La Solennità della “Virgo Fidelis” ad Ancona (21-11-2017)

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(23-11-2017) Subito dopo l’ultimo conflitto mondiale, per iniziativa di S.E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare, e del P. Apolloni s.j. Cappellano Militare Capo, ebbe inizio nell’Arma il culto alla “Virgo Fidelis”. Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l’iniziativa e bandì un concorso artistico per un’opera che raffigurasse la Vergine Patrona dei Carabinieri. Lo scultore architetto Giuliano Leonardo presentò la Vergine in atteggiamento raccolto, mentre alla luce della lampada, legge in un libro le parole profetiche dell’Apocalisse: “Sii fedele sino alla morte”. L’8 dicembre 1949, Sua Santità Pio XII, accogliendo l’istanza di S. E. Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia, con un Breve Apostolico, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis” Patrona dei Carabinieri.
Anche in questo 2017, nella splendida cornice della Cattedrale di Ancona, la Legione Ca-rabinieri delle Marche si è riunita per celebrare la venerata Patrona. La Messa è stata pre-sieduta da S.E. Mons. Angelo Spina, Arcivescovo di Ancona, alla presenza di autorità cit-tadine ma soprattutto del Comandante il Gen.B. Fernando Nazzaro, dei Comandanti Pro-vinciali, di tanti Carabinieri provenienti dalle varie compagnie e stazioni, unitamente alle associazioni d’Arma e famigliari di Caduti. Il Coro dell’Associazione Carabinieri in con-gedo ha aiutato, con dei canti stupendi, l’assemblea ad entrare fin da subito nel giusto cli-ma della liturgia. Salutando l’Arcivescovo ho pronunciato le seguenti parole: “Noi siamo qui perché sentiamo il bisogno e soprattutto il dovere filiale di ringraziare il buon Dio e la Vergine Santissima, che onoriamo come Virgo Fidelis, per aver ispirato, protetto e custodito ciascuno di noi nell’adempimento del dovere che quotidianamente ci chiama al servizio della Pace e del bene comune… Il generale dell’esercito americano Amber così salutava il Carabiniere italiano: l’ho visto soccorrere i prigionieri con la devozione della Suora di Carità; l’ho visto confortare il condannato a morte come fa il Sacerdote col moribondo; l’ho visto dopo le cruente guerre civili curare i feriti come fa il medico; l’ho visto presiedere le feste del villaggio come fa il vecchio patriarca della tribù; l’ho visto combattere come il guerriero; l’ho visto soffrire come fa il religioso; l’ho visto morire come il Martire. Ebbene, onestamente, io non so se siamo davvero così, ma sicuramente è ciò cui aspiriamo, per essere degni della nostra vocazione di ministri della Pace e per meritarci la benemerenza che l’Italia da tanto tempo ci riserva…”.
Nel suo intervento finale, il Generale Nazzaro ha evocato il 76° anniversario dell’eroica di-fesa del caposaldo di Culqualber da parte del 1° Battaglione Carabinieri, che proprio il 21 novembre 1941 si sacrificò in una delle ultime cruente battaglie in terra d’Africa. Caduti che sono andati a far parte della folta schiera di Carabinieri che, in guerra e in pace, hanno saputo tenere fede al giuramento prestato fino all’estremo sacrificio. Poi, sempre il Generale Comandante, ha ricordato a tutti che l’occasione celebra anche la Giornata dell’Orfano, ed è stato proprio a loro, primi destinatari del dolore per le gravi perdite di affetto subite, che tutti hanno rivolto loro il più sentito pensiero. Nell’occasione, sempre in Chiesa, è stata consegnata una borsa di studio alla signorina Anna Laura Magi di Noia per l’ottimo profitto conseguito al termine della scuola media e una targa d’argento è stata consegnata alla dottoressa Roberta Avigliano per aver conseguito la laurea in giurisprudenza con il massimo dei voti, centodieci con la lode. Anche a Sua Eccellenza è stata consegnata una targa in argento raffigurante la Virgo Fidelis.
Una giornata bella, baciata dal sole, benedetta dal buon Dio e dalla quale tutti ripartiamo con più fervore per essere degni di servire il buon Dio e la nostra amata Patria nell’Arma dei Carabinieri… e sarà così perché la Santa Vergine Fedele ci sta sempre accanto.
P. Peppino Faraci