(16-10-2025) La Chiesa Castrense della XI Zona Pastorale Abruzzo-Molise si è ritrovata il 15 ottobre presso la Basilica di Collemaggio in L’Aquila per celebrare l’ottavo anniversario della proclamazione di san Giovanni XXIII Papa, patrono dell’Esercito Italiano. Nel saluto a Mons. Antonio D’Angelo, Arcivescovo Metropolita dell’Aquila che presiede l’Eucarestia, don Claudio presenta ai convenuti alcuni aspetti interessanti di San Giovanni XXIII, il rapporto con la Chiesa Militare e l’Associazione Nazionale Cappellani Militari d’Italia.
All’indomani della sua elezione a Vescovo di Roma e quindi nella sua nuova dignità di Papa (28 ottobre 1958), l’allora Ordinario Militare, Mons. Arrigo Pintonello, con stessa data, comunica a tutti i Cappellani Militari in servizio la lieta notizia, scrivendo:
Carissimi Cappellani,
la Chiesa e il mondo esultano per l’elezione del nuovo Pontefice. Ai motivi di gaudio spirituale dell’umanità intera, che saluta nell’Eletto il Pastore che conosce e sente le esigenze spirituali e le istanze sociali del gregge di Cristo ed il nocchiero sicuro e vigilante che guiderà la mistica barca di Pietro tra i marosi e le tempeste del mondo inquieto e senza pace, per noi Cappellani Militari se ne aggiunge uno particolarissimo. Il Papa, negli anni della Grande Guerra, ha vestito il grigio-verde e fu Cappellano Militare, meritandosi per il Suo zelo sacerdotale e la cura che si prendeva dei militari, l’appellativo di Angelo dei Soldati. Recitando in questi giorni l’oremus pro gratiarum actione, formuliamo anche la promessa che umilieremo ai Suoi piedi: promessa di fedeltà, di amore, di santità di vita e di dedizione piena alle opere di apostolato, per essere noi pure, fra i soldati, angeli di bontà e di carità.
Il 9 ottobre 1958, appena 20 giorni prima della sua elezione, l’allora Patriarca di Venezia, il Cardinale Angelo Roncalli, scriveva al Presidente dell’Associazione Nazionale Cappellani Militari d’Italia (associazione che raccoglieva i Cappellani Militari in servizio, in congedo — quindi i cappellani militari in servizio durante la Prima Guerra Mondiale, la Guerra d’Africa, la Guerra di Spagna e la Seconda Guerra Mondiale) e del Ruolo della Riserva:
Reverendissimo e caro Monsignore, è ben naturale che come già appartenente alla schiera dei Cappellani Militari mandi la mia adesione fervida e cordiale al Raduno di Treviso di antichi colleghi, e mi compiaccio della felicissima costituzione delle Sezioni Diocesane Venete dell’A.N.C.M.I.C.
Fu grande ventura per me l’aver reso questo servizio negli anni della guerra 1915-1918! Ne riportai infatti impressioni incancellabili circa il buon carattere, in generale, dei nostri figlioli: la cortesia degli ufficiali e il movimento di anime prodotto dalla Grazia Celeste, che operò sorprendenti trasformazioni di persone e di ambienti. Il Signore fecondò questo servizio, che valse a guadagnare tanta stima al nostro clero, e ad avviare i nuovi rapporti dello Stato con la Chiesa, coronati dai Patti Lateranensi.
Ora è buona cosa ripensare al lavoro compiuto, e trasmettere umilmente a chi viene dopo di noi le nostre esperienze pastorali raccolte nel delicatissimo settore dell’assistenza religioso-morale ai Soldati.
A Lei, caro Monsignore, ed ai partecipanti al raduno Tarvisiano del 16 corrente, il mio saluto beneaugurante e benedicente.
Suo affezionatissimo
+ Angelo Giuseppe Roncalli
Cardinale Patriarca
Il Bollettino dell’Associazione Nazionale Cappellani Militari d’Italia, a nome di tutti i Cappellani, riporta:
I Sacerdoti,
che un tempo furono Confratelli
ed oggi devotissimi figli,
venerano di tutto cuore
il Sommo Pontefice Giovanni XXIII.
