“Dio è amore”1 e attraverso Gesù ha voluto rivelarci la sua vita intima così da divenire il modello di ogni vita personale e comunitaria. Dio, origine e fine a cui tutto tende perché in lui “viviamo, ci muoviamo ed esistiamo”2, così si è manifestato:”Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”3. “Egli non ha risparmiato il proprio Figlio ma lo ha dato per tutti noi”4.Il Figlio suo, Gesù Cristo, “ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso”5; per amore liberamente si è consegnato alla morte6 e ci ha riconciliati con Dio7.Lo Spirito Santo, donato dal Figlio sulla croce8 e nel giorno di Pentecoste effuso sulla Chiesa9, è Spirito di comunione10 ed effonde nei nostri cuori il dono della carità11. Egli ci ispira a proclamare con fede e amore che Gesù è il Signore12; Egli grida nei nostri cuori e ci permette di invocare Dio chiamandolo Abbà13, Padre, parola che esprime tenerezza e intimità filiale. Rivelandosi come “Amore”, Dio ci insegna che la legge fondamentale della perfezione umana, e perciò della trasformazione del mondo, è il nuovo comandamento della carità: “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri”14. Coloro che credono al suo amore, sono da lui resi certi che la strada della carità è aperta a tutti gli uomini e che gli sforzi intesi a realizzare la fraternità universale non sono vani15.Dio, con la rivelazione della sua vita trinitaria, si partecipa alla sua Chiesa e, attraverso la Chiesa, agli uomini. Perciò, la Trinità è la verità più profonda della Chiesa che dimora in Dio, e Dio dimora in essa, perché le ha donato il suo Spirito16. La Chiesa, edificata nella carità17, si modella sulla carità stessa di Dio, permane in comunione con lui18, compie la sua missione di salvezza servendo per amore.Il mistero dell’amore trinitario rifulge nell’uomo creato “a immagine e somiglianza di Dio”19, il quale “ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci ad essere suoi figli adottivi”20.Il vero discepolo di Cristo è contrassegnato dall’amore non solo verso Dio, ma anche verso il prossimo: il segno che è passato dalla morte alla vita è caratterizzato dall’amore per i fratelli. Nell’amore realizza pienamente la sua vita: è se stesso amando e facendo propria la misura dell’amore di Gesù: “Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli”21. Questo è il comandamento per eccellenza che riassume la legge e i profeti22; è la via più eccellente23; è il segno distintivo dei veri discepoli24; è il fondamento di tutto l’ethos umano.Per imparare la verità della carità, la Chiesa Ordinariato Militare guarda a Maria, la prima dei discepoli, la Madre del Signore e della Chiesa. Lei “…tutta santa e immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo è stata come plasmata e concepita nuova creatura”25. Lei è il sì perfetto dell’umanità all’amore eterno di Dio.
Chiesa Ordinariato Militare: Chiesa della Carità
Sorgente divina della Carità
La Chiesa Ordinariato Militare si riconosce originata e sostenuta dalla comunione del Dio Uno e Trino: Padre, Figlio e Spirito Santo. Sente che ha ricevuto dal Padre e dal Figlio risorto il dono dello Spirito, “lo Spirito del Padre vostro che parla in voi”26, “lo Spirito del Figlio suo che grida: Abbà, Padre!”27.Dal Padre, per mezzo di Cristo e nell’azione dello Spirito Santo, la nostra Chiesa, come Maria, ha coscienza che Dio compie in lei grandi cose rendendola comunione di amore e colmandola di santità. Lo Spirito Santo è la radice e il fondamento della sua comunione ecclesiale, “produce quella meravigliosa comunione dei fedeli e tanto intimamente tutti congiunge in Cristo, da essere il principio dell’unità della Chiesa”28. Essa germoglia da una radice sacramentale, fiorisce nell’affetto collegiale, fruttifica nella corresponsabilità e collaborazione pastorale.Lo stesso Spirito la rende “luogo in cui l’amore di Dio per gli uomini può essere in qualche modo sperimentato e quasi toccato con mano”29. Perciò, per grazia la Chiesa Ordinariato Militare sperimenta che la comunione non è un vago sentimento o un ideale generico ma uno dei doni più grandi che Gesù ha chiesto al Padre affinché il mondo creda.
