Messaggio dell’Arcivescovo per il S. Natale 2017

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DIFENDERE BETLEMME, DIFENDERE GERUSALEMME. È Natale! E lo sguardo del cuore corre lì, nella Terra Santa, dove Gesù è nato, Bambino. È lì che rimanda il nostro Presepe, rievocazione storica e tradizione che cerca di resistere ancora alla cultura del consumismo e della “neutralità” relativista. «Se togliamo Gesù, cosa rimane del Natale?», ha chiesto Papa Francesco  ai bambini radunati in Piazza San Pietro per la tradizionale Benedizione dei Bambinelli (Angelus, 17 dicembre 2017). E ha risposto: «Una festa vuota!».È lì, è alla Terra di Gesù che rimanda il pensiero preoccupato, l’apprensione per equilibri internazionali sempre più in pericolo. Una preoccupazione manifestata dal Messaggio Natalizio dei 13 Patriarchi cristiani di Terra Santa, i quali hanno chiesto che a Gerusalemme venga riconosciuto il suo essere «dono sacro, tabernacolo, terra sacra per il mondo intero», evitando qualsiasi «approccio esclusivamente politico» che priverebbe «la città delle sue caratteristiche» e calpesterebbe «il meccanismo che ha mantenuto la pace attraverso i secoli». Svuotare Betlemme del Natale di Gesù, svuotare Gerusalemme dalla sua dimensione Santa!È svuotare la storia umana, la vita umana, della sua dimensione trascendente, dell’Amore eterno che avvolge l’universo, che accompagna l’uomo dalla sua origine al suo destino finale, che dona significato a ogni vita, a ogni fase della vita, a ogni respiro della vita… L’Amore del Cielo, che porta Pace sulla terra.Voi, uomini e donne delle Forze Armate Italiane, siete chiamati a difendere la pace.E difendere la pace significa difendere i luoghi santi, come i tanti altri luoghi minacciati dalla guerra e dalla violenza, dall’intolleranza e dalle persecuzioni, dall’attacco alla dignità della persona e dalla violazione del creato, dall’abuso sui deboli e dallo sfruttamento dei poveri… Ma difendere la pace significa anche difendere la santità dei luoghi, perché non si svuotino del loro significato, che dona significato alla vita dell’uomo.  Sì. La pace richiede che al centro della storia ci sia l’uomo, ogni uomo, in ogni istante, quale che sia la stagione e la condizione della sua esistenza terrena, dal suo fragile inizio alla morte naturale. Difendere la pace è difendere la vita, soprattutto la vita dei poveri e dei deboli, dei piccoli e dei sofferenti, sempre più spesso vittima dell’odio dei violenti e dell’esclusione dei potenti, ma anche della manipolazione di una tecnologia senza limiti e persino del dominio di leggi dello Stato. È difendere la vita che rifulge nell’uomo e nel Dio fatto Uomo.In ogni vita è racchiuso il mistero di Betlemme e Gerusalemme, il mistero dell’inizio e della fine: la nascita nel grembo materno e il ritorno al Grembo che tutti ha generato.Non torna la pace, se la Mangiatoia di Gesù Bambino non torna al centro di Betlemme.Non torna la pace, se la Croce di Cristo non torna al centro di Gerusalemme.Non torna la pace, se l’uomo non viene riconosciuto come creatura e immagine di un Dio Amore, che lo desidera e lo custodisce, dall’eternità e per l’eternità.Che il Mistero di Betlemme, e la Santità di Gerusalemme, ci insegnino tutto questo. Buon Natale!X Santo Marcianò