(02-09-2025) A 81 anni dall’offerta della sua vita, l’Arma dei Carabinieri e la Comunità di Santo Stefano d’Aveto hanno fatto memoria questa mattina del Servo di Dio Albino Badinelli, per il quale la Diocesi di Chiavari ha aperto nel febbraio 2022 il processo di Beatificazione e Canonizzazione.
Era il 2 settembre 1944 quando Badinelli, rispondendo alla minaccia dei nazifascisti che volevano uccidere un gruppo di civili, si presentò davanti al Maggiore della divisione Monterosa, Gerolamo Cadelo, intercedendo per loro e invocando la pace. Il giovane carabiniere fu subito condannato a morte e fucilato. Prima di morire perdonò i suoi carnefici baciando il crocifisso.
Alla commemorazione di quest’anno sono intervenuti il Cap. Giada Conti, comandante della Compagnia di Sestri Levante e il Mar. Antonio Palmesano, Comandante della Stazione di S. Stefano d’Aveto. Impossibilitati a partecipare a causa dei danni dovuti al maltempo il Generale di Brigata Claudio Lunardo, Comandante della Legione Liguria, e il Colonnello Alessandro Lo Magro, comandante provinciale dei carabinieri di Genova.
Don Simone Marani, Cappellano militare della Legione Carabinieri Liguria, ha impartito la benedizione alla lapide posta sul luogo della fucilazione.
Per ricordare il giovane carabiniere, oggi Medaglia d’oro al merito civile, erano presenti il Comune di S. Stefano d’Aveto, la locale Associazione Nazionale Alpini, le rappresentanze dell’Associazione Nazionale Carabinieri di tutto il Tigullio e la Croce Rossa Italiana di S. Stefano d’Aveto.
Hanno preso parte alla celebrazione anche i nipoti del Servo di Dio e i componenti del Comitato “Albino Badinelli”.
“In questo anno giubilare non dobbiamo perdere la speranza di vivere cammini di pace e di riconciliazione – ricorda don Tommaso Mazza, Presidente del Comitato Albino Badinelli – È ciò che desideriamo per tutta l’umanità, specie per quei popoli che sono vittima della violenza e della guerra, ma è anche un desiderio forte per le nostre vite, tanto spesso segnate da ferite e chiusure. Albino, con la forza della sua testimonianza che si è fatta offerta d’amore e perdono, ci aiuta a sperare in un mondo più fraterno e più accogliente proprio a partire da noi. Sappiamo infatti che la speranza ha sempre bisogno di essere accompagnata da un impegno concreto.”