Carità e Servizio Militare
Solo l’amore può trasformare il mondo: il servizio militare, caratterizzato dalla difesa dei valori dell’uomo, dovrà perciò avere quale movente l’amore per i fratelli, nella difesa della giustizia e nella costruzione della pace. Per questo la nostra Chiesa si impegna ad essere Chiesa del servizio e della carità. L’amore è il messaggio centrale di tutto il Vangelo e costituisce il grande segno che induce a credere al Vangelo stesso.È necessario che la realtà ecclesiale militare dia sempre testimonianza della carità e, arricchita dai doni ricevuti da ciascuno dei suoi membri, proceda nel cammino della missione di amore. L’annuncio della Parola che salva e la presenza del Salvatore nell’azione dello Spirito Santo giunga al cuore di ogni uomo per operare in lui la progressiva trasformazione, da cuore di pietra in cuore di carne, da cuore di carne in cuore di Cristo.In questo servizio di amore, con piena lealtà, la Chiesa Ordinariato Militare fa proprie le affermazioni del Concilio: “La Chiesa non è mossa da alcuna ambizione terrena; essa mira a questo solo: a continuare, sotto la guida dello Spirito Paraclito, l’opera stessa di Cristo, il quale è venuto nel mondo a rendere testimonianza alla verità30. “Non rivendica a se stessa altra sfera di competenza se non quella di servire amorevolmente e fedelmente, con l’aiuto di Dio, gli uomini”31.
Comunione Ecclesiale di Amore
Nella potenza dell’amore divino la Chiesa Ordinariato Militare diviene capace di farsi tutto a tutti per la salvezza32 fino a dare la propria vita per amore di Dio e dei fratelli33. Realizzata come comunione di amore, per amore serve l’uomo, toglie i peccati dal suo cuore e gli comunica la santità di Dio.Alla grazia di essere Chiesa, comunione di amore, questo Sinodo che si celebra nella docilità alla voce dello Spirito di Dio, risponde con responsabili impegni per rinnovarsi e progredire nella carità.La nostra Chiesa è consapevole di potersi rinnovare attraverso lo spirito di carità. “Questa deve oggi assumere il posto che le compete, il primo, il sommo, nella scala dei valori religiosi e morali, non solo nella teorica estimazione, ma altresì nella pratica attuazione della vita cristiana”34.Affinché ciò si realizzi, è necessaria una conversione permanente e un’ascetica esigente in tutta la nostra realtà ecclesiale.Nella Chiesa Ordinariato Militare il diritto e la giustizia, ispirate dalla carità, siano temperati dalla dolcezza della misericordia. Quando si ritengano utili, non manchino l’ammonizione e la correzione fraterne, attuate con spirito e metodo evangelici, sempre precedute ed accompagnate dalla preghiera.
Il Vescovo il suo Presbiterio
Questo Sinodo riconosce il Vescovo quale “presidente e ministro della carità”35, “maestro, padre, amico e fratello buono e misericordioso, pronto a comprendere, a compatire, ad aiutare”36, disposto anche a dare la vita per amore a Cristo e alla Chiesa.La carità è principio costitutivo della Chiesa e, in special modo, del Presbiterio. È significativo il fatto che Gesù nell’Ultima Cena abbia dato insieme i tre doni: la nuova Legge dell’amore, il Sacerdozio e l’Eucaristia.È necessario che i cappellani militari vivano tra loro in sincera carità fraterna, fondata sulla carità di Cristo, sulla comune sacra Ordinazione, sulla stessa missione affidata dalla Chiesa e il comune apostolato37. Ciascuno dei presbiteri militari infatti, è legato ai confratelli con il vincolo della carità, della preghiera e dell’incondizionata collaborazione38. Sia dunque perfetta la comunione di spirito tra i cappellani militari e sia intenso lo scambio di preghiere, di serena amicizia e di aiuti di ogni genere39.L’intima amicizia con Cristo e la fratellanza presbiterale aiutino i cappellani ad elevare i sentimenti del loro animo e ad approfondirli in spirito di consacrazione, con indefettibile fedeltà all’unico amore di Cristo40.Lo spirito di povertà, di obbedienza, di castità e il celibato sono frutti della carità che animano il presbitero e manifestano un cuore indiviso, una vita che ha come movente e forza un amore senza riserve verso Cristo e la Chiesa, uno zelo ardente verso le anime affidate al suo ministero.
