Con Maria…Militari pellegrini di speranza

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(17-10-2024) Si è riunita a Parigi (Francia) dal 7 all’11 ottobre 2024 la Conferenza Preparatoria Internazionale (CIP), composta da diciannove delegazioni nazionali, per l’ideazione e l’organizzazione del 65° Pellegrinaggio Militare Internazionale (PMI) a Lourdes.

Da un’analisi e verifica dello scorso 64° PMI, tenutosi nei giorni 24-26 maggio 2024, si è riscontrata una partecipazione di circa sedicimila pellegrini (16.000) di cui tremilaseicento (3600) italiani, secondi solo alla Francia; i numeri sono soddisfacenti ma, andandovi oltre, risulta certamente più incoraggiante la mole di frutti spirituali che conferma la potenzialità e la fecondità di questa iniziativa.

Dopo questo primo momento di “raccolta”, si è proceduto col secondo obiettivo della conferenza: delineare, nell’ottica della “semina”, le procedure per il prossimo 65°PMI che si terrà a Lourdes nei giorni 14-18 Maggio 2025.

Il tema del 65° PMI “Militari, pellegrini di speranza”, riprende il tema pastorale del Santuario “Con Maria, pellegrini di speranza” che è a sua volta in sintonia con il tema ufficiale dell’anno giubilare 2025 “Pellegrini di speranza”.

Siamo innanzi a un anno particolare, quello giubilare: attendiamo il 2025 come un «anno di grazia»; proprio in linea con questa prospettiva ecclesiale, il presidente del PMI Mons. Antoine de Romanet, Ordinario Militare per la Francia, ha aperto la sessione di lavoro a Parigi sollecitando i capi delle delegazioni a investire, durante l’anno Santo del Giubileo, con generosità, nonché con un fervore aggiuntivo, in un momento in cui i conflitti internazionali stanno crescendo e le imprevedibilità e le incertezze del tempo presente, più che mai, richiedono un supplemento di “speranza che non delude”.

Il suddetto messaggio di pace è stato ripreso nel corso della conferenza dal vicepresidente, don Pasquale Madeo, che nel prendere la parola ha voluto rallegrarsi, dapprima, per la presenza del capo delegazione dell’Irlanda Father Paul Murphy               – tristemente accoltellato e ferito in una aggressione la scorsa estate – e successivamente per la nomina a vescovo di Gospić-Senj (Croazia) del Rev.do Marko Medo, finora capo delegazione della Croazia.

La delegazione italiana è stata rappresentata da don Pasquale Madeo, direttore del Pellegrinaggio Nazionale, in qualità anche di vicepresidente dell’assise internazionale (PMI); da don Rino De Paola, capo delegazione, dal 1⁰Lgt Gaetano Brienza (AM), dal 1⁰ Lgt Thomas Muci (AM), dal Fin. Manuel Ferrara (GdF) e dal 1° Av. Sc. Giacomo PALMISCIANO (AM).

Le sessioni di lavoro, mattutine e pomeridiane, sono state intervallate da visite guidate e itinerari istruttivi nella splendida città di Parigi. Degne di rispetto sono da annoverare: la visita al Museo dell’Armata Francese e la celebrazione della Messa nella Cattedrale dell’Ordinariato S. Louis des Invalides; la cerimonia del Ravivage de la flamme presso l’Arco di Trionfo e la Tomba del milite ignoto; l’appuntamento serale ai piedi della Torre Eiffel;  la visita alla gloriosa Ecole Militaire.

 

Nel corso della conferenza si è proceduto a votare e ad approvare il logo della medaglia commemorativa del 65° PMI. Ancora una volta la delegazione italiana ha visto votare uno dei suoi tre disegni proposti su un totale di tredici. Preferito da tutti è stato il disegno del medesimo autore che anche lo scorso anno ha avuto la meglio: si tratta del 1° Lgt Salvatore Sciascia, sottufficiale della Marina Militare italiana in servizio presso il Comando delle Forze Aeree (COMFORAER) del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV).

AVANTI MARCH! Con Maria, militari pellegrini di speranza!

 

LOGO del 65° PMI Lourdes 2025

Il Logo riprende quattro figure di militari disarmati, provenienti dai quattro angoli della terra (con uniformi differenti) collocati su unancora. Come si espresse Papa Francesco la sera del 27 Marzo 2020 durante il momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia: “[…] Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale. Abbiamo un’ancora: nella sua croce siamo stati salvati. […] Abbiamo una speranza: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore”.

Uno di questi soldati “getta” tutto sé stesso addosso a una croce innestata su un’ancora, a fondamento della quale si issa ed eleva, raggiungendo così la sommità del logo; è dall’alto infatti che il vessillo della croce attira tutti spalancando innanzi a sè un cammino, segno della fede che “smuove”, prima ancora delle montagne, gli uomini. Il legno della croce, in tal modo, risulta espressione della speranza su cui “ancorarsi” lasciando dissipare il peso e la malasanità del proprio disordine interiore, eco e acume di quello esteriore, come di fatto osserviamo nelle tensioni e nelle guerre odierne.

Il Santuario compare sullo sfondo, con discrezione e al contempo con imponenza: rappresenta la Chiesa nell’atteggiamento di una madre che attende, con solida pazienza e amorevole presenza i suoi figli dispersi, ovunque e in qualunque postura esistenziale o posizione sociale essi si trovino. I militari, posti su vari livelli e altezze innanzi al santuario figurano l’universalità del popolo militare: nella differenza dei gradi, negli svariati servizi e ruoli, che siano dell’America o dell’Europa, che siano allievi o Generali, che siano vicini a Dio o lontani dal suo Amore; a prescindere da tutto ciò, la Chiesa che è Madre, sull’esempio di Maria, raccoglie e raduna per condurre a Cristo, tutti i figli ugualmente amati.

Sulla sinistra del logo, sotto la croce, domina l’immagine della Beata Vergine Maria, a cui Gesù, morente, affida i discepoli amati e per i quali l’umile ancella risplende sul loro cammino come segno di consolazione e di sicura speranza per una vita che non avrà mai fine.

L’intera immagine è racchiusa in una goccia d’acqua che nella vita reale è in essere solo temporaneamente. Questo momento, apparentemente effimero, è così breve che difficilmente viene notato in natura, bensì la goccia è in grado di catturare l’eternità e così essere segno di una “speranza che non delude”.

don Rino De Paola