Presbiteri per…trasformazioni epocali!

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(03-12-2019) Nell’ambito degli incontri formativi per il clero giovane presso la Scuola Allievi Cappellani, è proseguita, nella giornata di venerdì 30 novembre, la relazione di padre Paolo Benanti circa la valutazione etica dell’impatto dello sviluppo tecnologico sull’uomo.

Anzitutto, il relatore francescano ha sottolineato come il progresso tecnico-scientifico abbia dato avvio ad un cambio di epoca – che si può per convenzione fissare al 1o gennaio 1983, quando la rivista “Time” proclamò “uomo dell’anno” il personal computer – che ha svilito la specificità dell’uomo, il suo essere “sapiens”, a favore delle macchine, ponendo così un problema definitorio sull’essenza stessa dell’umano. Si fa strada, sulla base degli sviluppi del pensiero filosofico del Novecento, l’idea che la realizzazione dell’uomo non possa più essere definita né nei termini spirituali della santità, né in quelli propri delle moderne scienze psichiatriche della pienezza del benessere psico-fisico, bensì nei termini tecnologici di un superamento di una natura umana che si presuppone essere deficitaria: nasce in tal modo il concetto di “enhancement”, ovvero il perfezionamento dell’uomo, in quanto essere difettoso, tramite un’azione sul sistema nervoso centrale. Tale miglioramento viene presentato come imperativo morale per la sopravvivenza della specie, a fronte del depauperamento delle risorse naturali, dalle nuove religioni del trans-umanesimo, latrici di un’escatologia immanente. L’azione prospettata è duplice: a livello cognitivo, con l’aumento artificiale delle informazioni acquisite dal cervello, tramite uso di sostanze psicoattive e di supporti tecnologici (fino a configurare un nuovo genere umano: “cyborg gender”); a livello emotivo, tramite somministrazione di sostanze chimiche che possano alterare le emozioni a seconda dell’obbiettivo da raggiungere. In conclusione e rinviando all’incontro successivo, padre Paolo ha affermato l’urgenza di una valutazione etica, quale compito della Chiesa, per governare il fenomeno salvando la specificità dell’essere umano.

Nelle meditazioni proposte nei vari momenti di preghiera comunitaria della tre-giorni, l’Ordinario mons. Santo Marcianò ha evidenziato la necessità per noi presbiteri in uscita nelle realtà militari di prendere contezza di tali trasformazioni epocali per poter assolvere al meglio la nostra missione, ovvero amare in profondità l’uomo sull’esempio di Cristo. Si tratta di un messaggio che ci introduce nel tempo di Avvento: il mistero dell’Incarnazione esige infatti dalla Chiesa il tradurre l’eterna e immutabile Parola di Dio in un linguaggio sempre al passo coi tempi, il che è possibile soltanto con una conoscenza dell’umano nella specifica realtà storica che si sta vivendo.

La nostra fraternità presbiterale è stata arricchita dal festeggiamento dei compleanni di don Emanuele Lanza, cappellano della Scuola militare “Nunziatella”, e di don Stefano Tollu, al 4o stormo AM in Grosseto, i quali, durante la Messa presieduta dall’Ordinario, ci hanno offerto una breve testimonianza sul momento decisivo della loro vocazione sacerdotale.

(don Michele Tiso)