesto, visibile già a distanza, rappresenta un segno esteriore di lutto, silenzio e raccoglimento, richiamando la sospensione delle manovre e delle attività ordinarie in segno di rispetto per la morte del Signore.
L’imbronco dei pennoni, solitamente eseguito solo in occasioni solenni come la Settimana Santa, ha trasformato la silhouette della nave in un segno visibile e eloquente: anche il veliero ha partecipato, con il proprio “corpo”, al silenzio del Sabato Santo, nell’attesa della Risurrezione.
Giovedì Santo a Taranto: memoria del dono eucaristico
Nel cuore del Triduo pasquale, giovedì sera si è celebrata la Messa in Coena Domini nella suggestiva cappella di San Leonardo, all’interno del Castello Aragonese di Taranto. In un clima solenne e di intimità familiare, don Marco ha compiuto il gesto della lavanda dei piedi, rivolta agli Allievi Prima Classe e ad alcuni membri dell’equipaggio: segno eloquente di servizio e fraternità, richiamo concreto al mandato evangelico di amare “come Lui ci ha amati”.
Al termine della celebrazione, il Santissimo Sacramento è stato portato a bordo del Vespucci in processione silenziosa, accompagnato da luci e preghiere. L’altare della reposizione, allestito con cura marinaresca sul Cassero dai nocchieri, esprimeva l’anima del veliero: una tovaglia blu come il mare, l’ancora come punto fermo della nostra fede, corde e cime intrecciate a formare un linguaggio simbolico fatto di bellezza e dedizione.
Nel cuore della notte, il ponte della nave è stato visitato da alcune coppie di “Perdoni” della Confraternita del Carmine di Taranto: confratelli in abito tradizionale, che hanno sostato per un momento di adorazione e preghiera, creando un ponte silenzioso tra la città e il mare, tra le radici della fede popolare e la vita militare.
Pasqua di Risurrezione: il cuore della fede
La Domenica di Pasqua, il culmine di questo ritiro spirituale, è stata segnata da una solenne celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Ciro Miniero, Arcivescovo di Taranto, alla presenza delle massime autorità civili e militari. La Santa Messa, concelebrata dai cappellani militari di stanza a Taranto e da don Marco Falcone, ha avuto luogo sul Cassero della nave, trasformato per l’occasione in una vera “chiesa del mare”.
Le letture pasquali, i canti e le preghiere hanno risuonato tra le sartie e le vele, annunciando con forza la Risurrezione del Signore anche su questa “casa galleggiante” della Marina Militare. Durante la preghiera dei fedeli, un allievo ha rivolto una particolare intenzione per il nuovo Ordinario Militare, S.E. Mons. Gian Franco Saba, da poco nominato a guidare la Chiesa che accompagna i militari nelle loro missioni. Un gesto semplice ma denso di significato, che ha unito l’esperienza della vita militare alla comunione con la Chiesa universale e i suoi pastori.
Un ritiro “in navigazione”
Quella vissuta a bordo del Vespucci è stata una Settimana Santa ricca di segni, memoria e fraternità: un ritiro spirituale “in navigazione” anche se in porto, dove la Parola di Dio e la tradizione liturgica si sono fatte compagne di viaggio nel cuore del Mediterraneo. Un’esperienza che lascia il segno, come ogni traversata, e che ricorda che anche sul mare si può vivere con intensità la fede, nel silenzio delle onde e nella fraternità dell’equipaggio.