Dopo la lettura iniziale di alcuni Passi dell’Antico Testamento, l’Arcivescovo ha tenuto una lectio sui primi tre dei Dieci Comandamenti, tema centrale del secondo incontro, premettendo che essi “sono impregnati dal Mistero dell’amore di Dio”. Mons. Marcianò ne ha esplicitato i contenuti, riflettendo sul loro significato e senso e sulle modalità con cui essi vengono infranti dall’uomo. Riguardo al primo comandamento, “Io sono il Signore tuo Dio. Non avrai altro Dio all’infuori di me”, si è sottolineata la dicotomia Io-Tu che Dio vuole mettere in risalto per indicare il rapporto d’amore tra “il tutto della Legge” e il “popolo eletto a portare la testimonianza della Legge”, che dimostra la passione che Dio ha per l’uomo, tendente spesso, invece, agli idoli. La riflessione è proseguita poi sul secondo comandamento, “Non nominare il Nome di Dio invano”, sul quale l’Arcivescovo ha richiamato il mistero del Nome impronunciabile di Dio, IHWH, e il significato ebraico della parola “invano”, shaveh, per evidenziare l’importanza di riconoscere “il Suo nome, la Sua Verità, il Suo essere Altro, la Sua Unicità”, collegandosi poi con la preghiera del Padre Nostro, in cui chiediamo che sia santificato il Nome di Dio, e con il sacramento del Battesimo, nel quale “il Nome del Signore santifica l’uomo e il cristiano riceve il proprio nome nella Chiesa”. In merito al terzo comandamento, “Ricordati di santificare le feste”, mons. Marcianò ha parlato della necessità di “consacrare il tempo a Dio, per permettere a Dio di entrare nel tempo”, spiegando anche come il riposo di Dio e della festa “è uno sguardo d’amore sul mondo, sulle cose, sulle persone”, che culmina nella Pasqua di morte e Risurrezione di Cristo, celebrata nella Messa domenicale, “centro della vita cristiana” e “della comunità”. L’Arcivescovo ha infine concluso la minuziosa e attenta riflessione sui primi tre Comandamenti ribadendo il concetto della Legge come Parola d’amore, già espresso nell’incontro di Preghiera e di Comunione del 20 novembre scorso: il dono della Legge “dimostra che Dio fa sul serio con noi, che ci parla davvero”, per cui dobbiamo lasciarci “attraversare dai Comandamenti”, poiché sono “legge di vita che può cambiare la nostra vita”. Durante il prolungato momento di Adorazione eucaristica, guidato dalla comunità del Seminario, in cui si è lasciato alla Parola di Dio il tempo di fare breccia nel cuore di ciascuno, l’Arcivescovo e i cappellani militari hanno ascoltato le Confessioni di molti dei militari presenti. Terminato l’incontro con la benedizione e la consegna di alcuni “strumenti” per aiutare tutti alla preghiera nella gioia, i partecipanti si sono radunati per il consueto momento di convivialità e di agape fraterna, che ancora una volta ha mostrato l’apprezzamento e la sentita condivisione dell’incontro di Preghiera e di Comunione. I successivi appuntamenti della Scuola di Preghiera e di Comunione sono previsti per il 19 febbraio e il 16 aprile 2015. Marco De Bartolomeo
A margine del secondo incontro della Scuola di Preghiera
Numerosa è stata la partecipazione al secondo appuntamento della Scuola di Preghiera e di Comunione, svoltosi il 15 gennaio ancora nel Seminario Maggiore, che ha visto una nutrita presenza di circa 130 militari appartenenti a Scuole e reparti della Zona Pastorale di Roma.