La Famiglia
La famiglia, nata dal sacramento del Matrimonio come mistero di amore tra Cristo sposo e la Chiesa sua sposa41, realizza la “Chiesa domestica”, diviene vivente immagine della Trinità. Nella famiglia ogni uomo si educa e si realizza nella carità disponendosi all’apertura ai fratelli per portare ovunque lo stesso spirito e fare di ogni ambiente una porzione della universale famiglia umana.Data la condizione particolare del servizio militare, la famiglia non può essere indifferente, anzi costituisce il supporto fondamentale perché il servizio si svolga in modo motivato e sereno.La famiglia è per tutti, per il militare in particolare, scuola di fedeltà ed esperienza di sicurezza, richiamo continuo alla realtà delle situazioni, rispetto per ogni uomo chiunque egli sia, esperienza fondamentale di amore.Mentre questo Sinodo non ignora le peculiarità delle famiglie dei militari, esorta le autorità competenti perché, considerando le loro particolari difficoltà e problemi, possano garantire a ogni militare di essere valido aiuto per la propria famiglia e a questa consentire partecipazione e condivisione alla missione militare.Lavorare per la famiglia è il primo e fondamentale passo per chi intende seriamente lavorare per l’uomo, edificare la nuova società fondata sulla cultura dell’amore e costruire la pace universale. La Chiesa Ordinariato Militare, scegliendo di servire il cuore dell’uomo, adotta quella della famiglia quale via preferenziale di tutto il suo lavoro pastorale.In questo impegno di educazione del cuore la Chiesa Ordinariato Militare guarda alla famiglia come al supporto fondamentale della sua missione. In essa il cuore umano si riposa e si ricrea nella carità, ritrova i valori fondamentali della persona umana, riconosce il giusto modo di rapportarsi con le persone e vede in essa l’immagine su cui si dovrà realizzare la perfezione di ogni comunità, compresa quella militare, della nazione e dell’universale famiglia umana.
Carità verso l’Uomo
Pur dinanzi ad evidenti fragilità della condizione umana, la nostra Chiesa, particolarmente attraverso questo suo primo Sinodo, vuole confortare ogni uomo e rassicurarlo che Dio ci sostiene, ci aiuta, ci invita alla conversione perché ci ha creati solo per amore. Dio è più grande del cuore dell’uomo e con la misericordia e il perdono rigenera e dona un cuore nuovo capace di amare.Siano resi sempre più luoghi di esercizio della carità le realtà in cui i militari vivono, si addestrano ed esercitano la loro professione. In essi la carità sia vissuta come accoglienza incondizionata, condivisione degli stessi spazi vitali e nel servizio si sperimenti la fraternità.Lo specifico del servizio militare potrebbe far correre il rischio di trasformare la forza in violenza, la difesa in aggressione, la potenza in sopraffazione. Per questo, la Chiesa Ordinariato Militare, riconoscendo nella virtù della fortezza la caratteristica del suo servizio a difesa dell’uomo42, con forza si impegna ad aiutare i propri figli perché il dono della fortezza sia invocato e ricevuto con animo puro.L’azione di comando degli uomini è massima responsabilità nei confronti dei propri fratelli. Si ricordi sempre che comandare non significa soltanto trasmettere ordini, ma coinvolgere responsabilizzare e animare. Per questo la nostra Chiesa si fa carico di proporre un’assidua e permanente formazione alla carità per preparare adeguatamente quei militari investiti di particolari responsabilità.Si abbia particolare attenzione, in special modo per i giovani delle Accademie e delle Scuole, di curare la formazione integrale dell’uomo, sia in vista della vita familiare che per le responsabilità del comando di altri uomini. L’esperienza familiare infatti, può essere supporto fondamentale per una corretta esperienza di comando. Lo “stile di famiglia” può