Celebrazione della “Virgo fidelis” ad Ancona

Facebooktwitterredditpinterestlinkedinmail
“La storia della vostra Arma, gloriosa e silenziosa, la Benemerita e la Fedelissima, è lunga ed onusta di meriti davanti agli uomini e davanti a Dio. È una storia intessuta di atti eroici, fino alla perdita della vita nel compimento del dovere come attestano i vostri annali, monumento prezioso che rimane a vostro onore e ad edificazione della società italiana”               
(Papa Giovanni XXIII – Roma, 23 marzo 1959).
 
Fedele nei secoli. Fedeli per sempre. Usi obbedir tacendo e tacendo morir.
La Fedeltà vista come base del carattere e dei sentimenti dell’autentico Carabiniere, una Fedeltà sentita e sofferta, specie in questi tempi in cui i valori morali sono spesso messi in discussione, quando non vengono scherniti, in questa società dominata dalla ostentazione dei beni materiali e scandita ormai dai fulminanti ritmi dell’informazione e di internet. Uomini e donne che volontariamente rinunciano a delle loro libertà riconosciute, per sottoporsi ad una vita che è contrassegnata da ritmi che non ineriscono la sfera personale, dove il bene dell’uno viene accantonato in nome del bene collettivo, dove le festività sono assaporate con gioia in quanto raramente passate con i cari, dove si vive e si opera lontano dalle zone di nascita, lontano dagli affetti e dai legami di amicizia, spesso in trasferimento da una zona all’altra o d’Italia o all’estero dove la nostra opera e le nostre energie sono più necessarie, con tutti i problemi che tali movimenti comportano. Saper condividere le stagioni della vita con le care genti a noi affidate in virtù della nostra missione; il caldo, il freddo, ogni sorta di intemperia, come “camosci” che arrivano dove tutti gli altri si fermano – anche molto prima -, le pubbliche calamità che ancora vedono, come nel centro Italia, Carabinieri terremotati fra i terremotati, a condividere in tutto e per tutto una vita donata al bene e alla sicurezza dei cittadini. Fedeli per sempre. Guai a noi uscire da questa logica di amore che ci vede come vite donate e, se donate con amore, già vite redente. Ecco cosa vuol dire avere la Vergine Santissima in testa alle nostre schiere, a bordo delle nostre radiomobili, presente anche nella più piccola e remota Stazione nel territorio. Come Maria che corre dalla cugina Elisabetta dal villaggio di Nazaret nel nord di Israele al villaggio di Aïn-Karim a sud… per portare gioia, donare un aiuto, prestare una cura, un conforto alla anziana cugina in attesa del figlio che poi sarà il grande Giovanni Battista. Così il buon Carabiniere parte ogni giorno, c’è sempre qualcuno che come Elisabetta ha bisogno, che lo attende. Fedele nei secoli. Un servizio che cancella i ritmi forzati dei calendari, le scadenze, un servizio, un amore “ogni tempo”, ad ogni costo: …e tacendo morir.
Fu immediatamente dopo la conclusione dell’ultimo conflitto mondiale che stravolse l’Europa che ebbe inizio tra i Carabinieri il culto alla “Virgo Fidelis”. L’8 dicembre 1949, il Papa Pio XII proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis” Patrona dei Carabinieri fissando la celebrazione della stessa il 21 novembre, in concomitanza della memoria liturgica della Presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber in Abissinia dal 6 agosto al 21 novembre 1941 (quest’anno 77° anniversario).
Sta per terminare l’anno del Signore 2018, e, in comunione con tutti i Carabinieri che in Italia e all’estero offrono il quotidiano servizio a difesa della Patria, anche noi della Legione “Marche” ci siamo radunati nella splendida cornice della Cattedrale di Ancona per dire “con tutta la forza di cui siamo capaci, il nostro sentito GRAZIE al buon Dio e alla Santa Vergine, per averci assistiti lungo tutto quest’anno nel quotidiano adempimento della nostra missione” (dalle parole di saluto rivolte dal sottoscritto al Vescovo). La nostra magnifica Mamma Celeste, fedele anche lei per sempre nell’assistere e proteggere l’opera dei Carabinieri. La Santa Messa, presieduta dal Vescovo di Ancona Mons. Angelo Spina, concelebrata dai Cappellani di Ancona e altri sacerdoti e tre diaconi di cui due Carabinieri, è stata impreziosita dai canti magnificamente eseguiti dal Coro dell’Ispettorato regionale dell’ANC. La Cattedrale piena di Carabinieri in servizio, in congedo e familiari oltre alle autorità cittadine ha partecipato con grande sentimento. Dopo la proclamazione della Preghiera del Carabiniere da parte del Ten. Col. Massimiliano Conti – mi è venuta la pelle d’oca! – il nostro Comandante il Generale Fernando Nazzaro ha rievocato il 77° Anniversario dell’eroica difesa del caposaldo di Culqualber da parte del 1° Battaglione Carabinieri. Sempre il Generale, continuando, ha ricordato a tutti che questa stessa occasione di festa celebra anche la Giornata dell’Orfano: orfani e vedove primi destinatari della nostra preghiera, del nostro affetto e della nostra solidarietà. Come una schiera di angeli festanti abbiamo terminato la celebrazione cantando con tanto vigore l’Inno alla Virgo Fidelis per salutare e ancora ringraziare la nostra celeste Mamma per assisterci sempre, certi che lo farà, Lei, la Vergine Fedele, fedele per sempre, come ci impegniamo ad essere tutti noi Carabinieri… Cappellani compresi!
Il Carabiniere è un uomo che lavora in mezzo agli uomini, non per sé stesso, ma affinché gli altri possano vivere meglio. Ecco cosa è la Benemerita!
P. Giuseppe Faraci