CEI – Apostolato del Mare, oggi la lectio di don Carlino

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(09-09-2023) “I marittimi: dalla solitudine alla fraternità” è il tema del 2° Convegno nazionale dell’Apostolato del Mare in Italia, in corso da ieri a Civitavecchia e che si concluderà nella giornata di oggi.

L’incontro vuole focalizzare l’attenzione su alcuni temi chiave che riguardano la vita della “gente di mare” e il loro accompagnamento: il lavoro dei marittimi, quello dei pescatori, delle navi da crociera e le peculiarità dei cappellani che vi sono imbarcati. A fare da filo rosso l’enciclica “Fratelli tutti” e, in particolare, la frase: “Rimane sempre uno spazio per il dialogo”. Si tratta di “un’occasione per mettere a fuoco la questione sia sociale sia ecclesiale dei marittimi che sperimentano forme di solitudine. La recente pandemia ha acuito il tema in modo drammatico. Nel momento in cui come Chiesa, dopo la ‘Fratelli tutti’, riflettiamo sulla fraternità, riconosciamo che essa è la terapia rispetto alle malattie sociali del nostro tempo, compresa la solitudine dei marittimi. Per questo, si è invitati ad assumere una pastorale della fraternità e della cura con le persone che lavorano in mare: al centro ci dev’essere l’umanità”, lo ha affermato afferma don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro e dell’Apostolato del Mare. Secondo il direttore dell’Ufficio Cei, “è necessaria una pastorale del dialogo, perché la solitudine del marittimo è anche culturale”. “Se pensiamo che sulla stessa nave convivono persone di cultura, religione ed estrazione sociale molto differente è inevitabile che ci siano difficoltà a ritrovarsi. Dobbiamo far crescere la cultura dell’altro come valore e non come ostacolo alla nostra umanità”.

Delle sessioni del Convegno, una specifica è dedicata all’apporto dei marittimi al Cammino sinodale con tavoli di “conversazione spirituale” tra i partecipanti. “La fase sapienziale che si sta aprendo – ancora don Bignami – ci invita a riflettere sulla missione come stile di prossimità: questa è anche una sfida per l’Apostolato del Mare. Si tratta di farci vicini, prossimi, ai marittimi nella loro condizione, nella loro realtà ed è profondamente vero quello che abbiamo messo a titolo di questo Convegno: ‘Rimane sempre uno spazio per il dialogo’. Non possiamo mai rassegnarci: la Chiesa può camminare nella speranza e offrire segni di speranza al nostro tempo”.

I lavori si sono aperto ieri alle 16, presso il Forte Michelangelo, con i saluti istituzionali di mons. Gianrico Ruzza, vescovo delle diocesi di Civitavecchia-Tarquinia e Porto-Santa Rufina e promotore dell’Apostolato del Mare in Italia; di Ernesto Tedesco, sindaco di Civitavecchia; di Michele Castaldo, comandante del Porto di Civitavecchia; di Pino Musolino, direttore dell’Autorità del Sistema Portuale del Lazio. E’ seguita una tavola rotonda moderata da don Gabriele Quinzi, salesiano e psicologo, a cui hanno preso parte: Paola Vidotto, direttrice dell’Accademia della Marina Mercantile di Genova; Francesco Buscema, ricercatore dell’Università di Torino; Enrica Mammuccari, segretaria generale della UILA Pesca.

Stamattina il Convegno riprende all’Hotel San Giorgio con la lectio a cura di don Massimo Carlino, biblista e cappellano militare di Civitavecchia.

Dopo la relazione di don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, e la testimonianza di padre Enzo Severo, cappellano su navi crociere, sono previsti i “tavoli sinodali”. Le conclusioni sono affidate a don Bignami.