fare dei nostri ambienti militari un vero luogo educativo: i superiori si rapportino ai giovani con la loro ricca esperienza di padri e di educatori e tra tutti si instauri un clima fraterno.Il rispetto dell’altro sarà la base di un rapporto da sviluppare fino a diventare amicizia. I militari, soprattutto quelli provenienti da comunità ecclesiali in cui hanno fatto forte esperienza di Chiesa, si sentano impegnati a creare anche nell’ambiente militare lo stesso stile di vita quale migliore predisposizione all’evangelizzazione.Si curi soprattutto che la vita comune rappresenti sempre occasione di promozione per la persona, prevenendo ogni forma di sopraffazione e di violenza, rendendo vana ogni forma di arrangiamento a discapito del prossimo e correggendo coraggiosamente ogni espressione di oscenità degradante ed umiliante.La caserma può così diventare luogo di accoglienza, di condivisione ed esperienza di autentica fraternità universale per giovani provenienti dalle più diverse realtà sociali, culturali e di esperienze di vita; può essere sicuramente luogo in cui sperimentare, nell’integrazione delle varie culture locali, la ricchezza dell’unità nazionale.Ogni comunità militare inoltre, potrà diventare attraverso la testimonianza evangelica, luogo per un’autentica testimonianza di vita per uomini che sono a servizio di grandi valori. “In forza del precetto della carità, che è il più grande comando del Signore, ogni Cristiano è sollecitato a procurare la gloria di Dio con l’avvento del suo regno e la vita eterna a tutti gli uomini: perché conoscano te, l’unico vero Dio e colui che egli ha mandato, Gesù Cristo”43.I cristiani sono chiamati ad essere fermento per la santificazione del mondo militare, offrendo la testimonianza evangelica della loro vita “col fulgore della loro fede, della loro speranza e carità”44. “Spinti dalla carità che è da Dio, operano il bene verso tutti, …eliminando ogni malizia e inganno, ipocrisie, invidie, maldicenze, attraendo, in questo modo, a Cristo”45. Amano non riducendo l’amore a merce di scambio, ma con amore gratuito e con perdono inesauribile: il perdono esprime infatti ricchezza di misericordia e di amore. La carità li rende capaci di esprimere il vero spirito delle beatitudini, sopportando anche persecuzioni per amore della giustizia46.La forza della nostra testimonianza sia attinta ai sacramenti, particolarmente all’Eucaristia che comunica e alimenta la carità47 e si invochi incessantemente la potenza dello Spirito Santo che è forza e dolcezza, giustizia e pace.La condizione militare comporta servizi a volte estenuanti, missioni lontane, trasferimenti e solitudini, lontananza da persone care: si ricordi perciò che sentimenti ed affetti verrebbero logorati, tra sofferenze e immaturità, se si perdesse il senso del vero amore.La condivisione dei medesimi disagi, specialmente durante le operazioni lontane dalla caserma, sono occasioni per manifestare certe difficoltà non evidenti in altre situazioni, perché spesso celate da riserbo o da uno stile di dignità personale che non le rivela immediatamente: è impegno della nostra Chiesa Ordinariato Militare essere vicino a ciascuno che porta una croce per sostenerlo, offrirgli condivisione e procurargli aiuto.Scoprire queste “povertà” non è facile: perciò, insieme all’impegno personale, si dia vita in ogni parrocchia militare ad un “osservatorio della carità” per individuare e provvedere alle varie necessità. Questo osservatorio opererà in stretto collegamento con l’Ufficio Caritas dell’Ordinariato Militare.Non si trascuri la collaborazione tra le varie organizzazioni caritative sia della Chiesa Ordinariato Militare che delle Chiese locali sul cui territorio vive il nostro popolo. La collaborazione nella carità infatti, è l’elemento che meglio esprime la comunione tra le varie Chiese locali.
