Lanci dell’Agenzia ADN Kronos relativi ad una recente intervista a Mons. Marcianò

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DIFESA: ORDINARIO MILITARE, RIABILITARE DISERTORI COME CADUTI DI GUERRA

Roma, 6 nov. (AdnKronos) – “Riabilitare i militari disertori, come Caduti di guerra: ‘giustiziarli’ fu un atto di violenza ingiustificato, gratuito, da condannare”. E’ quanto chiede il vescovo Ordinario Militare monsignor Santo Marcianò, intervistato dall’AdnKronos sul dibattito, nato in Francia e ora in corso anche in Italia, in coincidenza con la celebrazione del centenario dall’inizio della Grande Guerra. “E’ sorprendente con quanta facilità costoro siano stati giustiziati, in molti casi senza un regolare processo e ad opera di altri militari – sottolinea Marcianò – E che tale esecuzione fosse motivata da ragioni punitive o dimostrative non cambia la realtà: essa è stata e rimane un atto di violenza ingiustificato, gratuito, da condannare. Non c’è ragione che possa giustificare tale violenza, unita a diffamazione, vergogna, umiliazione”. Anzi, “come è già avvenuto in altri Paesi europei come la Francia – ricorda l’ordinario militare – la profonda ingiustizia perpetrata a loro danno sostiene la richiesta di chi vorrebbe una ‘riabilitazione’ di questi militari, tramite un loro riconoscimento come caduti di guerra. Anche lo Stato italiano, in particolare il ministro della Difesa Roberta Pinotti, ha deciso di studiare meglio questa problematica”. (06-NOV-14 16:58) DIFESA: ORDINARIO MILITARE, RIABILITARE DISERTORI COME CADUTI DI GUERRA (2) (AdnKronos) – “Il potere devastante della guerra va ben oltre le quantificazioni che normalmente ne misurano i danni – premette l’Ordinario Militare – Alle vittime dei morti in battaglia, dei dispersi, dei feriti, delle famiglie straziate, degli innocenti colpiti, si aggiunge anche il numero di coloro i quali si trovano ad essere stati sommariamente ‘giustiziati’ proprio perché hanno rifiutato di andare in guerra”.  L’interesse che il centenario dall’inizio della prima guerra mondiale sta suscitando in Europa e in Italia, osserva monsignor Marcianò, “ha consentito di fare maggiormente luce sulle fucilazioni dei cosiddetti disertori e dei decimati, ovvero quei militari estratti a sorte e fucilati per dare l’esempio. La valutazione delle modalità con cui questa riabilitazione può essere pensata o formulata va affidata a giudizi di ordine storico e politico. Ci rendiamo conto che la riflessione su una questione così delicata, a cento anni di distanza, si presenta difficile anche per la mutata sensibilità storica”. Per il vescovo dei militari italiani, “quello che è certo è che non si finisce mai di contare le devastazioni operate dalle guerre, prima fra tutte la Grande Guerra. Per questo, non bisogna smettere di ricercare, studiare, riflettere, narrare. Che si parli anche della questione dei disertori, nelle sedi apposite nonché da parte dell’opinione pubblica”. (segue) (06-NOV-14 17:16) DIFESA: ORDINARIO MILITARE, RIABILITARE DISERTORI COME CADUTI DI GUERRA (3) (AdnKronos) – Per monsignor Marcianò, “probabilmente anche la mutata sensibilità comune nei confronti della guerra aiuterà a comprendere che, quale che sia la ragione che ha sostenuto la scelta di questi militari, fosse anche la semplice paura, si tratta di un frutto amaro che, in ogni caso, la guerra ha causato. Così come – sottolinea – è frutto amaro la scelta della violenza, anche quella punitiva o dimostrativa, che la guerra genera e moltiplica”. L’Ordinario Militare si dice “convinto che un qualche gesto nella direzione di riabilitare i militari allora definiti disertori potrebbe avere valore dimostrativo e simbolico, proprio come quello che si voleva attribuire alle fucilazioni, proponendosi come segno di una società che decisamente condanna l’evento bellico, anche col riportare a galla il dramma dei disertori uccisi. (06-NOV-14 17:45) DIFESA: ORDINARIO MILITARE, RIABILITARE DISERTORI COME CADUTI DI GUERRA (4) (AdnKronos) – “I tempi sono maturi per un’accurata e scrupolosa operazione di giustizia storica e morale, lontana da preconcetti”, aveva affermato in una intervista ad ‘Avvenire’ il ministro della Difesa Roberta Pinotti, sulla vicenda degli oltre mille soldati italiani fucilati durante la Grande Guerra. Il ministro aveva proposto di “istituire un gruppo di lavoro per fare luce sui soldati italiani fucilati nel corso della Grande Guerra, vittime di singole esecuzioni o di decimazioni sommarie effettuate sul posto, senza processo”. (06-NOV-14 18:15)