Avviata la Scuola di preghiera, in ascolto della Christus Vivit

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail

(06-11-2021) “Riprendere, ricominciare, ritornare” sono verbi frequenti del tempo che stiamo vivendo oggi, che accomunano più o meno tutte le attività interrotte a causa della pandemia. Anche al Seminario Maggiore “S. Giovanni XXIII” – Scuola Allievi Cappellani – aleggiava nell’aria un “dove eravamo rimasti?” la sera del 4 novembre quando sono ripresi gli incontri della Scuola di Preghiera tenuta dal nostro Arcivescovo Santo e rivolta a tutti i giovani militari.

Hanno partecipato in particolare un nutrito gruppo di Allievi Marescialli della Scuola Sottufficiali dell’Esercito Italiano di Viterbo, un gruppo di Sottotenenti della Scuola Allievi Ufficiali Carabinieri di Roma, alcuni militari del Comando in Capo della Squadra Navale e del Comprensorio della Città Militare Cecchignola, accompagnati dai loro cappellani.

L’esortazione apostolica “Christus Vivit” di Papa Francesco è il testo scelto dal nostro pastore per condurre questi incontri che, come ci ha ricordato, costituiscono a pieno titolo momenti per vivere a livello diocesano la Giornata Mondiale della Gioventù, in preparazione al grande incontro di Lisbona nel 2023. Nell’introdurre questa lettera del Papa ai giovani il verbo “alzati” è stato la colonna portante: “ragazzo dico a te, alzati” (Lc 7,14) è l’invito di Gesù al figlio della vedova di Nain ma è l’invito che fa a ciascuno di noi, oggi.

Bisogna avere il coraggio di vivere l’età giovane con consapevolezza, non assonnati, stanchi, addormentati “in pensione prima del tempo” ma sapendo aprire gli occhi e soffermarsi, per vivere pienamente e con gratitudine ogni piccolo dono della vita, aprendosi al futuro ma sempre capaci di valorizzare qualcosa della esperienza che gli altri ci donano.

Tutti i giovani hanno dei sogni, delle speranze, e questi, – ha continuato don Santo, – si realizzano necessariamente in piedi: alzarsi è il verbo della reazione, è il primo verbo che ci aiuta a risanare i problemi, le difficoltà che ci tengono paralizzati, atrofizzati; problemi che possono sembrare meno grandi e insormontabili se guardiamo a Gesù Crocifisso che salendo sulla croce ha sofferto per noi, per me, nella speranza di risorgere; è lui che con la sua testimonianza ci in segna a sperare.

Al termine della riflessione l’Arcivescovo ha esposto Gesù Eucaristia ed è stato offerto a tutti un tempo di adorazione e preghiera personale con la possibilità di accostarsi al sacramento della riconciliazione; la benedizione ha concluso il momento di preghiera ma non lo stare insieme fraternamente: nei locali della mensa del seminario è stato organizzato infatti un momento festoso di condivisione fraterna, nel rispetto delle norme anti-covid. Un momento vissuto in famiglia e in casa, sì, perché il seminario non è solo la casa degli allievi cappellani ma soprattutto in questi momenti è casa dei giovani militari che lo frequentano, non come ospiti ma sentendosi davvero in famiglia perché, come ha ricordato il rettore don Maurizio introducendo il momento di preghiera, ognuno di noi a pieno titolo è militare, cristiano, appartenente alla Chiesa Ordinariato Militare: una consapevolezza non scontata fra i giovani con le stellette, che ha bisogno di momenti come questi per radicarsi nell’animo di ciascuno.

L’appuntamento è dunque, sempre più numerosi, alla seconda tappa della Scuola di Preghiera che si terrà sempre presso la Scuola Allievi Cappellani, giovedì 2 dicembre alle 18.30.

Christian Massaro