Carità nella Comunità Nazionale
La comunità nazionale ha tributato più volte pubblico riconoscimento alle Forze Armate per il loro disinteressato servizio in difesa delle persone, soprattutto più povere e in maggiore difficoltà.In momenti di calamità nazionale i militari sono tra i primi che con il loro servizio, disinteressato e lontano dalla pubblicità, soccorrono i bisognosi. La nostra Chiesa presente tra loro riconosce in questi gesti la più pura applicazione del Vangelo e li sostiene con l’incoraggiamento, la preghiera e l’aiuto materiale.In simili circostanze non di rado alcuni dei nostri militari hanno offerto la vita: la nostra Chiesa li riconosce come i suoi eroi perché nel testimoniare con l’offerta della propria vita il servizio ai fratelli consiste la pienezza della carità.La Chiesa Ordinariato Militare guarda ancora con particolare affettuosa attenzione agli uomini delle Forze Armate impegnati a combattere la criminalità. Esprime loro, anche attraverso questo Sinodo, la propria compiacenza e il riconoscimento per il valore insostituibile di questo servizio.
Carità nella Comunità Internazionale
Il cristiano militare, uomo della carità di Cristo per servire i fratelli, difendendo i valori fondamentali della vita dell’uomo tiene fisso lo sguardo su tutto il mondo nel quale è impegnato a difendere o garantire la pace.Nutrendo il desiderio della pace e fraternità universale dilata il suo cuore e, rendendolo capace di una carità sempre più grande, lo libera progressivamente da ogni forma di chiusura e di egoismo che impoveriscono e mortificano l’uomo.In questa luce di fraternità universale il cristiano militare interviene prontamente dove è richiesta la sua opera in difesa della pace e va in soccorso alle popolazioni bisognose con tutta la ricchezza della civiltà del popolo italiano e con la forza della fede e dell’amore della sua Chiesa.Come si è già verificato più volte, la sua presenza rappresenta per molti una prima evangelizzazione che può aprire la porta alla conoscenza piena della verità e all’accoglienza del dono della salvezza.Grande è la responsabilità del militare nelle missioni di pace: sia pure con la sua presenza armata, egli deve garantire rispetto e attenzione non soltanto alle persone ma anche alla loro cultura e alla loro fede. Grande stima riserverà ai militari delle altre nazionalità con i quali è chiamato a collaborare nella condivisione degli stessi ideali di sincera solidarietà.Sia sempre fedele nell’osservare il diritto naturale delle genti e i suoi principi universali; onori i trattati e le convenzioni internazionali: essi rendono possibile la coesistenza del diritto internazionale di guerra e del diritto internazionale di pace.La Chiesa Ordinariato Militare segue i suoi soldati nelle loro missioni di pace e li considera portatori della sua carità.Di grande importanza per la crescita nella carità sono gli incontri internazionali dei militari, primo tra tutti il pellegrinaggio annuale a Lourdes: la comunione tra i vari Ordinari Militari, i cappellani e i militari delle diverse nazionalità è di grande aiuto per edificare la carità universale che deve animare l’intera famiglia umana.
A Servizio della Carità
La Chiesa Ordinariato Militare per poter assolvere al compito inderogabile di educare alla carità ed essere sempre attenta ai poveri in cui riconosce la presenza del Cristo, organizza la Caritas diocesana che, in collaborazione con la Caritas nazionale, rappresenta il centro animatore di tutta la nostra Chiesa.Alla Caritas diocesana corrisponde la Caritas parrocchiale che agisce attraverso “l’osservatorio della carità” presente in ogni comunità militare e che costituisce il centro di osservazione, di animazione e di intervento nei confronti delle povertà presenti. Quest’ultimo curerà di coordinarsi con gli Uffici Caritas delle varie Chiese locali in cui vive il mondo militare. Appositi statuti e regolamenti organizzeranno la Caritas della nostra Chiesa a livello centrale e periferico.Siano tenute in massima considerazione tutte le forme di volontariato presenti nel mondo militare: l’Associazione Per l’Assistenza Spirituale alle Forze Armate, la Croce Rossa Italiana, l’Opera di san Vincenzo e tutte quelle organizzazioni che si rivolgono alle diverse povertà dell’uomo.
