Ricordando Giovanni Paolo II… “vivere da militari la nuova situazione interiore”

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(22-10-2019) Nel giorno in cui la Chiesa ricorda San Giovanni Paolo II, pubblichiamo un passaggio del discorso tenuto dal pontefice polacco in occasione della visita pastorale alla città militare della Cecchignola il 2 aprile 1989

Pensiamo alle parole che ogni volta ripetiamo avvicinandoci alla santa Comunione – “Io non sono degno . . .” -. Esse sono parole di un militare, di un centurione romano che così ha espresso la sua fede, la sua ammirazione per Gesù Cristo, la sua profonda umiltà e la sua preghiera per la guarigione del suo servo (cf. Mt 8, 8; Lc 7, 8). Ma non solamente questo. Se prendiamo gli Atti degli Apostoli, è significativo che il primo convertito sotto l’influsso dello Spirito Santo – convertito non ebreo, ma pagano – sia stato nuovamente un militare, un centurione romano che si chiamava Cornelio (cf. At 10, 1-48). E Pietro stesso è stato spinto dallo Spirito Santo ad andare nella casa di questo centurione romano, a Cesarea, per battezzarlo. Poi, durante le persecuzioni dei tempi romani, nei secoli, troviamo tante figure eroiche di militari, di soldati, di ufficiali. Basta pensare alla figura di san Floriano: io sono molto legato, per la mia storia personale, a questo santo, forse poco conosciuto qui in Italia. Ma anche considerando l’Italia, Roma, non sono certo mancati anche qui gli eroici confessori e martiri della fede che erano militari: hanno scoperto la fede ed hanno saputo vivere da militari la loro nuova situazione interiore, congiungendo e sintetizzando i due aspetti. Certamente non c’è una difficoltà di fondo, una impossibilità di comporre la vocazione cristiana e la vocazione al servizio militare.