(02/10/2025) L’“Eccomi” di una sessantina di Allievi Carabinieri è risuonato nella chiesa di San Francesco ad Iglesias, lo scorso 29 settembre 2025, in un clima di profonda spiritualità e solennità istituzionale, davanti l’Ordinario Militare per l’Italia, S.E. Mons. Gian Franco Saba che ha fatto ritorno nella sua terra natale, la Sardegna, per la sua prima visita ufficiale.
La giornata si è aperta con la partecipazione dell’Arcivescovo alla suggestiva cerimonia dell’alzabandiera, accolto dal Comandante della Scuola, Col. Saverio Ceglie, e dal Cappellano militare, Padre Marius Minut. In tale occasione, l’Ordinario ha rivolto un caloroso saluto a tutti gli Allievi Carabinieri, esprimendo vicinanza e incoraggiamento nel loro percorso di formazione e nelle sfide future al servizio del Paese.
Dopo una breve visita a Mons. Mario Farci, nuovo vescovo della diocesi territoriale, l’Arcivescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica con tutti i cappellani militari, durante la quale ha conferito il sacramento della Cresima. All’inizio, presso l’ingresso della Chiesa, l’Ordinario ha interrogato Dalila, una giovane allieva che durante la cerimonia ha ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana. P. Marius Minut, in seguito, ha presentato i cresimandi, sottolineando come dal concetto di genesi interdipendente del gesuita francese Pierre Teilhard de Chardin: «A rigor di termini, Dio non fa: Egli fa sì che le Cose si facciano», la comunità dei carabinieri si costruisce grazie all’azione reciproca sotto la guida dell’Ordinario Militare.
Nell’omelia l’Ordinario ha evidenziato la “duplice veste” ricevuta dai giovani Allievi: quella di servitori dello Stato, che a breve si compirà pienamente con il solenne atto del giuramento, e l’altra di soldati di Cristo, donata attraverso il sacramento della Confermazione.
La ricorrenza della festa dei santi Michele, Raffaele e Gabriele ha dato l’occasione al Vescovo di sottolineare che «gli arcangeli ci ricordano la presenza di Dio accanto all’umanità. Dio è consapevole che il cammino dell’uomo è segnato da fatiche, da prove: si è chiamati a compiere un vero e proprio combattimento, anzitutto nel proprio cuore, contro il proprio egoismo. E perciò Dio desidera rendere il nostro cuore forte, forte nell’amore. Dio desidera fortificare la nostra volontà con la tenacia della perseveranza nel cammino che ci è donato da compiere…. Dio non ci lascia soli. Dio non vi lascia soli».
«E l’interesse di Dio è un interesse di accompagnamento – ha continuato Mons. Saba – perché ciascuno realizzi il suo cammino. La vicinanza di Dio non è di contrapposizione, ma è una vicinanza di sostegno. Voi nella vostra formazione sapete cosa vuol dire “COMPAGNIA”; è un lessico presente, è un lessico professionale, di servizio, ma dice anche l’importanza di sostenerci a vicenda nella logica dell’amore… I santi arcangeli esprimono questo segno: Dio con noi, Dio che ci sostiene e ci accompagna… Tutto questo richiede da parte nostra quell’eccomi che oggi con vigore avete pronunciato. È molto bello sentire questa parola in modo soggettivo e in modo comunitario… perché ciascuno di voi dice: “Ecco, io ci sono, sono pronto, mi rendo disponibile”, ma è anche un “eccomi” di una voce corale, di una chiesa Ordinariato Militare».
Ed infine, l’incoraggiamento e l’augurio di Padre: «Ecco il mio incoraggiamento: Continuate a conoscere Cristo, ad approfondire il mistero di Cristo, ad approfondirne la sua Compagnia…è bello anche per noi sapere che Dio ci conosce profondamente, ci conosce per chiamarci, per amarci come oggi nel vangelo Gesù chiama Natanaele. Da questa chiamata, da questo incontro nascerà un cammino insieme. Il mio augurio, la mia proposta è che questo incontro oggi, con il dono del sacramento dello Spirito Santo, che vi fortifica e che vi accompagna, possa davvero diventare un itinerario per una sempre più profonda conoscenza di Cristo».
Dopo un breve momento di convivialità, l’Ordinario ha voluto incontrare tutti i cappellani militari della XVI Zona pastorale, che per l’occasione hanno consegnato al loro nuovo pastore un bronzetto sardo, raffigurante il “Capo Tribù”, chiamato anche il Sardus Pater.










