Loreto 4-5 aprile: un luogo e un tempo di grazia, un luogo nel quale i cuori si affratellano, unendosi, alleandosi fino a trovare lo stesso ritmo. Da ogni parte d’Italia sono giunti 81 famigliari dei nostri cari Caduti in missioni di servizio in supporto alla Pace. La nostra Chiesa Ordinariato Militare, da sempre vicina ai nostri militari e chinata sulle vite dei nostri Caduti e sul dolore dei loro famigliari, ha organizzato il II Raduno Nazionale proprio a Loreto, luogo nel quale c’è una Casa speciale, la Casa di Maria, una casa dove ognuno ha avuto fissata da Dio la sua residenza e che ciascuno può scegliere come sua dimora. La Santa Casa, luogo nel quale si è manifestato quel momento che amo definire “l’estasi della storia umana e divina”, è il punto ideale dove convergere, basta venire e il resto è tutto grazia. Due giorni di abbracci, di sorrisi, di attenzioni, di ascolto, di persone che cuore a cuore sono riuscite a parlarsi d’amore pur nella drammaticità di quanto, inevitabilmente, alberga nel loro cuore. Per me, Cappellano in servizio in questa IX Zona Pastorale, è un vero onore e una gioia grande poter servire, pur nella povertà di ciò che sono, questi nostri amici carissimi. A volte ci preoccupiamo di ciò che possiamo fare per loro e, invece, sono sempre loro che arricchiscono noi con la loro testimonianza di fede, di serenità, di amicizia e di stima per tutto quello che la nostra Chiesa offre loro, ad iniziare dalla paterna/materna vicinanza del nostro Arcivescovo l’Ordinario Militare e di tutti i Cappellani che in Patria e all’estero, oltre ad essere chinati davanti ai nostri militari, si impegnano ad essere vicini con la preghiera e con l’amicizia anche alle loro famiglie: un’opera di miseri-cordia corporale e spirituale “tipica” del presbiterio dell’Ordinariato. In Santa Casa, insieme, abbiamo affidato al cuore di Maria tutti i nostri cari che sono in Cielo e sulla terra. Abbiamo ascoltato varie testimonianze di amici del Rinnovamento nello Spirito – invitati dal nostro Arcivescovo – che hanno voluto condividere il loro percorso di conversione a partire da eventi terribili capitati nella loro vita e dando a tutti speranza, e, per chi ha fede, anche certezza, che da ogni dolore se ne può uscire, che ogni morte inesorabilmente si lascia alle spalle una tomba vuota, che una vita donata – come quella dei nostri cari Caduti – è già di per sé risuscitata. Il nostro Vicario Generale, Mons. Angelo Frigerio, ha celebrato la Santa Messa nella Basilica superiore, e nell’omelia ha precisato che “siamo qui, alla presenza di Maria, proprio nella sua casa, per condividere un abbraccio di amicizia e di solidarietà”. La celebrazione eucaristica del 5 aprile concludeva tutto un percorso di fede e di preghiera già iniziato la sera prima con l’ascolto di testimonianze e con la preghiera del Santo Rosario in Basilica, lì, mentre venivano cantate le litanie lauretane, tutti i partecipanti si sono recati in processione nella Santa Casa per poter dire qualcosa a Colei che ci ha accolti, a Colei che, come scrive Dante Alighieri nella cantica del Paradiso: “Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali”. Purtroppo il nostro Arcivescovo, da sempre vicino e abbracciato ai famigliari dei nostri Caduti, non è potuto essere presente fisicamente al Raduno per motivi di “tagliando sanitario”, ma, davvero, è come se fosse stato con noi ad ogni istante con un abbraccio sentito da parte di tutti. Un team di sette militari con don Paolo, Vicario Episcopale per l’E.I., hanno fatto sì che tutto andasse per il meglio, l’accoglienza fosse fraterna e gioiosa e tutto il possibile venisse offerto ai fa-migliari dei nostri Caduti. Sono stati presenti anche i Cappellani del Decanato: don Sergio Raparelli, padre Giancarlo Locatelli e il Decano di Zona p. Giuseppe Faraci. Tutto è filato liscio, ovviamente non per merito dei sopracitati ma della nostra Mamma Celeste!
Un evento straordinario che è una vera benedizione per la nostra Zona pastorale e per la nostra Chiesa Ordinariato Militare; un evento che ci edifica e ci arricchisce per via della fede, della speranza, della forza che questi nostri amici famigliari dei nostri Caduti – nostri padri, madre, sorelle, fratelli, figli – seminano tutt’attorno.
Una sola parola per sintetizzare tutto quanto: “Arrivederci” al III Raduno il prossimo anno!
P. Giuseppe Faraci