Scuola di Preghiera (2° Incontro): “La gioia e la lotta”

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(23-11-2018) Si è tenuto ieri, presso il Seminario Scuola Allievi Cappellani, nell’aula magna del Comando Genio, il II incontro della “Scuola di Preghiera”, le cui riflessioni sono guidate dal nostro vescovo, l’Ordinario militare Mons. Santo Marcianò.
Si è registrata una gioiosa partecipazione di giovani militari delle diverse forze armate, in maniera particolare provenienti dalle scuole di formazione e dalle caserme del Lazio, ovviamente accompagnati dai loro cappellani.
Gli incontri che si sono tenuti e si terranno hanno come linfa principale l’Esortazione apostolica “Gaudete et Exsultate” di Papa Francesco. L’appuntamento ha avuto come primo tema “Rallegratevi ed esultate! La santità: la gioia e la lotta” (“Attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo”. Ef 6,11).
Nell’accogliere la Croce che ha fatto ingresso solenne nell’aula, il vescovo ha ricordato che la santità è missione, è gioia che non è in contrasto con il vivere la Croce, perché in essa si racchiude il segreto della vittoria anche di fronte alle sconfitte apparenti.
Il rifiuto della Croce, fondamento delle nostre speranze e delle nostre attese di Resurrezione, è il rifiuto della santità, quindi il vescovo ha messo tutti in guardia dal maligno che come un leone si aggira intorno a noi e, addirittura, potrebbe condurci al rifiuto della gioia vera.
“La santità va custodita, è bella”, continua il vescovo, lasciandoci intravedere la validità di una vita che si decide per il bene. Certo la vita comporta una lotta continua, ma nella lotta Dio lotta con noi e in noi: non siamo soli! Gesù stesso entra nella lotta dell’umanità al Getsemani. Quella di Gesù è una lotta tra la bellezza dell’umano e la fragilità; in essa è coinvolta tutta la persona di Gesù fino a sudare sangue. Riportandoci all’etimologia della parola lotta (gara, agonia), come ad un vero e proprio combattimento tra la vita e la morte, ha presupposto la presenza e lo scontro con un avversario.
L’assemblea è stata invitata e riflettere su chi fossero gli avversari della santità e contro chi solitamente siamo chiamati a combattere. Papa Francesco risponde per tutti: “… è la mentalità mondana, che ci inganna, ci intontisce e ci rende mediocri, senza impegno e senza gioia … il piacere, avere tutto e subito, la prevaricazione, lo sfruttamento”. Piaga dilagante per molti è la pornografia, la prostituzione. Ma la domanda assume poi un carattere individuale: “Cosa attrae maggiormente ognuno di noi?
Certo, c’è da andare contro il mondo, ma anche – continua il nostro pastore don Santo citando sempre Papa Francesco – contro la propria fragilità e ognuno ha la sua: la pigrizia, la lussuria, l’invidia, le gelosie, verso cui bisogna prestare molta attenzione, evitando di sentirsi sempre giusti da un lato, e a non sottovalutarsi mai dall’altro.
Il pensare di essere autosufficienti e che tutto si possa fare da soli è una vera e propria corruzione spirituale che è peggiore, a detta del Papa, della caduta del peccatore: questa è falsa santità. Mettere sé stessi al centro assolutizzandosi può condurre il cristiano addirittura all’eresia. Un’altra ulteriore falsa è quella che pretende di possedere Dio e che crede di sapere sempre dove Dio si trovi e dove non si trovi.
Il vescovo ha raccomandato appassionatamente di godere sempre di una buona dose di “burloneria” e di non prendersi sempre troppo sul serio … come i santi, avendo quel cuore semplice contro ogni “super-attivismo”. Citava S. Agostino: “Non tutti possono tutto”; e un’altra frase che ha chiesto di ripetere coralmente: “Fai quello che puoi, chiedi quello che non puoi, di’ umilmente al Signore: Dammi quello che comandi e comandami quello che vuoi”. Occorre lasciarci amare e farsi amare richiede la vera umiltà.
Ma allora sorge una domanda: ma il diavolo è solo un mito, una favola? No, per niente, è un leone ruggente, che aspetta il momento opportuno, ci tenta con cose apparentemente buone. La tristezza non viene da Dio, ma dal demonio, così come l’invidia, i vizi. Ed ecco che appena si punta alla sanità il diavolo che si sveglia e “con satana la tristezza è entrata nel mondo”.
Il vescovo, parlando agli oltre duecento militari, ha rivolto loro una “Chiamata alle armi”, a prendere l’armatura di Dio, per restare saldi dopo aver superato tutte le prove. Ma quali sono queste armi? Verità, giustizia, pace, fede, preghiera.
Subito dopo si è aperto un prolungato e meraviglioso momento di adorazione eucaristica “face to face” con Gesù presente sotto le specie eucaristiche, caratterizzato da prolungati momenti di silenzi, a cui si è poco abituati, e canti di adorazione. Questo incontro personale con Gesù ha confermato certamente la scia di luminosità e di gioia dentro ognuno.
L’incontro si è concluso felicemente con un fraterno buffet che ha permesso a ciascuno di avere la “giusta ricompensa”. Il terzo incontro, della scuola di preghiera, è fissato per il 7 Marzo 2019.
E allora armiamoci davvero con le armi della luce, Gesù è la nostra gioia, la nostra difesa! Vi aspettiamo al prossimo incontro!
Giuseppe G. Catalano