ALZATI! Lascia sbocciare i sogni e prendi decisioni!

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Lo scorso Giovedì 5 dicembre, presso l’Aula Magna del Comando Genio, si è svolto il secondo incontro della Scuola di Preghiera.

Momento importante per la nostra Chiesa “la più giovane delle diocesi”, che ha visto riuniti intorno al suo pastore Mons. Santo Marcianò, circa 200 militari in servizio presso gli enti e le scuole del Lazio. La gioia è stata grande perché unitamente alle famiglie, ai parenti e a poco più di venti sacerdoti e cappellani militari due giovani seminaristi in formazione presso la Scuola Allievi Cappellani Militari hanno raggiunto due diverse e significative tappe nel cammino di donazione al Signore e di sequela.

Giuseppe Catalano è stato ammesso tra i candidati all’ordine del diaconato e del presbiterato: un primo responsabile “Si” al Signore davanti a tutta la comunità credente, che lo porterà a spendere la propria vita per gli altri, sull’esempio di Cristo Gesù, come cappellano militare.

E Luigi Sarnataro, al quale è stato conferito il ministero del Lettorato che lo designa non solo proclamatore della Parola, ma anche annunciatore, con la sua stessa vita, della Parola che salva, che dà gioia e senso alla esistenza di ogni uomo e rende liberi!

Rendiamo ancora grazie a Dio per il dono di Luigi e Giuseppe e per aver donato loro il privilegio di seguirlo sulla via dei consigli evangelici nella nostra Chiesa castrense.

In tale circostanza, rivolte a tutti i giovani presenti, le parole del nostro arcivescovo ancora una volta si sono rese incisive e persuasive: «Giovani…non lasciatevi minare la gioia… Se non c’è il “filo” rosso, conduttore, della gioia non ci può essere felicità. Si rischia grosso. Si rischia di non dare senso alla vita. Si rischia di vivere la vita in modo parziale».

Proseguendo nell’omelia, ha evidenziato come Giuseppe e Luigi, due giovani militari, hanno scoperto il filo conduttore nel Signore Gesù. Entrambi si sono sentiti attratti per un grande ideale che sta investendo tutta la loro vita. Anch’essi, come S. Agostino hanno confessato: «Ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te».

Da pastore e padre ha allertato sulla necessità di riconoscere un pericolo nel quale ai giorni nostri molti giovani sono facili incorrere, perché troppo assuefatti dall’individualismo e da una sicurezza di se stessi che li porta a escludere del tutto Dio dalla propria esistenza come guida suprema della propria vita: «Oggi viviamo nell’individualismo, senza punti di riferimento. L’incoerenza degli adulti, a diversi livelli, ci fa perdere la fiducia nei riferimenti. Ci fa perdere la fiducia nella Politica, nelle Istituzioni così come, a volte, ci fa perdere la fiducia negli uomini di Chiesa. Stiamo attenti a tutto questo».

Dinanzi ad un panorama di giovani spenti, immotivati, senza direzione né mèta da raggiungere e cosa ancor più triste, incapaci di dare un senso alla propria esistenza, il vescovo metteva in risalto, alla luce anche della due testimonianze di Giuseppe e Luigi, come la fiducia di coloro che credono in Cristo è capace di stravolgere  l’esistenza rendendola capace di volare verso orizzonti di senso, orizzonti di felicità!

Parlando di fiducia, Mons. Marcianò ha sottolineato la necessità di recuperare questa categoria fondamentale dell’essere, in relazione a se stessi, ma soprattutto in relazione a Dio, perché senza di Lui, non possiamo fare nulla: «La fiducia è quella categoria di colui che sa camminare accanto ad un fratello, che sa fare riferimento all’esperienza di un adulto. La fiducia è quella di colui che sa di essere figlio di Dio e sa di essere frutto d’un pensiero d’amore di Dio, creato per amore. Non ve lo dimenticate: Io sono unico, irripetibile e se ci sono, se ho il dono della vita è perché qualcuno da sempre mi ama. Potremmo dire a Dio: “Eccomi, mi hai amato”».

Il Rito di Ammissione e dell’Istituzione del lettore durante la Messa ha colpito e raggiunto il cuore dei giovani presenti che sono stati invitati a tenere fiduciosi lo sguardo su di Lui, perché possano trovare forza e coraggio nel cammino della vita e trarne spunto e ispirazione per costruire, per il  futuro, sogni sicuri con fondamento solido perché sono radicati e fondati nel cuore di Cristo che è e sarà incondizionatamente sempre, di tutti, la felicità più grande.

Al termine della celebrazione, come siamo soliti fare, abbiamo rivolto gli auguri e festeggiato insieme a tutti i giovani militari, gli amici e le famiglie. Auguri Luigi. Auguri Giuseppe.

(Pietro Manna Angelino)