(29-11-2018) A seguire l’introduzione di S.E. l’Arcivescovo
La Liturgia accompagna sempre il cammino della Chiesa, perché sappiamo viverlo nel tempo che Dio ci dona, legati alla storia e capaci di immettere sempre più Dio nella storia umana, che spesso vuole lasciarlo fuori. «Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore» (Salmo 89 [90]), canta il Salmista, invitando a vivere il tempo con sapienza, senza disperdersi nei ricordi o nelle previsioni ma trovando, nell’«oggi», la memoria del passato e l’attesa del futuro.
Nell’Anno Pastorale che, assieme alla Chiesa universale, vogliamo in special modo dedicare ai giovani, la parola “futuro” assume un particolare significato. Il mondo giovanile lo ha davanti ma, ai nostri giorni, sembra che esso sia per loro appannato da sfiducia e noia, bloccato da disillusioni e assenza di riferimenti. Manca il futuro perché manca la speranza!
È la speranza il dono che vogliamo chiedere al Signore di riportare nel cuore della nostra Chiesa, soprattutto dei nostri giovani: la speranza della vita e della santità, alla quale volgeremo lo sguardo e il cuore anche nella Scuola di Preghiera. E la speranza è virtù che attraversa trasversalmente tutto l’Anno Liturgico: impregna l’attesa dell’avvento, sostiene la penitenza quaresimale, esplode nella gioia pasquale, dona operosità al tempo ordinario.
Che i nostri siano passi di speranza, perché ogni giorno che Dio ci dona sia davvero un «oggi», un tratto di cammino verso la «sapienza del cuore».
X Santo Marcianò