(Civitaretenga di Navelli – Bominaco di Caporciano e Caporciano)

Dai cappellani di Abruzzo e Molise …

La nostra storia

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(22-06-2023) Considerando che nel mese di giugno ci sono alcune ricorrenze importanti per la nostra storia:

 

– 4 giugno 1915 – il primo Cappellano Militare che viene decorato in servizio – don Edoardo Gilardi;

– 24 giugno 1386 – ricorre il 637° compleanno di san Giovanni da Capestrano – patrono dei Cappellani Militari di tutto il mondo;

– 30 giugno 2018 – la morte di padre Mario Di Luzio – storico Cappellano Militare a Chieti;

 

abbiamo deciso di trascorrere lo scorso 19 giugno l’incontro mensile di programmazione pastorale e di formazione permanente per l’Assistenza Spirituale alla FF.AA. ricordando queste tre importanti figure.

La prima tappa è stata Civitaretenga di Navelli (AQ), paese dove padre Mario Di Luzio è vissuto da bambino e dove è sepolto. Ci siamo ritrovati presso il Convento Sant’Antonio di Padova dove abbiamo celebrato la Santa Messa. La prima lettura di questo lunedì della XI settimana del T.O., tratta dal capitolo 6 della seconda lettera di San Paolo ai Corinzi, è stata di grande aiuto per riflettere sul nostro essere chiesa militare, presbiterio castrense.

Al termine della celebrazione abbiamo solennemente commemorato don Edoardo Gilardi, il primo Cappellano Militare decorato in combattimento 4 giugno 1915 con la seguente motivazione:

«CALMO ED INCURANTE DEL PERICOLO, DURANTE IL COMBATTIMENTO RIMASE SEMPRE SULLA LINEA DI FUOCO CURANDO I FERITI ED ESERCITANDO IL SUO APOSTOLATO CON VERA ABNEGAZIONE E CON RARO CORAGGIO»

Don Gilardi senza posa si impegnò costantemente affinché i militari nella tremenda realtà delle trincee sentissero sempre la presenza di Dio e fossero entusiasmati nel patriottismo. Così lui stesso scriveva al Card. Ferrari:

«Come sta bene un prete in prima linea di combattimento! Incoraggiare i combattenti, confortarli coi soccorsi religiosi. Arrischiare la vita per la salvezza delle anime non è eroismo per un prete, ma un’esigenza, un conforto dell’anima».

Don Gilardi al termine della guerra si dedicherà all’assistenza dei bambini ciechi e sarà naturale successore di don Gnocchi alla guida dell’opera a favore dei mutilatini.

Al termine della Messa, presso il cimitero di Civitaretenga, abbiamo deposto un omaggio floreale sulla tomba di padre Mario Di Luzio, storico Cappellano Militare a Chieti, nel quinto anniversario della dipartita, con la partecipazione del parroco, del Sindaco, dei tanti famigliari accorsi e dalla rappresentanza delle locali Stazioni dell’Arma.

Ci siamo spostati di pochi chilometri e abbiamo raggiunto i piccoli borghi di Bominaco e di Caporciano, scrigni di storia, di arte e di cultura.

Bominaco faceva parte di un antico complesso monastico, in posizione strategica lungo il Tratturo Magno, era di proprietà dell’ordine religioso dei benedettini nel X secolo. Visitiamo l’oratorio di San Pellegrino. Entriamo in una costruzione ad unica navata, che è parte del complesso benedettino di Santa Maria, forse fondato da Carlo Magno di passaggio in Abruzzo, c’è testimonianza al suo interno di un importante ciclo di affreschi del periodo medioevale abruzzese e del monachesimo benedettino. Fra i più vasti ed integri complessi pittorici dell’epoca, essi rappresentano nella prima parte riservata ai fedeli, episodi di storia sacra: Infanzia di Cristo, la Passione, il Giudizio Finale ed episodi della vita del martire san Pellegrino. Le due zone sono separate da alte e spesse iconostasi scolpite con l’immagine di un drago ed un grifone. Nella parte dedicata ai monaci, sulle pareti contrapposte del presbiterio, un calendario monastico: per ogni mese accanto ad un’immagine allegorica che lo rappresenta attraverso l’attività agricola, c’è una pagina con i giorni e le memorie liturgiche ed il ciclo lunare.

A Caporciano infine, presso la chiesa parrocchiale, nella cappella dedicata a san Giovanni da Capestrano abbiamo presentato l’unica lettera che F. Ioannes de Capistrano (così si firmava) ha inviato ai suoi parenti residenti a Caporciano, da Buda il 20 marzo 1456, riportata da Salvatore Massonio nel 1627 nel testo Vita et miracoli del B. Giovanni di Capistrano.

(In allegato il testo per la Commemorazione di mons. Edoardo Gilardi e il testo per la presentazione della lettera scritta da san Giovanni da Capestrano).

Graziano don Giuseppe