La figura carismatica di padre Giovanni Semeria – Contributo della studiosa Melito

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

(13-02-2020) L’articolo su padre Giovanni Semeria (Coldirodi 1867-Sparanise 1931), una delle figure sacerdotali più carismatiche dei primi del Novecento, si concentra principalmente sull’analisi della sua attività come cappellano militare: dell’importanza delle sue argomentazioni teologiche e del contributo che i suoi scritti hanno portato al Cristianesimo, in relazione principalmente al rapporto fra Scienza e Fede e all’importanza della Carità, molto è stato già detto. Le sue tesi hanno ispirato uno dei documenti principali della Chiesa, ossia l’enciclica Gaudium et Spes, emanata da Paolo VI nel 1965. È stato figura di riferimento da parte di alcuni pontefici, come ad esempio Giovanni Paolo II. La sua azione, invece, sui campi di battaglia viene qui preferita all’analisi teologica, e viene raccontata attraverso le testimonianze lasciate da chi padre Semeria l’ha conosciuto al fronte, e ne ha ammirato l’instancabile ed indefessa attività. Si parte dagli scritti di padre Minozzi, cofondatore con padre Semeria dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia e suo grande amico.  Successivamente si utilizzano i ricordi e agli aneddoti di militari che hanno condiviso il fronte con il religioso genovese per tratteggiare la figura di quest’uomo carismatico, sempre presente laddove vi era un’opera buona da fare, mai troppo stanco per aiutare qualcuno. Amico di Cadorna, amico di Giovanni Pascoli che in lui rivede il fratello, conosce D’Annunzio e altri grandi della sua epoca.  Amato dagli ultimi e dai potenti allo stesso modo, hanno detto di lui che era solito giungere alle vie del cuore mediante l’intelligenza. Dopo la sua attività al fronte si passa al racconto della fondazione dell’Opera Nazionale per il Mezzogiorno d’Italia, e dell’aiuto che circa 25.000 orfani hanno avuto da lui. Insieme a padre Minozzi, infatti, rivolge le sue energie verso il Sud Italia, luogo ove le conseguenze della Prima Guerra Mondiale si facevano sentire con maggior crudezza, mettendo su una rete di orfanotrofi e asili e istituti che garantissero agli orfani di guerra la possibilità di avere un domani migliore. La seconda parte dell’articolo fornisce un resoconto di questa importante iniziativa e di altre attività da lui intraprese nel dopoguerra.