“Preti della Tuscia nella Grande Guerra” – Un testo di don Angelo Massi

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(24-06-2016) VITERBO – Al Palazzo dei Papi, una Sala Alessandro IV gremita di pubblico, ha assistito nei giorni scorsi alla presentazione del volume di don Angelo Massi “Preti della Tuscia nella Grande Guerra”, un testo che, come spiega nell’introduzione dell’opera lo stesso autore, è stato realizzato per rendere omaggio alla memoria ed alle sofferenze di tanti ecclesiastici mobilitati durante la Prima Guerra Mondiale, alcuni dei quali personalmente conosciuti dal sacerdote, che ha raccolto nell’opera le loro esperienze in “grigioverde”.
Un libro che colma un “gap” nell’ambito delle celebrazioni in occasione del centenario della prima Guerra Mondiale, riscoprendo un importante pezzo di storia del nostro territorio, rievocando vicende dimenticate e scoprendone di sconosciute. Un lavoro certosino, fatto di viaggi e ricerche, e di giorni interi trascorsi presso l’Archivio di Stato di Viterbo, dove sono conservati i fogli matricolari di tutti i giovani della provincia viterbese chiamati alle armi dal Decreto Regio del 22 maggio 1915.
Migliaia di documenti datati dal 1874 al 1900 e riguardanti le sei circoscrizioni diocesane dell’Alto Lazio: Acquapendente, Bagnoregio, Civita Castellana, Orte e Gallese, Montefiascone, Nepi e Sutri, Viterbo e Tuscania, oltre alle città di Bolsena e Tarquinia.
“Con sorpresa ho scoperto che furono oltre 500 gli ecclesiastici mobilitati” ha commentato don Angelo “parliamo di sacerdoti diocesani e di Ordini religiosi, ma anche di seminaristi e studenti religiosi, che hanno pagato un grande prezzo di sangue con 16 caduti in combattimento, 7 morti in ospedale per malattie contratte in servizio, 8 feriti gravi ma reduci e 14 prigionieri di guerra. Le superiori autorità militari hanno riconosciuto il loro valore concedendo due croci di bronzo al valor militare, sette medaglie di bronzo, cinque d’argento ed una medaglia d’oro, assegnata a don Pacifico Arcangeli, cappellano militare del 252° Reggimento Fanteria “Massa Carrara” caduto eroicamente in battaglia, e che oggi prenderemo ad esempio e ricordo di tutti gli altri confratelli”.
Accanto a don Angelo il vicario generale della Diocesi don Luigi Fabbri ed il direttore del Centro Diocesano di Documentazione, Luciano Osbat, oltre al sindaco Leonardo Michelini e a diverse autorità militari, tra cui il luogotenente Maurizio Iannaccone ed il comandante provinciale dei Carabinieri Mauro Conte. In sala anche due Carabinieri in alta uniforme. “Una presenza che mi commuove e mi onora visto che sono figlio e fratello di Carabinieri” ha commentato don Angelo.
La presentazione è iniziata con la splendida esibizione della Schola Cantorum Santa Maria della Quercia, diretta dal Maestro Laura Fratoni Scarponi e accompagnata al pianoforte dal Maestro Matteo Biscetti. Ad aprire l’evento le note di alcuni dei più celebri canti patriottici, cominciando con la Marcia Reale e l’Inno di Mameli, per proseguire con la Leggenda del Piave e la Canzone del Grappa.
“Don Angelo si conferma ancora una volta memoria del nostro territorio con un libro che è uno splendido regalo per tutta la città” ha esordito il sindaco Michelini “Un vero prete con le stellette, che ha sempre preferito stare in mezzo alla gente, favorendo condivisione e inclusione, piuttosto che starsene chiuso in una stanza”.
Sincere parole di stima e affetto condivise da don Fabbri e dal professor Osbat. “Don Angelo ci dona un volume prezioso” ha infatti proseguito il vicario della Diocesi “che ricorda il sacrificio di tanti religiosi, la loro fedeltà alla Chiesa ed il loro attaccamento alla patria. Un servizio che ha segnato nel profondo questi sacerdoti e seminaristi che si sono trovati a vivere nella contraddizione, divisi tra altare e trincea, croce e fucile, vangelo e guerra, un contrasto che ha provocato in loro profondi conflitti interiori e un doloroso strascico emotivo”.
“Fino ad oggi nessuno si era occupato in maniera così dettagliata di questo argomento, nessuno ci aveva raccontato la guerra dal punto di vista dei preti, che la guerra, come altri, l’hanno vissuta senza averla scelta” ha dichiarato Luciano Osbat “Questo è il motivo per cui questa opera è una vera pietra miliare nella storia di Viterbo“.
Le testimonianze raccolte da don Angelo sono un chiaro invito a conoscere e non dimenticare il sacrificio di tanti uomini valorosi, perchè se “nulla è perduto con la pace“, ricordava Papa Pio XII alla vigilia del secondo conflitto mondiale, “tutto può esserlo con la guerra“. E proprio al ricordo degli ecclesiastici della Tuscia si sono rivolti gli emozionanti canti religiosi della Schola Cantorum, che hanno concluso l’evento in una sorta di collettiva preghiera. (Giovanna Malori da TusciaTimes)
Per vedere il video della presentazione del libro di don Angelo Massi cliccare qui