L’XI Zona pastorale celebra San Giovanni da Capestrano

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

(24-10-2025) Anche quest’anno, quali Cappellani Militari della XI Zona Pastorale Interforze Abruzzo e Molise, abbiamo partecipato ai festeggiamenti in onore del nostro Patrono. Accolti fraternamente dal Padre Guardiano del convento di Capestrano e dal Vescovo della Diocesi di Sulmona-Valva, mons. Michele Fusco, abbiamo concelebrato nella bella chiesa conventuale, con la partecipazione delle autorità militari, civili e del santo popolo di Dio.

Il nostro Decano, all’inizio della santa Messa, nel saluto al Vescovo, ai confratelli sacerdoti, alle autorità e alla cara comunità di Capestrano, dopo aver ricordato il nostro forte legame alla cittadina di Capestrano e al convento, ha ricostruito il percorso umano, culturale e vocazionale di san Giovanni da Capestrano, specialmente nel periodo della formazione a Perugia.

 

Per noi Cappellani Militari è una grande gioia pregare in questo luogo santo, tanto amato da san Giovanni da Capestrano e che in questi anni, dopo la sua proclamazione a Patrono dei Cappellani Militari di tutto il mondo (10 febbraio 1984), stiamo cercando di far conoscere in Italia e nel mondo.

Familiarizzare sempre più con san Giovanni porta a far un cammino di fede e di crescita spirituale: si passa da una conoscenza scolastica, narrativa, al cuore di un uomo che si è fidato di Dio e ha amato ciò che Dio ama. È innegabile, il suo vivere ha mostrato la carità di Cristo verso l’umanità nella Chiesa e attraverso la Chiesa!

Questo stile di vita è frutto della formazione ricevuta in famiglia (quindi a Capestrano), la formazione ricevuta nella parrocchia, la bella testimonianza dei francescani presenti a Castelvecchio Subequo (sulla strada che congiunge Celano a Capestrano) e a san Giuliano a L’Aquila (allora Provincia Francescana Pennese), la formazione ricevuta a Perugia (presso la “casa di S. Gregorio” o “Sapienza”, come anche oggi viene chiamata, fondata dal cardinale Niccolò Capocci), l’esperienza a Napoli quale Giudice (dove, possiamo dire con certezza, ha imparato cosa non fare) e poi l’esperienza mistica a Brufa, l’amicizia con san Bernardino da Siena, l’amicizia con i frati Osservanti della prima generazione in Abruzzo, in Italia e in Europa.

 

Consideriamo che nel 1350 circa la corte pontificia, esule ad Avignone ma desiderosa di ritornare in Italia, incaricò il cardinale Niccolò Capocci di istruire e formare i futuri quadri dirigenti del nuovo Stato Pontificio. A tale scopo nel 1360 volle istituire un collegio per studenti italiani e stranieri di teologia e diritto, canonico e civile, nella prestigiosa università perugina.

Il 20 settembre 1362 il cardinale dettò le condizioni per l’accoglienza dei quaranta sapienziali che dovevano essere chierici o bisognosi. Il collegio quindi era stato fondato per gli studenti poveri e per esservi ammessi la povertà doveva considerarsi condizione assoluta. In secondo luogo venivano richieste la bontà dei costumi e l’attitudine allo studio. Il terzo capitolo delle costituzioni ordinava perentoriamente che lo studente non potesse rimanere nella “Sapienza” oltre sei anni, «poiché – aggiungeva il fondatore – sei anni sono sufficienti, per chi studia diligentemente, a raggiungere il dottorato in diritto canonico».

Il 17 febbraio 1411 abbiamo un atto notarile, in merito ad un contratto di affitto, dove compare il nome di Giovanni da Capestrano di Antonio. Ecco il primo documento che ci presenta san Giovanni da Capestrano a Perugia. Inoltre, ritenendo che molto probabilmente il giovane Capestranese venne a Perugia già iniziato in “primitivis et gramaticalibus”, si può supporre che egli nel 1411 fosse verso la fine dei suoi anni di studio e in conseguenza sia venuto a Perugia tra il 1405 e il 1406. Ciò siamo indotti a pensare vedendolo tra i quattro consiglieri che affiancavano il Rettore della Sapienza nei vari compiti amministrativi. Infatti i consiglieri, secondo le costituzioni del collegio, erano eletti dagli scolari stessi e scelti tra i più anziani ed esperti, sia per controllare stabilmente l’opera amministrativa del Rettore, sia per risolvere vertenze di qualunque genere, per le quali non fosse necessario l’intervento del Vescovo di Perugia, a norma delle stesse costituzioni. Che il giovane studente di Capestrano figuri tra i consiglieri del Rettore della Sapienza, è una notizia di poco valore, ma sufficiente a segnalarlo tra i migliori ed è indice di un regolare e felice curriculum dei suoi studi. I quali, peraltro, erano facilitati dal regolamento della Domus, minuzioso e severo nelle norme disciplinari. Allo Studium di Perugia Giovanni da Capestrano era iscritto alla facoltà di diritto civile e in questa notizia i biografi sono tutti d’accordo. Lo stesso ufficio di giudice delle cause civili che egli eserciterà a Perugia ne è una chiara conferma.

Le costituzioni della “Sapienza”, dettati dal cardinale Capocci, ci illuminano anche sulla vita spirituale che dovevano condurre gli studenti. È opportuno ricordare che i giovani per essere ammessi dovevano aver ricevuti almeno gli ordini minori. Non per questo tutti dovevano giungere al sacerdozio, ma la preoccupazione costante del fondatore era che il collegio potesse godere di una perfetta assistenza spirituale. Ecco quindi l’obbligo fatto ai convittori di confessarsi due volte l’anno, di digiunare il sabato, di stare a mensa “more religiosorum”, di recitare ogni giorno insieme l’ufficio della Madonna e di ascoltare tutti i giorni la santa Messa.

Pratiche queste che fanno ritenere eccessiva la parola “conversione” riferita a san Giovanni da Capestrano, ma dovremmo dire: “un lento e responsabile cammino di maturazione nella Chiesa, sotto la guida di Dio”, che lo ha portato poi ad incarnare quotidianamente la carità di Cristo.

Graziano don Giuseppe