Solo l’Amore è Credibile
La carità è linguaggio e componente essenziale dell’evangelizzazione, è attuazione esistenziale del Vangelo, è il tempio in cui si celebra la liturgia. L’evangelizzazione che deve essere nuova nel suo ardore, nei suoi metodi e nelle sue espressioni, trova nell’attuazione della carità la forza del suo slancio e la verifica della sua efficacia. Infatti, solo l’amore è credibile perché “se vedi la carità, vedi la Trinità”48.La Chiesa Ordinariato Militare è consapevole che senza la carità non si è niente e nulla giova. Perciò, i suoi membri desiderano soprattutto essere conosciuti come “coloro che si amano”49. In occasione di questo Sinodo, con l’apostolo Paolo ribadisce questa virtù come via più eccellente di qualsiasi altra e ripropone per essa gli elogi divinamente ispirati: “La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine… Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità50.
1 1 Gv. 4, 8.
2 At. 17, 28.
3 1 Gv. 4, 9-10.
4 Cfr. Rm. 8, 32.
5 Gal. 1, 4.
6 Cfr. Gv. 10, 17-18; Eb. 10, 5-7.
7 Cfr. Rm. 5, 10.
8 Cfr. Gv. 19, 30.
9 Cfr. At. 2, 1-4.
10 Cfr. Ef. 4, 3; Fil. 2, 1.
11 Cfr. Rm. 5, 5.
12 Cfr. 1 Cor. 12, 3.
13 Cfr. Rm. 8, 15; Gal. 4, 6.
14 Gv. 13, 34.
15 Cfr. Vaticano II, Gaudium et spes, 38 a.
16 Cfr. Rm. 4, 13.
17 Cfr. Ef. 4, 16.
18 Cfr. 1 Gv. 4, 7.
19 Cfr. Gen. 1, 26.
20 Ef. 1, 4.
21 1 Gv. 3, 16
22 Cfr. Mt. 22, 34-40.
23 1 Cor. 12, 31.
24 Cfr. Gv. 13, 35.
25 Vaticano II, Lumen gentium, 56.
26 Mt. 10, 20.
27 Gal. 4, 6.
28 Vaticano II, Unitatis redintegratio, 2 b; cfr. At. 2, 1-4.
29 Giovanni Paolo II, Allocuzione a Loreto per il Convegno della Chiesa Italiana, 1985, 5.
30 Vaticano II, Gaudium et spes, 3 d; cfr. Mt. 20, 28.
31 Vaticano II, Ad gentes, 12c.
32 Cfr. 1 Cor. 9, 19.
33 Cfr. Gv. 15, 13.
34 Paolo VI, Ecclesiam suam, III.
35 S. Congregazione per i Vescovi, Ecclesiae Imago, 124.
36 Paolo VI, Sacerdotalis caelibatus, 93.
37 Cfr. Vaticano II, Lumen gentium, 28.
38 Cfr. Vaticano II, Presbyterorum ordinis, 8.
39 Cfr. Paolo VI, Sacerdotalis caelibatus, 80.
40 Cfr. Ibid., 76.
41 Cfr. Ef. 5, 22-33.
42 Cfr. infra, 580-ss.
43 Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 3 b.
44 Vaticano II, Lumen gentium, 31b.
45 Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 4.
46 Idem.
47 Cfr. Ibid., 3.
48 S. Agostino, De Trinitate, VIII, 8, 12.
49 Cfr. Gv. 13, 35.
50 1 Cor. 13, 4-ss.