(20-05-2025) Articolo recentemente pubblicato sul sito web della comunità cattolica delle Isole Faroe, dove don Bruno Mollicone (cappellano militare licenziato in Dottrina Sociale della Chiesa) ha prestato servizio volontario nel 2023 e nel 2025. (Versione originale su www.katolsk.fo)
Confesso che, prima del Conclave, ritenevo altamente improbabile che un cardinale statunitense sarebbe stato chiamato a guidare la Chiesa Cattolica come 266° successore dell’apostolo Pietro.
La mia era una valutazione che si fondava su una consolidata tradizione che vuole che il Santo Padre non sia originario di una superpotenza al fine di garantire, anche simbolicamente, la terzietà e l’universalità della sua figura. Tale prassi, pur rimanendo valida e opportuna, ha però avuto in Robert Francis Prevost la sua più inattesa e provvidenziale eccezione.
Vi dico fin d’ora che sono profondamente convinto che questo Papa ci sia stato donato dallo Spirito Santo. Leggendo bene la sua biografia, infatti, possiamo notare l’assoluta straordinarietà di quest’uomo. Egli possiede un profilo che sembra essere stato preparato da Dio in ogni dettaglio nel corso degli anni. Mi limito a citare solo alcuni elementi che, però, credo siano molto importanti…
Il primo elemento, apparentemente, ha poco a che fare con la dimensione religiosa. Eppure, è un dettaglio non secondario: in gioventù il Papa ha ricevuto una solida preparazione matematica. Questo, infatti, è il campo in cui egli si laureò brillantemente nel 1977, prima di intraprendere gli studi filosofici e teologici. Si tratta di un aspetto singolare che lo rende perfettamente in grado di dialogare con il mondo accademico e scientifico, utilizzando le medesime categorie di riferimento ma, al tempo stesso, partendo da una prospettiva spirituale. Del resto, proprio sul rapporto fra l’ordine divino del Creato e quello perfetto dei numeri, uno dei massimi fisici del Novecento, Paul Dirac (Premio Nobel nel 1933), una volta disse: «Dio è un matematico di prim’ordine, che nel costruire l’universo ha utilizzato una matematica molto avanzata».
In questo non vi è nulla di nuovo: la Chiesa ha sempre sostenuto l’importanza della ricerca scientifica come servizio all’Uomo e come via complementare alla Fede per indagare il mistero della Vita. Ad esempio, uno degli ultimi grandi documenti su questo tema fu l’enciclica di Papa Giovanni Paolo II Fides et Ratio (La Fede e la Ragione), scritta assieme all’allora cardinale Joseph Ratzinger nel 1998.
Il dialogo tra Scienza e Fede, oggi più che mai, appare essenziale. Le recenti ed incredibili evoluzioni dell’Intelligenza Artificiale, infatti, hanno ormai portato l’umanità alle soglie di un vero e proprio “cambiamento di paradigma”, cioè ad uno di quei punti della Storia nei quali è l’intero sistema a cambiare, generando inevitabili effetti antropologici e altrettanto necessarie riflessioni sul piano etico e morale.
Tornando all’americanità di Prevost, si tratta di un’americanità particolare. Perché se è vero che il Santo Padre proviene dagli Stati Uniti, è altrettanto vero che egli ha trascorso quasi interamente la sua vita sacerdotale ed episcopale fra il Perù, dove giunse già nel 1985 da giovane missionario agostiniano, e Roma, dove ha ricoperto incarichi di responsabilità sia nell’ambito del suo ordine religioso che in quello della Santa Sede.
L’attuale Papa è dunque un uomo che, nel corso degli anni, ha maturato una preziosissima attitudine a comprendere il cuore e la mente delle persone, a percepirne la sensibilità e i bisogni più profondi, ad ascoltarne le sofferenze e le speranze e a trasmettere loro, nel modo più efficace, la luce di Cristo.
È noto che l’orientamento pastorale di ciascun pontificato possa essere intuito già a partire dal nome con il quale ogni pontefice sceglie di identificarsi. Ebbene, il nome Leone XIV esprime non solo un’intima energia, ma anche e soprattutto la forte attenzione che egli avrà nei confronti della persona umana. Al suo predecessore infatti, l’italiano Leone XIII (1878-1903), è convenzionalmente attribuita, con l’enciclica Rerum Novarum (1891), la nascita formale della Dottrina Sociale della Chiesa, cioè l’analisi delle realtà sociali, economiche ed umane secondo la prospettiva del Vangelo e la conseguente elaborazione di principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione che hanno per fondamentale baricentro la dignità della persona umana.
Tutto, nella biografia del Papa, lascia intuire che Leone sarà un pontefice capace di favorire, all’interno della Chiesa, non una semplice unità, ma una vera e propria comunione. Sarà un pontificato dal tratto mite, ma dal messaggio forte: un pontificato dottrinalmente solido e al tempo stesso attento a cogliere le “cose nuove” del mondo (come fece Leone XIII) non per rincorrerle, ma per dar loro un’anima.
Leone sarà un creatore di ponti, che poi è esattamente il significato e la missione di ogni pontifex: consolidare e proteggere il ponte più importante, quello fra la Terra e il Cielo, ma anche creare ponti nuovi di dialogo e comprensione reciproca ovunque questo sia più urgente e necessario, avendo sempre al centro Dio e la dignità inviolabile delle sue creature.
In un Conclave durato appena 24 ore, lo Spirito Santo è riuscito a generare fra i cardinali qualcosa di straordinario: pur avendo origini culturali e sensibilità teologiche diverse, aprendo i loro cuori all’azione dello Spirito, essi sono riusciti a trovare un convinto punto di unità e quel punto di unità ha preso il nome di Leone.
Davvero questo Papa è un dono dello Spirito Santo. Oggi siamo a un punto di svolta della Storia. Siamo entrati in una fase di immensi cambiamenti ed è probabile che alcuni di questi riguarderanno anche la Chiesa. Ci rassicura pensare che a guidarci, oltre a Cristo, ci sarà Leone.
Alla vigilia del Conclave, più di qualcuno disse: «Ora la Chiesa avrebbe bisogno di un Papa con la forza di Giovanni Paolo II, la dottrina di Benedetto XVI e il cuore di Francesco». Molti replicarono che sarebbe stato quasi impossibile trovarne uno con tutte queste caratteristiche. E invece, ancora una volta, il Vangelo e la Storia ci hanno insegnato che “nulla è impossibile a Dio”…
Don Bruno Mollicone