Egli fu per essi onore,
dono e servo nel Ministerium pacis inter arma.
Muovendo verso la dimora dell’Apostolo,
promettono d’offrire la loro collaborazione
in aiuto alla Chiesa e alla Patria,
affinché l’obbedienza e la pace siano sempre osservate.
Una nota di colore! Papa Giovanni XXIII è socio dell’Associazione Nazionale Cappellani Militari d’Italia, tessera n. 1 datata gennaio 1960, così riporta il Bollettino dell’Associazione Nazionale Cappellani Militari d’Italia:
Dopo l’ascesa al Trono di Pietro del Cardinale Roncalli, che aveva accettato da Patriarca di Venezia di succedere al compianto Cardinale Piazza nella Presidenza Onoraria dell’Associazione Nazionale dei Cappellani Militari d’Italia in Congedo, si era concretata la proposta di presentare, quale filiale omaggio, al nuovo Papa la tessera numero “1” dell’Associazione. Ma ostava una difficoltà ritenuta insormontabile. Come può il Sommo Pontefice accettare di far parte di una, sia pur benemerita, associazione? La tessera venne tuttavia presentata, ma completamente in bianco. E Papa Giovanni, con uno dei suoi gesti caratteristici, risolse positivamente il problema protocollare. La tessera la compilò Egli stesso!
Ci pare di vederlo, seduto al tavolo di lavoro, sorridere di compiacenza dinanzi al piccolo rettangolo di cartoncino bianco, riempire con la sua larga grafia le diverse voci (titoli: Servus Servorum Dei!), incollare la foto. Firmare: Joannes XXIII PP, come nei documenti del suo servizio pontificale, e postillare ancora: Socio dell’Associazione Nazionale dei Capelan (forse il lapsus era l’eco inavvertita della voce dei suoi soldati, che lo avevano chiamato Capelan con una “p” sola!) Militari d’Italia in Congedo.
Abbiamo scritto su queste colonne che la vocazione di Cappellano Militare aveva arricchito e affinato l’esperienza umana e sacerdotale di Papa Giovanni. La preziosa tessera, custodita con cura fra le carte più care, ne è testimonianza nuova, di commovente eloquenza.
Giunta la notizia della sua dipartita il 3 giugno 1963 i Cappellani Militari lo salutano, definendolo il “nostro più grande confratello”, con queste parole:
Quand’Egli, dopo la lunga, dolorosa agonia, tra la preghiera del mondo, ha compiuto il sacrificio della sua vita, gli uomini si sono sentiti improvvisamente orfani: Egli era davvero il Padre comune, Egli era il Papa di tutti, senza distinzioni di razza, di colore, di religione.
Eppure noi, Cappellani Militari d’Italia, sentiamo di poter affermare, con trepida commozione per un provvidenziale rilievo, che Giovanni XXIII fu il nostro Papa.
Non solo Egli uscì dalle nostre file, dopo aver portato le stellette e aver vissuto gli anni tormentosi della Prima Guerra Mondiale con la divisa di Cappellano assistendo i feriti e i morenti negli ospedali, ma conservò sempre fresca e intatta nel suo animo la ricca esperienza di uomini e di cose fatta nella vita militare. Come ne parlava volentieri e con vivezza di sentimenti: ex abundantia cordis!
Ma più che le parole l’esperienza del vecchio Cappellano Militare animò i fatti: quelli volutamente semplici della Sua vita personale e quelli audacemente grandiosi del Suo Pontificato.
Giovanni XXIII, il Papa storico, è ormai affidato alla storia di domani. Noi possiamo però anticipare questo giudizio: una delle componenti di maggior rilievo della personalità e dell’opera di Papa Giovanni è da ricercarsi proprio nell’esperienza di Cappellano Militare. Il senso di ottimismo e di equilibrio, la comprensione per tutti e la ricerca del dialogo, l’impegno al dovere e la cura dell’essenziale, sono tutte qualità che natura e grazia hanno bensì fatto sbocciare nell’anima di Angelo Giuseppe Roncalli, ma che sono fiorite e si sono sempre più radicate durante il servizio militare.
Graziano don Giuseppe






