(24-02-2017) Un singolare ricordo è stato attribuito a S. Giovanni da Capestrano nel 33° anniversario della proclamazione a Patrono dei cappellani militari di tutto il mondo. In adempimento alle parole che il santo ancora in vita rivolse ai chierici: “Coloro che sono chiamati alla mensa del Signore, devono brillare di purezza con l’esemplare condotta di vita moralmente lodevole, e rimuovere ogni sozzura o immondezza di vizi”, il comune di Capestrano, per la prima volta ospite presso il Seminario dell’Ordinariato Militare, ha voluto fare dono dell’Opera Omnia del Santo abruzzese perché gli scritti, gli insegnamenti, la predicazione, i documenti, miniera non ancora del tutto esplorata, arricchiscano il pensiero, la dottrina, gli studi, la spiritualità nella formazione dei cappellani militari del domani, “perché splendano per un grande spirito di sapienza e con questo illuminino il mondo”.
Un recente tributo è stato reso al santo di Capestrano da un altro santo, Giovanni Paolo II che, nel Breve Pontificio del 10 febbraio del 1984, lo pone a esempio di santità al popolo di Dio e ai sacerdoti che presiedono alla pastorale militare. Sono stati proprio i rappresentanti delle FF. AA. della regione Abruzzo, la base ispiratrice e promotrice dell’evento, in profonda sintonia con il cappellano don Claudio Recchiuti, ad accompagnare la delegazione del comune di Capestrano, perché attraverso il dono dell’opera Omnia si conservi, si incoraggi e si diffonda in Italia, in Europa e nel mondo, il culto e la venerazione vivi nella regione colpita di recente dalla tremenda calamità del terremoto.
Al termine del canto del vespro, nell’aula intitolata a S. Giovanni da Capestrano, in cui sono stati collocati i diciotto volumi dell’opera, si sono succeduti gli interventi, in primis, del sindaco il dott. d’Alfonso Antonio che magistralmente ha inquadrato in toto la figura del suo illustre cittadino, apostolo in pace e in guerra, e del gen. Rino De Vito, Comandante Regionale del Comando Militare Esercito “Abruzzo”, capo della delegazione militare che ha sottolineato l’attualità del santo diplomatico all’interno dello scenario politico europeo odierno.
A conclusione, il vescovo Mons. Santo Marcianò che ha reso gli onori di casa agli ospiti, ricordando che tali non bisogna sentirsi nel seminario cuore della diocesi, bensì protagonisti, percepiva come il momento a cui si stava assistendo avesse un valore storico per la stigmatizzazione e la riconsiderazione del ruolo del cappellano militare da parte della società civile e delle FF. AA. Evidenziava come le FF. AA., che al loro interno conferiscono giusta dignità e validità al ministero del cappellano militare, abbiano influenza nella correzione di una certa opinione pubblica e ideologia che vorrebbe scartare l’Ordinariato e, quindi Dio stesso, dall’operato dei militari. La gratitudine ai presenti si è estesa fino al Capo di SME per aver avuto l’intuizione e la delicatezza di formulare uno statuto che regolamentasse l’insostituibile ruolo del cappellano militare.
Un grande impegno è riservato ai seminaristi allievi e agli stessi cappellani militari italiani: promuovere la riflessione sul Santo Patrono coinvolgendo le FF. AA. di tutto il mondo e di assumerne costumi, zelo, e ardore apostolico.
I seminaristi