Visita dell’Ordinario ai Reparti del Comando Carabinieri di Reggio Calabria – Omelia nella Messa presso la Caserma del Gruppo CC di Locri (21 dicembre 2015)

24-12-2015

Dio visita il Suo popolo! È questo il senso profondo della Parola che oggi la Liturgia ci propone. È il senso profondo del Natale del Signore. È il senso profondo dell’Anno Santo della Misericordia che, da pochi giorni, ha aperto le porte, invitandoci ad aprire alla misericordia le porte del cuore. È il senso della mia visita di pastore della Chiesa qui, in questi luoghi difficili, in questa terra che è la mia terra, della quale sento nella carne e nel sangue tutte le contraddizioni, i conflitti, i limiti, il buio ma, allo stesso tempo, la ricchezza, il calore, la fecondità, la luminosità. È un grido quello che abbiamo rivolto a Dio nel versetto dell’Alleluia, che è anche la cosiddetta “antifona” di questo giorno della Novena di Natale: «O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte». Noi invochiamo la luce della giustizia; noi – in particolare proprio voi, cari carabinieri – lavoriamo affinché risplenda la luce della giustizia. Ed è questa luce, il Signore lo dice con chiarezza, che libera dalle ombre della morte. Quante morti, in questi luoghi, sono frutto di ingiustizia! Penso a coloro che muoiono per mano della criminalità organizzata o di ogni violenza; alle vittime dell’incuria dell’ambiente e delle infrastutture o ai morti sul lavoro; a coloro che soccombono alla disperazione della mancanza di cibo, casa, impegno lavorativo, non sempre uccisi fisicamente ma spesso scartati e violati nella dignità. Per costoro e per tutti noi invochiamo la luce della giustizia. E Dio risponde, portando la Luce nelle tenebre della morte e visitando il Suo popolo e la Sua terra. Dio «ti rinnoverà con il suo amore»: la profezia che abbiamo ascoltato dalla prima Lettura (Sof 3,14-17) è promessa per noi, è promessa per questa terra. Ed è in virtù di questa promessa che possiamo accogliere l’invito del profeta Sofonia: «Non temere, non lasciarti cadere le braccia». Detto in altre parole: non arrenderti! È bello sentire queste parole del Signore come una conferma e, allo stesso tempo, come un continuo invito e sostegno, un’indicazione per una migliore comprensione della vostra importante opera. Non è facile non arrendersi, ne sono consapevole, specie quando ci troviamo a lavorare in luoghi sperduti, socialmente difficili, a volte ravvisando quasi un senso di abbandono da parte delle Istituzioni. Ma voi non vi siete arresi, voi non vi arrendete, carissimi carabinieri, nel portare avanti la vostra delicata missione in una terra che va rinnovata e rinnovata, potremmo dire riprendendo la Parola di Dio, con l’amore, con amore. Mi piace dire che voi siete qui non solo per svolgere essenziali compiti di difesa ma, in modo molto concreto, per contribuire a «rinnovare» una terra, una comunità, un luogo. È una sfida entusiasmante, quasi un “mandato” con il quale sento, in questo Natale che si avvicina, di completare il vostro importante mandato. Abbiamo da poco iniziato il Giubileo della Misericordia e misericordia significa anche questo: rinnovamento. Rinnovamento personale, anzitutto; al contempo, rinnovamento comunitario, sociale. «Dio ha revocato la tua condanna» spiega ancora il testo biblico. Ed è proprio vero! È vero che nessuno di noi è condannato ad essere vittima del peccato o della fragilità umana. È vero che nessuna creatura umana è condannata alla povertà, allo scarto, all’emarginazione. È vero che nessuna terra è condannata alla violenza, alla guerra, all’indifferenza, alla rassegnazione. Gesù, questo, lo ha detto con la vita, nascendo nella periferia di una terra che, ancora oggi, è martoriata da divisioni, insanguinata da conflitti ma, allo stesso tempo, resa sacra dalla Vita di un Dio nato Povero e Bambino. Così, in ogni Natale, il nostro sguardo si volge alle periferie della terra, alle periferie della condizione umana, alle periferie di quelle realtà difficili nelle quali voi, cari carabinieri, servite quotidianamente la vita, portando la luce della giustizia, della protezione, del riscatto umano e aiutando Dio a visitare il Suo popolo. Sì, Dio visita il Suo popolo. È questo, è solo questo che può veramente rinnovare la terra, come spiega il Vangelo (Lc 1,39-45), offrendo luce alla vostra stessa missione. Anche Maria, infatti, appena ebbe Gesù in grembo si incamminò verso una terra difficile, «verso la regione montuosa», specifica il testo; e chi conosce il territorio di Israele sa quanto quella regione sia simile alle pianure e ai monti della nostra splendida Calabria. Maria va da Elisabetta, incinta e avanti negli anni, per portare un aiuto concreto in una situazione di bisogno, di emergenza. Rinnovare la terra significa servire: significa venire incontro alle necessità reali della popolazione, rispondendo ai bisogni ma anche lavorando affinché questi siano superati. È il vostro primario impegno, cari carabinieri; e voi lo portate avanti con un senso di servizio che vi contraddistingue. Maria va per vedere quanto l’angelo le aveva preannunciato: il miracolo di una donna anziana che diventa feconda, conferma del miracolo che era avvenuto in Lei, vergine e in attesa di un figlio. Rinnovare la terra significa condividere. Lavorare non con la superbia di chi porta qualcosa dall’esterno ma con l’umiltà di chi opera anzitutto con la propria presenza, diventando parte integrante del territorio e della comunità. Questa, non esito a dirlo con un certo orgoglio, è forse la caretteristica più peculiare dei carabinieri, i quali, nei nostri paesini e nelle nostre città – forse ancor più al Sud -, sono persone “di famiglia”, sempre molto amati e accolti con gioia. Anche Maria, quando arriva portando Gesù, trova ad accoglierla la gioia: «Beata», felice, le dice Elisabetta; e il piccolo Giovanni «sussulta di gioia» nel grembo della madre. Rinnovare significa riportare serenità, tranquillità, pace, nei luoghi e nei cuori; e sono certo che, nella gioia che portate agli altri, voi scorgete la vera ricompensa del vostro lavoro. Perché «l’altro», come ha detto ieri all’Angelus Papa Francesco è «il luogo dello stupore»[1].   Rinnovare la terra! È la sfida che ci attede ed è, in fondo, la sfida di Dio che visita il Suo popolo, la Sua terra. Anch’Egli è venuto per servire e per condividere la nostra natura umana; così ha riportato serenità e pace ai cuori. È questo il messaggio del Natale, è questo il Messaggio della Misericordia. È questo il Progetto di Dio, al quale voi, cari carabinieri, sapete collaborare e per il quale questa terra, questa gente e, consentitemelo, questa nostra Chiesa dell’Ordinariato Militare vi dice: grazie. Buon Natale e buon Anno Santo della Misericordia.   X Santo Marcianò


[1] Francesco, Angelus, Piazza San Pietro 20 dicembre 2015