Oristano – Uniti nel ricordo per San Giovanni da Capestrano

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(25-10-2025) Si è rinnovato anche quest’anno il tradizionale incontro tra i Comandanti e i loro Cappellani, in occasione della ricorrenza, giovedì 23 ottobre u.s., di San Giovanni da Capestrano, patrono universale dei cappellani militari.

Se lo scorso anno l’appuntamento si era svolto presso il suggestivo Monastero Benedettino di San Pietro di Sorres, Sassari, quest’anno il luogo scelto è stata l’incantevole Basilica di Santa Giusta, Oristano.

La giornata è iniziata sulla scalinata dell’antico edificio di architettura romanica, con un’introduzione da parte del Col. Maurizio Riccitelli, appassionato di storia della Sardegna e poi dal vicario generale della diocesi di Oristano, Don Roberto Caria, parroco della stessa Basilica. La visita ha poi continuato all’interno dell’edificio, dove si è potuta ammirare non solo la maestosità delle navate e dell’altare sopraelevato, ma anche la sottostante cripta romanica, unica in tutta l’isola a essere interamente costruita in pietra; al suo interno sono conservate le reliquie delle Sante Giusta, Giustina e Enedina.

Alla celebrazione eucaristica, animata dal coro interforze, hanno partecipato il Sindaco di Santa Giusta, Dott. Andrea Casu, il Vicario Prefetto di Oristano, Dott. Giuseppe Rania, il Comandante di Presidio, Amm. Enrico Pacioni, i generali comandanti: Gen. Stefano Scanu, Gen. Francesco Rizzo, C.Amm. Giovanni Stella, Gen. Stefano Donati, Gen. Luigi Grasso, i vari comandanti di Reggimento e di Battaglione presenti nell’isola e una folta rappresentanza del PASFA, con la presidente, Sig.ra Elisabetta Mennella.

Attraverso le parole del Vicario generale, ci è giunto l’augurio del Vescovo di Oristano, Mons. Roberto Carboni all’inizio della Celebrazione, presieduta dal decano don Gianmario Piga, e concelebrata dai cappellani militari della XVI Zona Pastorale e don Umberto Deriu, collaboratore dell’Ordinariato e parroco di La Maddalena OT; si è unito nella preghiera anche don Gigi Aroffo, già cappellano militare, il quale, terminato il suo servizio nella chiesa castrense, ha fatto un’esperienza missionaria per dieci anni in Paraguay. Non è mancato, inoltre, il ricordo nella preghiera per don Bastianino Pirino, che continua la sua delicata riabilitazione ospedaliera.

Nell’omelia don Gianmario ha delineato brevemente la figura del santo patrono, personaggio ecclettico, pieno di vigore e fede, di tenacia e schiettezza, di fascino e di verità. Giurista e teologo, competente tra il Diritto e la Bibbia, tra la Regola e il Vangelo, San Giovanni da Capestrano ha saputo incarnare quel simbolo di apostolo e predicatore che ha testimoniato la carità e proclamato la verità della fede: “Predicatore sul fronte, apostolo sul campo di battaglia, San Giovanni da Capestrano viene spesso raffigurato sia con un elmetto che col la corazza, sempre pronto ad incoraggiare i suoi soldati: «Sia avanzando che retrocedendo, sia colpendo che colpiti, invocate il Nome di Gesù: in Lui solo è salvezza»”. Facendo riferimento alle parole del Vangelo, in cui Gesù, camminando verso Gerusalemme, invita a “non volgersi indietro”, don Gianmario ha sottolineato che: “Il cammino della vita spirituale, così come il servizio militare, non accetta compromessi, indecisioni, sotterfugi; non possiamo indietreggiare nelle difficoltà, o tergiversare nella lotta. Il mondo militare non è fatto per chi non si vuole imbarcare, per chi teme di affrontare un pericolo, per chi rifiuta un ordine, per chi non vuole pagare in prima persona. Il mondo militare, come la vocazione cristiana, richiede decisione e coraggio, fedeltà a un giuramento”.

Ricordando poi tutti coloro che hanno dato la vita nell’adempimento del dovere, in questa prima celebrazione interforze in Sardegna, abbiamo ricordato di Marco, Valerio e Davide, i tre carabinieri mortalmente feriti da un’esplosione proditoriamente provocata dagli occupanti di un edificio.

“Infine – ha concluso il presule – chiediamo a Dio, la forza e la decisione della fede, per intercessione di San Giovanni da Capestrano, figlio di San Francesco, e umilmente lo preghiamo: «O Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace»”.

Terminata la celebrazione, dopo il saluto dell’Ammiraglio Enrico Pacioni, nell’adiacente oratorio, i cappellani hanno offerto un buffet a tutti i partecipanti, per continuare a vivere la convivialità e la stima reciproca.