Sassari – Cappellani e Comandanti insieme nel 40° di San Giovanni da Capestrano

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

(29-10-2024) Durante lo scorso incontro mensile di zona pastorale, ci siamo chiesti quale altre iniziative potevamo organizzare e abbiamo immediatamente individuato la data del 23 ottobre 2024, nel 40° anniversario di San Giovanni da Capestrano, come “Santo Patrono presso Dio di tutti i Cappellani Militari del mondo”, durante la quale proporre non soltanto una semplice celebrazione, ma anche un incontro, una giornata in qualche luogo caratteristico della Sardegna, insieme a tutti i nostri Comandanti. Don Valter ha subito suggerito il suggestivo Monastero Benedettino di San Pietro di Sorres, vicino a Sassari.

Così nel chiamare l’abate per fissare l’appuntamento, abbiamo chiesto di individuarci anche una guida che potesse, prima della celebrazione, darci alcune notizie sull’abazia, sul sito e sulla storia del territorio. L’invito è stato accolto dalla maggior parte dei Comandanti, con entusiasmo e interesse, da un numero di partecipanti che è andato decisamente al di sopra delle nostre aspettative: dall’Esercito, dalla Marina, dall’Aeronautica, dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza hanno risposto positivamente, aggiungendosi anche i Comandanti dei Reparti che i Cappellani curano come estensioni d’incarico.

Oltre alla presenza di tutti i cappellani militari, don Valter Cabula, don Marco Zara, don Francesco Bregoli, don Antonio Atzeni, don Gian Paolo Sini e don Gianmario Piga, hanno partecipato anche i sacerdoti collaboratori padre Mariano Asunis e don Umberto Deriu, quest’ultimo sacerdote che solo una settimana fa ha ricevuto la nomina per la Scuola della Marina a La Maddalena.

All’inizio della celebrazione il Decano ha voluto ricordare nella preghiera don Bastianino Pirino, che solo alcune settimane fa ha riportato un terribile incidente stradale e le cui condizioni rimangono serie, e don Pietro Murgia, nella difficile missione del teatro operativo in Libano. Poi, nel salutare e ringraziare il padre abate, dom Luigi Emanuele Tiana, Don Gianmario ha delineato brevemente la figura del santo patrono, personaggio eclettico, pieno di vigore e fede, di tenacia e schiettezza, di fascino e di verità. Giurista e teologo, competente tra il Diritto e la Bibbia, tra la Regola e il Vangelo, San Giovanni da Capestrano ha saputo incarnare quel simbolo di apostolo e predicatore che ha testimoniato la carità e proclamato la verità della fede, tanto da essere raffigurato, dopo appena alcuni decenni dalla sua morte, nel Retablo del pittore medievale Giacomo da Campli sulla Madonna in trono col bambino, insieme a San Francesco d’Assisi, Sant’Antonio da Padova, San Bernardino da Siena, inserito appunto tra le più alte figure francescane.

Predicatore sul fronte, apostolo sul campo di battaglia, San Giovanni da Capestrano viene spesso raffigurato sia con un elmetto che col la corazza, sempre pronto ad incoraggiare i suoi soldati: «Sia avanzando che retrocedendo, sia colpendo che colpiti, invocate il Nome di Gesù: in Lui solo è salvezza». (condensato nelle famose tre lettere IHS che significavano Jesus Hominum Salvator, Gesù Salvatore degli uomini). Lui stesso morirà dopo la battaglia di Belgrado (1456), nel monastero di Ilok, in Croazia, qualche mese dopo, come padre Anselmo da Pietramelara a Lepanto (1571), il beato Marco d’Aviano a Vienna (1683).

Proprio per la sua instancabile opera di predicazione in giro per l’Italia, la Francia, l’Austria, la Germania, la Polonia, la Serbia e l’Ungheria, Pio XII lo indicò come l’”Apostolo d’Europa”.

Il Padre Abate nella sua omelia ha voluto soffermarsi sull’epoca difficile di conflitti e lotte che ha caratterizzato la vita del Santo Patrono: «Queste lotte non solo si ripetono e si amplificano, ma passano da conflitti locali, tra città e regioni, ad un più vasto conflitto mondiale e totale che vediamo anche ai nostri giorni. San Giovanni da Capestrano viene coinvolto direttamente in queste lotte fratricide, accusato e messo in carcere: qui la sua conversione, qui la sua lotta interiore trasforma la sua esistenza. Abbraccia così una forma religiosa che porta in sé un messaggio di pace in tutta l’Europa. Lui vive con essenzialità, vive nell’obbedienza, vive nel dono, vive nella lealtà di affermare sempre la verità sia davanti ad un Papa, un Cardinale, un Vescovo, sia davanti a un Re, o un Principe. La sua parola sempre colpisce, sempre interroga, sempre rincuora, perché prende vigore dalla fonte della Parola eterna di Dio», in un periodo minacciato dall’avanzata dell’Islam.

«Quella che San Giovanni da Capestrano – ha continuato l’abate – combatte sembra essere una doppia battaglia: da una parte la minaccia di una conquista dei fedeli musulmani, dall’altra la debacle di una vita scialba dei cristiani. Ecco che ancora oggi San Giovanni da Capestrano ci invita a combattere in maniera autentica, nella verità del vangelo, qualsiasi sia il nostro posto, il nostro grado, la nostra responsabilità. E se siamo chiamati a essere guide per le giovani generazioni, chiamate a servire la Patria, cosa che ancor più ci responsabilizza, noi stessi dobbiamo far trasparire legge e testimonianza, rigore ed esempio».

Terminata la celebrazione, dopo il saluto del Contrammiraglio Enrico Pacioni, Comandante di Presidio in Sardegna, i cappellani hanno offerto un buffet a tutti i partecipanti, per continuare a vivere la convivialità e la stima reciproca.