L’Aquila – Celebrazione Interforze con mons. D’Angelo

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(27-12-2022) Il 21 dicembre 2022 la Comunità Militare della XI Zona Pastorale Interforze Abruzzo e Molise si è ritrovata a L’Aquila, nella Basilica dedicata a San Bernardino da Siena, il maestoso Tempio fortemente voluto dal nostro Patrono per onorare il Santo Senese, per celebrare la Santa Messa in preparazione al Natale del Signore.

Nel saluto iniziale abbiamo ricordato come proprio un anno fa in quel luogo, ci siamo interrogati sul come fare “scelte giuste e sagge”, ci siamo domandati, riprendendo il testo biblico della Genesi, se l’uomo “dopo aver preso il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male” è diventato capace di scelte idonee a promuovere sé stesso, l’umanità e la creazione. Siamo giunti alla conclusione che “era opportuno riporre il frutto della conoscenza del bene e del male là dov’era, così come era stato disposto da Dio”.

A neanche due mesi da quella liturgia abbiamo dovuto leggere il capitolo successivo del libro della Genesi: Caino che uccide Abele; l’occupazione dell’Ucraina. In quel periodo di grande disorientamento, sempre da quel luogo che custodisce il sacro corpo di san Bernardino da Siena, padre e maestro dei grandi predicatori e costruttori della pace nel 1400, Giovanni da Capestrano, Giacomo della Marca, Alberto da Sarteano, abbiamo chiesto a Dio il dono di “nuovi predicatori capaci di fermare la guerra e intessere giuste relazioni per la costruzione della pace”. Nel frattempo i nostri militari sono partiti alla volta dell’Ungheria e della Bulgaria, accompagnati dal nostro giovane confratello Cappellano Militare, don Cipriano, per creare un argine e impedire così l’espansione della guerra. Come Chiesa Castrense siamo in prima linea, portando non solo addosso l’odore del popolo che ci è stato affidato, ma nel cuore la sofferenza di tante persone e lo slancio, come ci ha più volte ripetuto il Santo Padre, a formare coscienze capaci di promuovere la pace, che “Gesù, principe della pace” ci ha portato e ha affidato ad ogni uomo.

Don Carlo Gnocchi racconta che un suo militare, siamo nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, scrisse alla mamma che quella mattina assistendo alla Santa Messa, si accorse che nella borraccia del Cappellano non c’era più acqua, corse a prendere la sua e così la celebrazione poté andare avanti, scrisse: “la mia acqua è andata nel Sangue di Cristo, mamma vedevo quelle poche gocce d’acqua scendere nel calice e vedevo le tua lagrime mescolarsi al sangue di Cristo”. E così tutti insieme abbiamo ripetuto: “Mai più lacrime, ma gocce di sudore per assicurare la pace in ogni angolo della terra”.

Nell’omelia mons. D’Angelo, vescovo ausiliare de L’Aquila, ci ha invitati a lasciarci guidare dalla Parola che aiuta sempre a capire meglio come Dio operi nella storia. Il mistero del Natale, trova nel Vangelo di Luca le coordinate per conoscere questo Dio imprevedibile. Dio ha il desiderio di ripartire con l’umanità e con le fragilità dei chiamati opera cose grandi.

Ha continuato nella riflessione dicendo:

* la potenza di Dio fa grandi le cose piccole e normali;

* difronte a Dio è necessaria la semplicità del cuore;

* riconoscere in sé stessi e negli altri l’opera di Dio per ritrovare il volto del Padre;

* far nascere lo stupore per non perdere la sensibilità alla vita;

* Dio non stupisce con “effetti speciali” ma nella normalità della vita, nella quotidianità;

* il Natale in sostanza è questo: Dio accorcia le distanze con l’uomo.

La bellezza dell’essere cristiani è questa realtà dell’essere avvicinati da Dio che chiede di non scoraggiarci. Lui che è il Salvatore potente porta al “mistero della Pace”, e questo è il servizio che viene chiesto agli uomini e alle donne delle nostre Forze Armate.

Graziano don Giuseppe