Teresio Olivelli: un militare verso gli altari

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(12-07-2017) Socio zelante dell’Azione Cattolica e della Fuci, si sentì chiamato per vocazione ad entrare dentro tutte le realtà umane… Divenne confratello della conferenza di S. Vincenzo, visitando i malati tubercolotici terminali, pulendoli, rassettandoli, imboccandoli. Uomo davvero eccezionale che nel corso della sua vita di studente, docente, militare, resistente e deportato, ha vissuto i momenti difficili e dolorosi riconoscendo anche in essi la presenza del Signore.
Il percorso della sua straordinaria carità si è dipanato in un tracciato sociale, culturale e politico carico di tensioni e di contraddizioni, raggiungendo l’apice nella campagna di Russia e nei lager nazisti: qui non pensò mai a salvare la propria vita, ma a donarla fino all’ultimo per la salvezza dei fratelli. Fu incessante apostolo di misericordia in aiuto ai più bisognosi; amò i deboli, diffondendo ovunque il profumo della carità di Cristo. Il suo prodigarsi instancabilmente per gli altri, la sua stessa presenza furono l’unico motivo di speranza e di salvezza sia per molti alpini durante la tragica ritirata russa sia per molti internati nell’inferno dei campi di concentramento. (Il Postulatore-Mons. Paolo Rizzi).
Ora, a 102 anni dalla nascita, nella diocesi di Vigevano, che lo vide crescere e temprarsi come cristiano, salirà agli onori degli altari.
La sua figura ricorda per diversi aspetti quella di Piergiorgio Frassati. Nel 1942 parte per la campagna di Russia, volontario come sottotenente. Sopravvissuto alla disfatta, al ritorno dopo l’armistizio del 43, aderisce alle fiamme verdi. Nel 1944 è tra i promotori del giornale clandestino “Il Ribelle”, sui quaderni del quale esce la sua famosa preghiera “Signore facci liberi”. Una militanza clandestina che termina con l’arresto a Milano, dove viene torturato e poi deportato in Germania. Nei lager di Flossenburg e di Hersbruck dà prova di una carità eroica assistendo i compagni prigionieri. Lo scorso 17 giugno è stato promulgato il Decreto della Congregazione per le cause dei santi che riconosce la sua morte come martirio: fu ucciso i 17 gennaio 1945 mentre cercava di proteggere da un pestaggio un compagno di baracca ucraino. (a.g.)